Premessa: mi sono collegata qualche giorno fa ed ho letto questo post che mi ha infiammato il cuore di una rabbia furibonda. Mi ci sono voluti due giorni per decidermi a rispondere, per capire se ne valesse la pena o meno, ed ora collegandomi, trovo altre risposte da parte di ex colleghi del forum di Lucia.
Voglio precisare che non le ho ancora lette e che la mia risposta è assolutamente personale dato che non frequento più alcun forum.
Pietro Puccio ha scritto:
“tornare indietro è estremamente difficile, praticamente impossibile, ci vorrebbe grandissimo coraggio ma soprattutto un vero, sincero amore (o interesse, che dir si voglia) per il giardinaggio, le piante, la natura. Se ci si pone in quest'ottica non è pensabile che ci si allontani da un sodalizio che persegue ottimamente i suoi scopi per motivi che nulla hanno a che vedere con gli stessi, anche se si è stati gratuitamente offesi in qualche acceso scambio di opinioni. “
Come rispondere a qualcosa che ha una tale portata ed una tale valenza? In che termini, in che modo? Se fosse stretta tra noi due, Pietro Puccio, non ti risponderei neanche, perché dubito che tu possa vedere e comprendere qualcosa che sia collocato oltre il tuo naso, rendendo vano ed inutile qualsiasi tentativo di intraprendere un processo comunicativo; ed in effetti io non rispondo a te, personalmente, ma a quello che tu dici.
Perché davanti ad una cosa del genere io proprio non posso trattenermi. Perché qui si parla di me, di ciò che sento e di ciò che sono.
Prima di tutto, anche se prudentemente (al contrario di me) non hai fatto nomi, il riferimento a me e a qualche altra persona mi sembra più che chiaro, quindi direi di essere per un momento schietti e sinceri e di mettere da parte le formalità della dialettica e la puntualizzazione sulle persone in questione.
E comunque anche se questo commento non fosse diretto a me personalmente, nulla di ciò che dirò perderà il suo valore.
Io non so se qualcuno qui abbia veramente capito cosa hai scritto quissù. Non so se quel che c’è scritto quissù corrisponde davvero alle tue idee, e non so neanche se tu stesso hai compreso ciò che hai scritto.
Quello che tu hai scritto è qualcosa che travalica l’offesa, è qualcosa di tanto grave ed iniquo che difficilmente si può rimanerne offesi, poiché l’ingiustizia implicita nelle parole che tu hai scritto è talmente evidente da renderle un misero paradosso verbale.
Nessuno “qui” (o “lì”), perlomeno nessuna tra le persone che io ho incontrato “qui” o “lì”, merita una simile accusa, nessuna.
Tu hai semplicemente affermato, con il tuo solito e affascinante linguaggio delle persone insinuanti, che amano dire e non dire, che chi se ne è andato da qui (io, Lucia, Chicca, Trem, Noor, e chissà a quanti altri stavi pensando) non nutre un “vero, sincero amore (o interesse, che dir si voglia) per il giardinaggio, le piante, la natura”.
Che ti sbagli è talmente tanto ovvio da non essere necessaria alcuna spiegazione, anche se immagino tu rimanga convinto del contrario.
Sinceramente di quel che pensi tu di me e del resto del mondo e della vita, me ne sbatto allegramente le ali, ma non permetto che dubbi di questo genere vengano insinuati negli animi di chi legge le tue scempiaggini.
TUTTI quelli che stanno “qui” e “lì” amano “ il giardinaggio, le piante, la natura”. Tutti, compreso te. Il che è la testimonianza perfetta ed assoluta di come il fatto amare “il giardinaggio, le piante, la natura” non renda una persona necessariamente migliore o più illuminata delle altre.
Non so se mi spiego.
Tu, come tante persone su questa Terra, sei afflitto da quella forma di ottusità patologica che conduce chi ne soffre a pensare di avere ragione sempre lui, soltanto lui.
Questo è il meno.
La logica dell’ottusità è ferrea almeno quanto quella della lungimiranza e della saggezza, e si pone agli occhi di chi non ha una vista sufficientemente acuta come qualcosa di assolutamente plausibile e razionale.
Questo è il medio.
Il mondo dei sentimenti degli altri ti è completamente sconosciuto. Non puoi immaginare neanche come le cose tocchino gli altri in maniera differente da come toccano te. Non puoi neanche capire come gli altri siano mossi da ideali, o più semplicemente da romantiche ambizioni. Fiumi di inchiostro sono stati scritti su queste cose, è una questione su cui la Razza Umana si arrovella da sempre, da secoli. Tu, che hai il doppio dei miei anni, non sei ancora riuscito ad imparare la lezione della Storia dell’Uomo!
Questo è il grave, anzi, gravissimo.
Sei come privo di un senso, sei menomato. E sinceramente, in questo momento, con due tranquillanti addosso, per te mi dispiace davvero. Ieri, senza tranquillanti, ti avrei volentieri gettato nel Flegetonte.
Non ti rendi conto di come e quanto sei contraddittorio, nel predicare l’eguaglianza assoluta tra le piante e a sceglierne alcune piuttosto che altre per il tuo balcone o la tua serra. Tutto questo fa parte del normale fluire della vita e delle cose: scegliere un abito, un film, un cibo, le persone.
Non c’è niente di riprovevole nel farlo e nel manifestare i propri gusti, in un senso o nell’altro.
Ti ho sentito dire, una volta, che non è giusto giudicare una persona in base a ciò che coltiva.
Beh? Che bella novità, hai scoperto l’acqua calda! A me non è mai passato neanche nell’anticamera del cervello di giudicare la gente in base al suo giardino: tutto quel che si può giudicare dai giardini delle persone (ma non solo, anche dai loro abiti, dalla loro casa), sono unicamente i loro gusti. Mi sembra così evidente e così lampante da apparire un concetto tra i più banali, dozzinali e scontati, che si possano esprimere durante una conversazione spicciola in ascensore a alla fila dal medico.
Questo non significa la supina accettazione dei gusti degli altri, poiché questo sarebbe la forma più virulenta di questo male, di cui tu fortunatamente non sei affetto perché colpisce intelletti più elevati del tuo, ed è anche quella che si nasconde dietro un’apparente apertura mentale e che scatena tutta la sua stolidità solo in determinate circostanze, piombando chi la pratica in un abisso di ignominia e arroganza morale.
La peggior forma di razzismo in assoluto: siamo uguali. Non siamo uguali niente, siamo diversi, e per quanto possibile dobbiamo cercare di non pestarci i piedi a vicenda.
Che poi tu pensi che qualcuno “qui” o “lì”, pensi male (o bene) delle persone in virtù delle piante che coltiva, depone tristemente a sfavore del tuo intelletto e della tua sensibilità. Del tuo intelletto per non avere saputo correttamente interpretare un pensiero sempre esposto con chiarezza, della tua sensibilità perché non c’è cosa più vera del detto :”Ognun del proprio cuor l’altrui misura”. Lascia che ti dica che la misura del tuo cuore è così minuscola che potrebbe sfuggire persino ad un sincrotrone a particelle elementari.
Ciò significa una sola cosa: se tu credi possibile che qualcuno giudichi la moralità delle persone in base ai loro gusti floreali, proprio tu sei tra quelli che pratica questo giudizio: sei tu che giudichi me per le peonie, non io te per le tue orchidee!
Questo è ciò che hai dimostrato con il tuo modo di agire meschino e ipocrita. Credi che siano i trenta con lode presi all’università a fare un uomo? A mio tempo anche io ne ho presi un bel po’, ma so di avere tanto da imparare dagli altri e dalla vita, tanto quanto io stessa non riesco neanche ad immaginare. Tu invece pensi di avere in soli sessant’anni conquistato la saggezza assoluta dalla quale ti verrebbe il diritto di giudicare gli altri in base ai tuoi sentimenti, alle tue idee, al tuo essere. E badate, qui non si tratta di un giudizio sulle azioni di una persona, di apprezzamenti sulla sua intelligenza o sul suo senso dell’umorismo, sulla sua finezza o grossolanità, sulla sua educazione, sulla sua cultura, sulla sua saggezza. Quello che hai dato tu è un giudizio integrale sull’intera sfera della spiritualità di una o più persone, per di più palesemente errato.
Questo senza conoscerle minimamente, e senza avere MAI tentato di avere con loro un benché minimo rapporto, non dico di amicizia, ma almeno amichevolezza.
Bisogna essere di ben altra pasta che non la tua per permettersi lussi così grandi. Bisogna essere santi o filosofi, possibile che non te ne renda conto?
Ma no, sicuramente te la stai godendo sulla tua poltroncina, ridendo delle mie parole, oppure le considererai lo sfogo di una testa calda, di una egomaniaca pazza, o ancora il tentativo di rientro in una comunità da parte di un soggetto instabile e pericoloso, egocentrico, mosso unicamente dal desiderio di mettere in mostra se stesso e le proprie idee e con esse prevaricare chi è culturalmente più debole. La prenderai come una provocazione, ma questa è -al contrario- la mia risposta alla tua provocazione, perché la provocazione è venuta da te.
Il dire che siamo uguali quando evidentemente non lo siamo è una delle forme di razzismo tra le più meschine e riprovevoli. Implica la non accettazione della diversità, la necessità di un’omologazione in nome di un fasullo ideale democratico, distorto e mal interpretato.
Ciò è di cui tu sei affetto, Pietro Puccio. Per dirlo alla carlona, tu sei il classico soggetto che predica bene e razzola male, e giudica gli altri se non razzolano allo stesso modo. E giudica male chi giudica gli altri in maniera differente da come li giudica lui.
Sei un pagliaccio ed un maleducato, che si nasconde dietro un pessimo, e non sempre corretto, linguaggio burocratico da vice-bidello di provincia in pensione. Sei il classico soggetto che tira il sasso e nasconde la mano.
Quanto al resto dell’affermazione: “…non è pensabile che ci si allontani da un sodalizio che persegue ottimamente i suoi scopi […] anche se si è stati gratuitamente offesi in qualche acceso scambio di opinioni”, mi viene il dubbio che tu abbia vissuto su Plutone negli ultimi anni, oppure mi viene da pensare che l’ideale di vita per te sarebbe un monastero vulcaniano.
E sul fatto che questi scopi siano stati “ottimamente” perseguiti nel periodo al quale ci riferiamo, ho altri, e ben più forti dubbi.
Baci le enciclopedie, ultimamente? Conversi con i CD rom della Treccani? ti fai coccolare dai vocabolari?
Io non so cosa vuoi tu dalla vita, ma io voglio una risposta dei sentimenti ai miei sentimenti, e su questo nessuno al mondo ha diritto di pontificare. Non mi bastano semplici consigli su come tenere le orchidee, questo me lo cerco sul libro. La tua è la grettezza di cuore di chi non vuol ricevere perché poi dovrebbe dare a suo volta.
Io – e su questo che nessuno al mondo si azzardi anche lontanamente di pensare il contrario- ho amato questo e quell’altro forum più di quanto nessuno di voi possa neanche lontanamente immaginare, l’ho amato come la mia stessa vita, ho amato il forum e ho amato voi, visceralmente e intensamente, e me ne sono andata perché era devastato, deturpato, distrutto nei suoi principi fondanti, crollato, completamente franato. Nonostante proprio coloro di cui tu dici che non avessero vero amore o interesse per il giardinaggio avessero tentato di arginare con tutte le loro forze queste frane e ricostruire qualcosa dalle rovine. E questo a costo di spendere se stessi, i propri sentimenti, il proprio tempo, la propria interiorità. Questa spesa in termini di affetti non è stata compresa che da pochissimi, e la convivenza con persone che snobbano o se ne fregano delle cose migliori che di se stessi si mettono in cose nelle quali si crede e che si amano, è insostenibile per chiunque.
Chi di voi starebbe con qualcuno che gli mettesse le corna? Io no di certo. Mazziata va bene, ma cornuta no.
Tu vieni a fare a me la lezione di educazione e di morale? Tu non puoi fare lezioni di educazione a nessuno, nemmeno a me, che al tempo di quella pietosa farsetta da Grand Guignol, dalla cui lettura solo per un caso mi sono salvata, commisi l’errore di essere troppo sincera nell’esporre le mie antipatie.
E voglio anche aggiungere che tutti gli errori che ho commesso non li ho mai fatti con malignità o intenzione di nuocere, e comunque li ho sempre volentieri riconosciuti.
E’ molto facile puntare il dito su chi sbaglia, ma non altrettanto riconoscere i propri di errori o dimenticare quelli degli altri, anche dopo tanto tempo.
E lasciate che vi dica una cosa, se a qualcuno può ancora interessare un mio consiglio: vi lamentate perché c’è un’atmosfera poco solidale. Ma perché non fate voi, in prima persona, qualcosa per cambiare le cose? Perché non spendete un po’ di voi stessi? Perché siete voi i primi a non crederci, perché lasciate che le cose vadano alla deriva, delegando gli impegni e le responsabilità agli altri. Ma non vi rendete conto che siete voi, ognuno di voi, i veri ed i soli responsabili di come vanno le cose?
Tornare indietro non è solo impossibile, ma anche inutile. Dovete andare avanti, altro che indietro!
E questo genere di post è la riprova di come a molti piaccia tornare indietro ed andare a pescare nel torbido, facendo franare ulteriormente le cose.
Perché non vedete quello che dovete fare voi per migliorare le cose qui, invece di starnazzare inutilmente sul passato? I ricordi sono qualcosa che abbiamo, che ci rimane, non qualcosa che abbiamo perso.
Un’ultima postilla voglio aggiungere: ho letto che “lì” non si sarebbe creata la stessa atmosfera magica e un po’ ovattata che c’è stata qui per molto tempo. Questo non è vero, perlomeno per me, perché tra me, Lucia, Trem, Chicca, Noor e molti altri, c’è stata una vera condivisione dei sentimenti, qualcosa che ha veramente, per un momento, sfiorato l’amore. Chi non l’ha visto è perché non l’ha vissuto.
Io posso parlare solo per me stessa, perché come quelli che tra di voi amano tenersi aggiornati, non frequento neanche più “lì” (ehi, ma hanno ricostruito il Muro di Berlino? Non lo sapevo!).
Se ci volete andare andateci, no? Perché tutti questi problemi? Ci sono andate con grande faccia tosta persone dalle quali evidentemente tentavamo di scappare, quelle che hanno fatto franare l’edificio e che hanno mandato a fuoco il divano, non capisco perché non ci debbano andare persone che non c’entrano niente solo perché non sono state “invitate”. Ormai non è più roba mia, ma questo lo so di sicuro: non è un forum ad inviti.
Se qualcuno avesse qualcosa da dirmi sono lieta di starlo a sentire e di intavolare un discorso civile, qualora qualcuno ne dovesse sentire la necessità, ma sono stufa di questi ignobili attacchi da quattro soldi da parte di chi crede di stare al vertice della piramide del mondo.
Ad majora semper, questa è l’unica cosa con cui concordo.