Non ho letto la discussione a parte il messaggio iniziale di Violetta ma son troppi post ormai :confuso:, e mi dispiace non averla seguita, quindi rispondo esclusivamente al suo messaggio che per precisione riporto:
Secondo voi come si manifesta esattamente l'omofobia? Definire un gay "ricchionazzo" è da omofobici? usare la parola gay come offesa o presa in giro verso qualcuno è omofobia? Ripetere clichè stantii da caserma sugli omosessuali è omofobia? Dove finisce la goliardia in nome della quale tutto sembra lecito e dove inizia l'offesa? Cosa ne pensate?
Abbiamo gay in parlamento, abbiamo gay in televisione, abbiamo gay in ogni aspetto della vita quotidiana. Mi spiegassero dove sta l'omofobia oggi :confuso:.
Ma scusate, allora prendere in giro qualcuno perché è basso è nanofobia, prendere in giro qualcuno perché è lento è bradifobia, prendere in giro qualcuno perché va male a scuola è ciucciofobia mentre se va bene è secchionifobia.
In quale aspetto della vita quotidiana non viene accentuata e ricalcata una diversità*, soprattutto se appartiene ad un soggetto debole. Perché allora quando applicata agli omosessuali viene definita intolleranza mentre quando applicata agli altri casi viene definita normalità.
Io, e parlo per me soggetto singolo, ho frequentato tanti ambienti, conosciuto tante persone e fatto tante esperienze. Viene emarginato il debole, vince il forte. Non ho mai visto venire emarginato l'omosessuale, vincere l'etero.
A me personalmente sono scese fino ai piedi a sentire questa triste storia di emarginazione.
diversità*: La condizione di chi è, o considera sé stesso, o è considerato da altri, «diverso» (omosessuali, disabili, emarginati, ecc.)
cit.
http://www.treccani.it/vocabolario/diversita/