cmq, per non perdere il senso di un così dibattuto e partecipato thread, rientrerei dalla finestra con la pubblicazione di un pamphlet scientifico che mi è or ora capitato tra le mani e che in qualche modo mi è parso connesso con l'argomento, se può interessarvi approfondire anche questo aspetto secondario vagamente citato a un certo punto, non ricordo da chi. eccone a seguire una co
analisi para-medica dell'ipercontrollo quale disturbo post-traumatico in ambito amoroso (più specificatemente: il controllo conseguente ustione percepita dal soggetto come di penultimo grado)
dedica: ai posteri, affinché almeno loro possan trarre beneficio dalle sofferenze patite e dagli sforzi effettuati per risalire la china da parte di coloro che coraggiosamente hanno deciso di credere nell'amore e non si sono adattati al cinismo diffuso
sintesi dei risultati della ricerca: questo tipo di controllo non funziona, ovvero non sortisce alcuno degli effetti di protezione da eventuale (temutissima, a livelli di terrore puro) ricaduta.
motivazioni:
- questa specifica tipologia (sia acuta che cronica o intermittente) di ipercontrollo tiene l'altro a distanza tale da non poter essere conosciuto
o
- l'altro non solo non viene fatto 'entrare' (che va anche bene in fase iniziale) ma viene addirittura lasciato sulla soglia a porta chiusa. anche in questo caso non vi è quindi modo pratico per il soggetto di verificare tutto ciò che desidera e necessita verificare prima appunto di dare il suo lasciapassare, in quanto da dietro la porta è materialmente impossibilitato a scoprire alcunché di utile.
nb: guardare dallo spioncino è stato ampiamente dimostrato non essere sufficiente come metodica di raccolta informazioni, la maggior parte dei sostenitori di questo metodo ammettono rivelarsi infine fallimentare.
risultato:
si resta isolati, soli chiusi in casa. e senza realmente sapere se si è perso qualcosa oppure no.
effetti secondari (a seconda dei soggetti):
malessere complessivo. paranoia. vittimismo. negazione. esaltazione. follia. depressione. fantasie di suicidio. rabbie esplosive e spesso immotivate o rivolte contro innocenti. illusione. (l'elenco prosegue ma per motivi di spazio non daremo qui menzione di tutto; nel caso, si veda appendice in calce)
a cosa è dovuto (varie motivazioni, che possono presentarsi singolarmente o in grappolo):
incapacità di elaborarazione delle informazioni che si ricevono, incapacità a mettere sani paletti laddove servano e al contempo a levarli quando sia il caso
incapacità di gestione equilibrata dei passaggi tra 'estraneità' e 'intimità' (il soggetto rischia di far 'entrare' improvvisamente completi sconosciuti potenzialmente pericolosi o di tenere a distanza persone conosciute e innocue)
(nel soggetto può o meno esservi consapevolezza di questa sua ignoranza e quindi può non sapere come ovviarla)
cura:
la sintomatologia tipica trova beneficio nell'immediata applicazione ripetuta e costante delle seguenti pratiche:
- in fase acuta, stoppare ogni tipo di attività di pensiero compulsivo sul nascere, respirare a fondo e sospendere l'azione che ne sarebbe seguita
- rilassarsi
- in fase cronica, evitare ogni tipo di recriminazione, vittimizzazione e accusa
- rilassarsi
- smettere di guardare costantemente al passato o a un futuro troppo distante
- rilassarsi
- riprendere contatto con il momento presente, le proprie priorità e i progetti derivanti dalle aspirazioni personali considerate più importanti
- rilassarsi
-accettare che ciò che è stato è stato, eliminando il giudizio su qualsiasi soggetto (compreso l'affetto da ipercontrollo compulsivo in trattamento) abbia preso parte agli eventi e ne sia considerato causa (nota: alcuni pazienti mostrano tendenza ad incolpare soggetti terzi che non sono materialmente intervenuti nei fatti che hanno prodotto la sindrome, es. genitori, religione/dio, società, ecc)
al miglioramento della sintomatologia:
- rilassarsi
- riprendere contatto con il mondo esterno
- rilassarsi
- procedere a piccoli passi imparando così a gestire via via le situazioni, in particolare relative a dinamiche di relazione, aprendo e chiudendo a seconda di ciò che il paziente in via di remissione sente effettivamente di fare
- rilassarsi
dosaggi: ripetere più volte al giorno secondo necessità e per un periodo da determinarsi a seconda della gravità dei sintomi
fonti: pluriennale esperienza personale di candidati volontari giunti all'esasperazione e prossimi alla scelta di dipartenza definitiva