Aslema85
Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti!
Forse più di 6 mesi fa avevo notato, all’interno di un centro commericale poco distante da casa mia, un bonsai dalla forma interessante.
Premetto che qui in Tunisia non c’è il culto dell’arte bonsai e quasi sicuramente chiedendo in giro nessuno saprà rispondere alla domanda “sai cos’è un bonsai?”. Detto questo, come mai un bonsai all’interno di un centro commerciale tunisino? C’erano dei pannelli tutt’intorno che pubblicizzavano il distributore. La cosa mi ha incuriosito e non poco e cosi’ cercando sul web sono riuscito a beccare il tizio che li sta coraggiosamente commercializzando. Commercialmente parlando la sua idea è lodabile, peccato che, oltre al costo esoso di un bonsai rispetto ad una pianta ornamentale d’appartamento, nessuno sappia come prendersene cura o pensa in caso di acquisto che per la loro sopravvivenza sia sufficiente la sola acqua e luce.
Vi dicevo dunque di questo bonsai, probabilmente un ficus retusa, dalla forma interessante, senza faticare molto di fantasia senza dubbio destinato ad un eretto informale, bel nebari e buona conicità, rami interessanti e posizionati proprio all’esterno delle curve non mi possono passare inosservati, un facilitato punto di partenza per creare qualcosa di interessante. La cosa che più mi attrae è lo spessore del tronco che misurerà 9 cm di diamentro per 26 cm di circonferenza, una bella pianta imponente, l’altezza attuale con i getti è di 70cm circa. Questo bonsai era chiaramente collocato in un vaso ,seppur grande, inadatto alle dimensioni raggiunte e con pochissimo terriccio. Le radici grosse del nebari fuoriuscivano dal vaso e le altre radici, spingendo sul fondo per la poca disponibilità di spazio, col passare del tempo avevano causato l’innalzamento della pianta stessa . La pianta, che chissà da quanto tempo si trovava in queste condizioni, presentava getti molto lunghi con presenza di grosse foglie verde-giallo solo in prossimità degli apici. Avrei voluto comprarlo per strapparlo all’inevitabile sorte, perchè mi piaceva tantissimo e anche per potergli dare un’altra possibilità, se l’avesse acquistato qualcun altro dubito che avrebbe saputo come prendersene cura, ma visto il prezzo e soprattutto considerato l’alto rischio di perdere la pianta a causa del suo stato di salute iniziale a malincuore dovetti desistere.
Solitamente faccio la spesa in un altro centro commerciale più vicino a casa mia, ma l’altro giorno pero’ sono ricapitato in quello stesso centro e sono rimasto sorpreso nel rivedere lo stesso bonsai che continuava a lottare ma che a differenza dell’altra volta presentava un fogliame verde seppur rado, i pannelli invece non c’erano più e gli faceva compagnia solo un grosso ginseng molto più costoso ma non per questo più interessante. Un breve consulto con mio padre e la voglia di provarci prende il sopravvento, la pianta faceva davvero pena in quel vaso striminzito e il costo in futuro se la pianta si fosse ripresa sarebbe stato solo un ridicolo ricordo.
Chiamo il commesso, gli indico la pianta e mio padre intraprende un purtroppo inutile tentativo di contrattare il prezzo, il commesso ci spiegherà infatti che il prezzo è fisso poichè siamo in un centro commerciale e il direttore è assente. L’altro commesso intanto scuote ripetutamente la testa come per dire “fretello stai facendo un pessimo acquisto, non lo vedi in che stato versa la pianta?”, beh io le foto le ho fatte e fra un paio di anni vorrei incontrare lo stesso commesso per mostrargli cosa sono riuscito a tirarci fuori. Sono completamente fuori di me, la pazzia prende il sopravvento....Lo prendo, pago 175dt l’equivalente di 92€, non proprio un’affare, e me lo porto a casa.
Teoricamente il rinvaso andrebbe fatto su di una pianta sana e a fine inverno, prendo la pianta dal tronco e la alzo.....l’esiguo terriccio è di pessima qualità ma la cosa che più mi preoccupa è la massiccia presenza di argilla all’interno del pane radicale....argilla=ristagni d’acqua=marciume radicale. Cerco di dare una spiegazione logica alla presenza massiccia dell’argilla e solo al di sotto del tronco, ad un’attenta analisi, sempre cercando di dare una spiegazione razionale, sembra che cosi’ facendo la pianta abbia sviluppato le radici esternamente evitando di penetrare l’argilla, come in un bonsai su roccia.... ma questa non è roccia questa è argilla e ho imprato ad aver paura dell’argilla (vedi brutta fine del mio melograno piantato in terreno argilloso e morto subito dopo)...in realtà il pensiero del bonsai su argilla è troppo complesso, è solo un mio inutile tentativo di mettere della logica nella vicenda, in verità la poverina è stata coltivata in un terreno argilloso e successivamente messa in vaso e circondata da tericcio.. Magari in futuro, districando le radici, valutero’ la possibilità di infilarci per davvero una roccia sotto al tronco, ma per questo c’è tempo.
L’idea iniziale era quella di posizionare la pianta direttamente in un vaso più grande senza toccare il pane radicale, cambio idea, non voglio rischiare il marciume e cosi coraggiosamente lavo il pane sotto un getto d’acqua togliendo tutta la terra vecchia, e con l’ausilio di un bastoncino, anche l’argilla. Provo a tirare le radici, per vedere se non è già iniziato il marciume, ma fortunatamente tengono senza rompersi e posiziono la pianta in un vaso da coltivazione contenente akadama setacciata di granulometria media all’80% e lapillo lavico al 20%. Spruzzo dell’insetticida sulle foglie per evitare la colonizzazione da parte dei parassinti e innaffio la terra con acqua e “soluzione curativa” della crespi per favorire la ripresa vegetativa.
E’ importante precisare che non ho somministrato concimi, non ho tagliato nessuna radice anche se ce n’era bisogno, non ho patato nessun ramo vivo ma solo la legna morta, non ho toccato le foglie. Ho posizionato la pianta all’esterno, nello stesso posto collaudato per le mie altre essenze fra cui un ficus ginseng che scoppia di salute (forse qualcuno ricorderà la defogliazione totale a cui fu sottoposto lo scorso anno), degli ulivi selvatici anche loro sani come pesci, un ligustro cinese che a dispetto del periodo sta vegetando vistosamente sicuramente a causa della “crescita miracolosa” della saratoga che gli ho voluto somministrare per prova.
La temperatura che indica il termometro esterno in quel punto nell’arco della giornata in questi giorni oscilla dei 10 ai 20 gradi, con luce diretta solo nel tardo pomeriggio che in questo periodo dell’anno dura molto poco.
In futuro vedro’ di potare i getti avvicinando la vegetazione più in prossimità del tronco e creare dei palchi sulla base dei rami già presenti, ma per questo c’è tempo...ora il mio unico dubbio sta nel periodo in cui è stata fatta l’operazione cioè inizio dicembre, non mi resta che aspettare...spero che vada tutto bene e che la pianta superi lo stress del trapianto, non voglio assolutamente perderla!
Il vaso originale misura 35cmx24cm ed è di pessima qualità.
Qui potete notare nella vaschetta la vecchia terra sotto e l'argilla lavata via sopra:
mamma mia quant'ho scritto.....scusate spero non vi siate annoiati
Forse più di 6 mesi fa avevo notato, all’interno di un centro commericale poco distante da casa mia, un bonsai dalla forma interessante.
Premetto che qui in Tunisia non c’è il culto dell’arte bonsai e quasi sicuramente chiedendo in giro nessuno saprà rispondere alla domanda “sai cos’è un bonsai?”. Detto questo, come mai un bonsai all’interno di un centro commerciale tunisino? C’erano dei pannelli tutt’intorno che pubblicizzavano il distributore. La cosa mi ha incuriosito e non poco e cosi’ cercando sul web sono riuscito a beccare il tizio che li sta coraggiosamente commercializzando. Commercialmente parlando la sua idea è lodabile, peccato che, oltre al costo esoso di un bonsai rispetto ad una pianta ornamentale d’appartamento, nessuno sappia come prendersene cura o pensa in caso di acquisto che per la loro sopravvivenza sia sufficiente la sola acqua e luce.
Vi dicevo dunque di questo bonsai, probabilmente un ficus retusa, dalla forma interessante, senza faticare molto di fantasia senza dubbio destinato ad un eretto informale, bel nebari e buona conicità, rami interessanti e posizionati proprio all’esterno delle curve non mi possono passare inosservati, un facilitato punto di partenza per creare qualcosa di interessante. La cosa che più mi attrae è lo spessore del tronco che misurerà 9 cm di diamentro per 26 cm di circonferenza, una bella pianta imponente, l’altezza attuale con i getti è di 70cm circa. Questo bonsai era chiaramente collocato in un vaso ,seppur grande, inadatto alle dimensioni raggiunte e con pochissimo terriccio. Le radici grosse del nebari fuoriuscivano dal vaso e le altre radici, spingendo sul fondo per la poca disponibilità di spazio, col passare del tempo avevano causato l’innalzamento della pianta stessa . La pianta, che chissà da quanto tempo si trovava in queste condizioni, presentava getti molto lunghi con presenza di grosse foglie verde-giallo solo in prossimità degli apici. Avrei voluto comprarlo per strapparlo all’inevitabile sorte, perchè mi piaceva tantissimo e anche per potergli dare un’altra possibilità, se l’avesse acquistato qualcun altro dubito che avrebbe saputo come prendersene cura, ma visto il prezzo e soprattutto considerato l’alto rischio di perdere la pianta a causa del suo stato di salute iniziale a malincuore dovetti desistere.
Solitamente faccio la spesa in un altro centro commerciale più vicino a casa mia, ma l’altro giorno pero’ sono ricapitato in quello stesso centro e sono rimasto sorpreso nel rivedere lo stesso bonsai che continuava a lottare ma che a differenza dell’altra volta presentava un fogliame verde seppur rado, i pannelli invece non c’erano più e gli faceva compagnia solo un grosso ginseng molto più costoso ma non per questo più interessante. Un breve consulto con mio padre e la voglia di provarci prende il sopravvento, la pianta faceva davvero pena in quel vaso striminzito e il costo in futuro se la pianta si fosse ripresa sarebbe stato solo un ridicolo ricordo.
Chiamo il commesso, gli indico la pianta e mio padre intraprende un purtroppo inutile tentativo di contrattare il prezzo, il commesso ci spiegherà infatti che il prezzo è fisso poichè siamo in un centro commerciale e il direttore è assente. L’altro commesso intanto scuote ripetutamente la testa come per dire “fretello stai facendo un pessimo acquisto, non lo vedi in che stato versa la pianta?”, beh io le foto le ho fatte e fra un paio di anni vorrei incontrare lo stesso commesso per mostrargli cosa sono riuscito a tirarci fuori. Sono completamente fuori di me, la pazzia prende il sopravvento....Lo prendo, pago 175dt l’equivalente di 92€, non proprio un’affare, e me lo porto a casa.
Teoricamente il rinvaso andrebbe fatto su di una pianta sana e a fine inverno, prendo la pianta dal tronco e la alzo.....l’esiguo terriccio è di pessima qualità ma la cosa che più mi preoccupa è la massiccia presenza di argilla all’interno del pane radicale....argilla=ristagni d’acqua=marciume radicale. Cerco di dare una spiegazione logica alla presenza massiccia dell’argilla e solo al di sotto del tronco, ad un’attenta analisi, sempre cercando di dare una spiegazione razionale, sembra che cosi’ facendo la pianta abbia sviluppato le radici esternamente evitando di penetrare l’argilla, come in un bonsai su roccia.... ma questa non è roccia questa è argilla e ho imprato ad aver paura dell’argilla (vedi brutta fine del mio melograno piantato in terreno argilloso e morto subito dopo)...in realtà il pensiero del bonsai su argilla è troppo complesso, è solo un mio inutile tentativo di mettere della logica nella vicenda, in verità la poverina è stata coltivata in un terreno argilloso e successivamente messa in vaso e circondata da tericcio.. Magari in futuro, districando le radici, valutero’ la possibilità di infilarci per davvero una roccia sotto al tronco, ma per questo c’è tempo.
L’idea iniziale era quella di posizionare la pianta direttamente in un vaso più grande senza toccare il pane radicale, cambio idea, non voglio rischiare il marciume e cosi coraggiosamente lavo il pane sotto un getto d’acqua togliendo tutta la terra vecchia, e con l’ausilio di un bastoncino, anche l’argilla. Provo a tirare le radici, per vedere se non è già iniziato il marciume, ma fortunatamente tengono senza rompersi e posiziono la pianta in un vaso da coltivazione contenente akadama setacciata di granulometria media all’80% e lapillo lavico al 20%. Spruzzo dell’insetticida sulle foglie per evitare la colonizzazione da parte dei parassinti e innaffio la terra con acqua e “soluzione curativa” della crespi per favorire la ripresa vegetativa.
E’ importante precisare che non ho somministrato concimi, non ho tagliato nessuna radice anche se ce n’era bisogno, non ho patato nessun ramo vivo ma solo la legna morta, non ho toccato le foglie. Ho posizionato la pianta all’esterno, nello stesso posto collaudato per le mie altre essenze fra cui un ficus ginseng che scoppia di salute (forse qualcuno ricorderà la defogliazione totale a cui fu sottoposto lo scorso anno), degli ulivi selvatici anche loro sani come pesci, un ligustro cinese che a dispetto del periodo sta vegetando vistosamente sicuramente a causa della “crescita miracolosa” della saratoga che gli ho voluto somministrare per prova.
La temperatura che indica il termometro esterno in quel punto nell’arco della giornata in questi giorni oscilla dei 10 ai 20 gradi, con luce diretta solo nel tardo pomeriggio che in questo periodo dell’anno dura molto poco.
In futuro vedro’ di potare i getti avvicinando la vegetazione più in prossimità del tronco e creare dei palchi sulla base dei rami già presenti, ma per questo c’è tempo...ora il mio unico dubbio sta nel periodo in cui è stata fatta l’operazione cioè inizio dicembre, non mi resta che aspettare...spero che vada tutto bene e che la pianta superi lo stress del trapianto, non voglio assolutamente perderla!
Il vaso originale misura 35cmx24cm ed è di pessima qualità.
Qui potete notare nella vaschetta la vecchia terra sotto e l'argilla lavata via sopra:
mamma mia quant'ho scritto.....scusate spero non vi siate annoiati
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