Sono stato a lungo in dubbio se postare qua o di là.
Avevo deciso di abbandonare questo thread e continuare di là e forse farò così.
Però senza rancore alcuno o desiderio di sfida penso che il posto di questi versi sia questo!
Ieri ero ispirato e ho buttato giù un po' di pensieri.
Non so se la posso chiamare poesia però a me piace.
Certo è molto grezza e ha tanti difetti però per qualche giorno la volgio tenere così, nella sua candida semplicità.
Parla di stelle e supernove, di borghi deliziosi e città affascinanti, parla di me e di una mia (ex?)amica, parla di una saggezza che a volte mi sfiora...
Siate pure critici, le critiche fanno sempre bene! Senza però essere spietati...e soprattutto lasciatevi trasportare! :Saluto:
Neanche la chiglia,
mentre frangeva l’acqua mite,
Osava disturbare la sinfonia di stelle
in quella notte misteriosa.
Giove presenziava alla cerimonia
dal suo luminoso scranno,
Altair, Deneb e Vega palpitavano gravi
scandendo il ritmo coi gong,
Mentre i gemelli di Mizar
trascinavano gli altri sei archetti
in una melodia ipnotica.
Antares rideva cristallina di Marte
che fischiettava la sua ira
su note di flauto.
Arturo era l’oboe,
Polaris batteva il triangolo
E da Spica si alzava un arcaico
coro d’arpe.
Poi, nel mezzo di quel crescente
orgasmo di suoni,
scoppiò il silenzio
e con lui si consumò
la fine di una antica stella,
innominata dagli uomini
ma onorata dalle sorelle
E Sami se ne stava lì,
come ogni sera,
appisolata in un giaciglio
di morbide colline
con gli occhi socchiusi.
D’un tratto,
sentendo quel vibrante requiem
perfino lei,
così avvezza alla nenia di una notte d’estate,
parve destarsi;
come un ologramma sbiadito,
vacillò la notte,
mentre Sami la pigra si inginocchiava.
Polvere celeste cadeva
tra le case e i balconi ornati di fiori,
inondava i vicoli e i palazzi,
ammantava i tetti e gli ulivi.
Ed eccola sorgere,
maestosa sfinge di salsedine,
Con mille guglie e giardini dorati
Che parevano scolpiti
su di un ventre di marmo.
Ho rotto il silenzio
Per indicarti Atlantide
Ma avevi le palpebre cucite
con un filo d’argento
(lo son sempre state in questo viaggio?).
Hai sussurrato spietata
che tutto era illusione
e anche della barca muta
ora non resta che un ricordo.
Ma mentre sprofondo in questo mare,
calmo come una piscina celeste,
e Sami scompare per sempre all’orizzonte
accarezzo consapevole il grande mistero:
Dall’inseguire un’Atlantide perduta
con una legno infestato di tarli
al cucirsi gli occhi con un filo d’argento,
dal coraggio di rompere un idilliaco silenzio
alla testardaggine della solitudine
vi è una scintilla di leggenda in ogni storia.
Basta solo fermarsi ad ascoltare
il respiro pesante delle stelle.
Per chi di voi non conosce le stelle e la geografia vi metto qualche nota per capire meglio!
Altair, Deneb e Vega= dette il triangolo estivo sono le stelle più luminose che potete vedere nel cielo in questi giorni
Mizar= la stella doppia nell’orsa maggiore
Antares= la magnifica gigante rossa dello Scorpione il cui nome vuol dire rivale di Ares(Marte)
Arturo= la stella luminosa della costellazione di Boote (mi ha sempre ricordato l’oboe per assonanza)
Polaris = la stella polare
Spica= la stella più luminosa della Vergine vicino al quale si trova il famoso ammasso di galassie.
Sami= un piccolo villaggio dell’isola di Cefalonia che guarda Itaca
Per quanto riguarda il resto la frase "guarda, non c’è proprio nessuna barca" mi è stata detta per davvero in risposta ad una mia metafora…però questa è un’altra storia
PS Qualche idea per il titolo?