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[Monografia] Ceroplaste indiano

Alessandro2005

Esperto in Fitopatologie
Ceroplaste indiano (nome comune inglese: indian soft scale)

Classificazione:
Nome scientificoCeroplastes ceriferus
OrdineRhyncota
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FamigliaCoccidae
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Categoria fitosanitaria EPPO
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Alert List: added in 2002, deleted in 2005



Descrizione:
Il corpo della cocciniglia è ellittico o rotonteggiante, di colore rosso mattone scuro, coperto di uno spesso strato ceroso, che in una certa fase di sviluppo dell’insetto ha la forma di cappello d’asino (1); le zampe sono piccolissime. In questa specie non sono presenti maschi. Le femmine non hanno ovisacco e le uova si trovano in una camera sotto il corpo materno. Le neanidi neonate (2) sono minute e piatte, di color rugginoso e rappresentano lo stadio mobile di questo insetto. Le uova sono ovoidali di color viola pallido e se scosse su una superficie chiara sembrano granuli pollinici.


1
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2
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Riconoscimento e danni:
Il carattere distintivo di questa cocciniglia è il cornetto di cera ripiegato in avanti che tuttavia non è sempre presente, per cui il ceroplaste ceroso può essere confuso con altre specie dello stesso genere e anch’esse rivestite di cera (in Italia sono presenti e diffuse: Ceroplastes sinensis detta “cocciniglia ad elmetto degli agrumi”, C. rusci detta “cocciniglia del fico”, C. japonicus o comunemente “ceroplaste del Giappone”). Un criterio di distinzione tra il ceroplaste indiano e quello giapponese, molto simili di aspetto, è dato dal fatto che il primo infesta solo i rametti, mentre il secondo preferenzialmente le foglie. I danni sono costituiti dalla sottrazione di linfa con conseguente indebolimento della pianta, e produzione di melata con possibile sviluppo di fumaggini che ostacolano la fotosintesi clorofilliana.



Distribuzione e diffusione:
C. ceriferus è specie di origine esotica, è stata segnala in Italia per la prima volta nel 2001 in provincia di Verona e in seguito la sua presenza si è andata espandendo nelle regioni padane. Questa cocciniglia viene diffusa allo stadio di neanide soprattutto dal vento anche a distanze di centinaia di metri, ma pure uccelli e l’uomo possono contribuire alla diffusione. L’introduzione in nuove aree avviene con ogni probabilità con il commercio di materiale vivaistico.



Piante ospiti:
Il ceroplaste indiano è specie assai polifaga e sono oltre cento le piante ornamentali suscettibili di attacco (tra le più comuni: Acer, Berberis, Buxus, Cornus, Deutzia, Euonymus, Ficus, Ilex, Lagerstroemia, Laurus, Magnolia, Platanus, Populus, Pyracantha, Rhododendron, Salix, Viburnum), inoltre possono fungere da ospiti anche fruttiferi quali agrumi, melo, pero, fico, susino, cotogno.



Biologia:
Il ceroplaste indiano è una specie ovipara e come in generale tutti i ceroplasti è molto prolifica (ogni femmina depone mediamente un migliaio di uova). Svolge un sola generazione nell’arco dell’anno e lo svernamento è sostenuto dagli adulti, i quali sulle piante caducifoglie risultano ben visibili nella stagione fredda in virtù del loro colore candido. L’ovideposizione avviene in giugno, mentre le nascite sono scalari con inizio dopo circa 2-3 settimane dalle prime deposizioni di uova. Le neanidi neonate sono mobili e colonizzano la pianta ospite, poi dopo la prima muta conficcano il rostro nella pianta e si fissano. Nei primi stadi di sviluppo (1^ e 2^ età) la cera forma dei corti raggi che danno alla cocciniglia un aspetto detto “a stella”, mentre nella 3^ età in questa specie si forma il caratteristico cornetto ceroso che le conferisce l’aspetto a “cappello d’asino”. Nelle femmine adulte, che compaiono in agosto, tale cornetto si perde, tuttavia lo strato ceroso è candido a differenza di quello del consimile ceroplaste del Giappone che invece tende al grigio.



Controllo:
La difesa si basa su trattamenti con olio bianco estivo da effettuarsi all’inizio dell’estate contro le forme mobili che costituiscono la stadio più vulnerabile del fitofago, altrimenti ben protetto dallo strato ceroso. Poiché la schiusura delle uova è scalare è bene ripetere gli interventi 2-3 volte a distanza di una decina di giorni. Una lotta più efficace si ottiene integrando l’olio bianco estivo (dose 1%) con un insetticida biotecnico regolatore di crescita (buprofezin).


foto n.1: F. Castiglioni

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