Hélène
Esperta Sezz. Rose
sono contenta che ti sia piaciuta. io adoro Saba.
ne metto un'altra, che mi piace anche tanto!
LO SPECCHIO (U.SABA)
Guardo un piccolo specchio incorniciato
di nero,
già quasi antico, semplice e severo
a un tempo.
Una fanciulla
- nude l'esili braccia - gli è seduta
di contro.
Ed un ricordo
d'altri tempi mi viene, mentre in quello
seguo le sue movenze e come al capo
porta le braccia, e come ai suoi capelli
rende la forma dovuta. E il ricordo
narro a mia figlia, per diletto:
«Un giorno
fu che tornavo di scuola. Il maestro
ci aveva fatta ad alta voce e come
allora usava, una lettura. Immagina
un bambino che va solo in America,
solo a trovare sua madre. E la trova
sì, ma morente. Che se appena un attimo
ritardava, era morta. Io non ti dico
come a casa giungessi. E quando, vinto
dai repressi singhiozzi, apro la porta
e volo incontro a mia madre, lei vedo
al tuo specchio seduta, nello specchio
il primo suo capello bianco.
Forse
- oggi lo so - forse non era solo
amore il forsennato, il doloroso
affetto che per lei sentivo. Forse
altra cosa era in me che sì alla vista
mi feriva di quel presagio mesto.
E piansi, stretto a lei piansi sì forte,
ch'ella dovette al fin sgridarmi.
Ed ecco
tu ridi adesso, e anch'io ne rido, o quasi,
ma non quel giorno, o quelli poi».
«Non rido,
babbo di te - mi risponde -; ma tanto
s'era a quei tempi, o eri tu solo tanto
stupido?»
E getta
le braccia intorno al mio collo e mi bacia,
e dallo specchio e da me s'allontana.
ne metto un'altra, che mi piace anche tanto!
LO SPECCHIO (U.SABA)
Guardo un piccolo specchio incorniciato
di nero,
già quasi antico, semplice e severo
a un tempo.
Una fanciulla
- nude l'esili braccia - gli è seduta
di contro.
Ed un ricordo
d'altri tempi mi viene, mentre in quello
seguo le sue movenze e come al capo
porta le braccia, e come ai suoi capelli
rende la forma dovuta. E il ricordo
narro a mia figlia, per diletto:
«Un giorno
fu che tornavo di scuola. Il maestro
ci aveva fatta ad alta voce e come
allora usava, una lettura. Immagina
un bambino che va solo in America,
solo a trovare sua madre. E la trova
sì, ma morente. Che se appena un attimo
ritardava, era morta. Io non ti dico
come a casa giungessi. E quando, vinto
dai repressi singhiozzi, apro la porta
e volo incontro a mia madre, lei vedo
al tuo specchio seduta, nello specchio
il primo suo capello bianco.
Forse
- oggi lo so - forse non era solo
amore il forsennato, il doloroso
affetto che per lei sentivo. Forse
altra cosa era in me che sì alla vista
mi feriva di quel presagio mesto.
E piansi, stretto a lei piansi sì forte,
ch'ella dovette al fin sgridarmi.
Ed ecco
tu ridi adesso, e anch'io ne rido, o quasi,
ma non quel giorno, o quelli poi».
«Non rido,
babbo di te - mi risponde -; ma tanto
s'era a quei tempi, o eri tu solo tanto
stupido?»
E getta
le braccia intorno al mio collo e mi bacia,
e dallo specchio e da me s'allontana.