Violetta, con tutto il rispetto: il discorso di Travaglio l'hai sentito a volume zero, leggendo il labiale?
O forse hai solo letto il riassunto su Libero o sul Giornale?
Perché ha detto cose (giuste o sbagliate che siano) che non hanno davvero poco a che fare con quello che hai capito tu.
Non c'è molto da aggiungere, Peppone69 nel suo commento del 29 giugno ha già riassunto egregiamente tutto quello che c'era da dire.
A livello puramente etico, anche per me è giusto che il maltrattamento degli animali rientri nella lista dei reati penali: è un crimine grave ed ingiustificabile, non merita né indifferenza né attenuanti di nessun tipo.
Analizzando un po' meglio la faccenda però si scoprono alcuni dettagli molto interessanti... dettagli ai quali evidentemente non hai prestato la minima attenzione, presa com'eri a giudicare superficialmente l'involucro esterno del del discorso.
Se un deficiente uccide il mio cane a bastonate e lo arrestano, con l'attuale legislazione penale è molto probabile che la faccia franca: prima della sentenza passano DIVERSI ANNI e la pena prevista per quel reato, per quanto considerevole, è comunque sufficientemente lieve da garantire quasi sempre al colpevole di non farsi neanche un giorno di galera (quando uno si becca dai 3 anni in giù di solito in gabbia non ci va neanche mezz'ora).
Risultato: la macchina della giustizia si occupa del caso per anni, bruciando decine di migliaia di euro di soldi pubblici, per poi lasciare il colpevole LIBERO ed IMPUNITO.
Travaglio dunque propone: forse è meglio depenalizzare il reato (che non significa "renderlo legale", ma "spostarlo dal penale al civile") e commutare la pena carceraria (quasi sempre immaginaria) in una multa salatissima da pagare subito.
A me sembra sensato: una multa da 20, 30, 50 mila euro da pagare subito è un deterrente di tutto rispetto! Sicuramente più efficace di una pena molto improbabile e lontana nel tempo.
Qualcuno ha scritto: se uno non ha i soldi per pagare la fa franco comunque.
Che io sappia non funziona così: se non hai i soldi ti sequestrano tutto quello che hai (il che non è certo piacevole), e se non hai abbastanza o non hai nulla, allora vai in galera, come accade nei casi di insolvenza.
E ci vai di sicuro e subito, non forse e tra 7 anni.
Tutto chiaro adesso o serve un disegnino alla lavagna?
Detto questo, a mio modesto parere una riforma seria dovrebbe assestarsi su un compromesso... sarebbe opportuno che il reato rimanesse nel penale, in modo da sottolinearne la criminosità, ma allo stesso tempo che la pena privilegiasse l'aspetto pecuniario (tradotto: multa gigantesca, come suggerisce Travaglio).
Probabilmente Marco basa la sua proposta su ragioni squisitamente pragmatiche: non sono un esperto di diritto, ma non mi stupirei se il compromesso da me proposto risultasse non attuabile per ragioni formali/giuridiche... in tal caso, sottoscriverei la sua idea.
Per la cronaca, la mia non vuole essere un'apologia di Travaglio: in generale lo stimo e concordo con lui, ma in qualche occasione mi è capitato anche di avere opinioni divergenti... e in ogni caso, sarebbe sciocco dare sempre ragione (o torto) a qualcuno a prescindere; l'ipse dixit è una trappola da evitare, punto.
Se ho scritto tutto questo è solo perché:
1- sono allibito dalla facilità con cui certa gente riesce a fraintendere anche i discorsi più limpidi ed espliciti.
E' del tutto evidente che o non hai realmente ascoltato integralmente il discorso di Travaglio, o sei clamorosamente riuscita a non capirlo nonostante la chiarezza.
2- Rivolgendoti direttamente a lui hai scritto "forse a te non frega nulla delle violenze perpetrate sugli animali": peccato che nel suo ragionamento Travaglio affermi esplicitamente il contrario, per cui la tua insinuazione è semplicemente offensiva.
Infine, dispiace constatare come molti commentatori (qui e altrove) si siano frettolosamente accontentati di letture superficiali come la tua, accodandosi nel giudizio, senza neanche prendersi il disturbo di andare a controllare personalmente alla fonte.
Penso che questa tendenza alla non-verifica sia riprovevole e molto pericolosa, e infatti è ampiamente e deliberatamente usato dai mass media per divulgare falsità e confondere la gente.
In altre parole, siamo un popolo di creduloni anche perché troppo spesso prendiamo per buona la prima versione che ci viene proposta... a tutto vantaggio della disinformazione e del qualunquismo.
A me viene spesso un pensiero che devo approfondire...la base della nostra cultura è il Cristianesimo, che insegna l'amore e siamo (noi Occidente) una civiltà per lo più di odio...Nei paesi Buddisti e Induisti, dove non esiste una vera e propria religione, ma la religiosità è vissuta più come norme di comportamenti quotidiani, insomma, non c'è un dio- principio c'è un rispetto della natura e degli animali che noi non ci sogniamo neanche...non è che ci dobbiamo "depurare" da questa nostra idea di "centralità" nella creazione, e sentirci, invece, proprio parte integrante e alla pari con il resto del creato?...Chi l'ha detto che gli animali sono stati "creati" perchè l'uomo possa servirsene?
1- Il cristianesimo non è la "nostra" cultura: "nostra" di chi?
Ogni cultura appartiene a chi la accetta, a chiunque decida di farla propria. Ma non può certo essere estesa per osmosi a chi gli sta intorno! Sarebbe un tantinello presuntuoso, non trovi?
2- Nel buddhismo dio non esiste; nell'induismo sì, e ben più di uno... svariati milioni.
3- L'antropocentrismo, la centralità nella creazione (sempre che si possa parlare di creazione, ma sorvoliamo) e compagnia bella sono temi fondanti del cristianesimo.
Chiedi, "Chi l'ha detto che gli animali sono stati "creati" perchè l'uomo possa servirsene?" Risposta: è scritto pari pari nella bibbia.
Ma ribadisco quanto detto nel punto 1: questa non è necessariamente la "nostra" cultura, la "nostra" prospettiva... è la cultura di chi vuole abbracciare quella cultura.
Ne esistono tante altre.