l' acquisto compulsivo credo che accomuni tutti gli orchidifili, lo può fermare solo la propria economia e lo spazio. Lo sbaglio che si fa all' inizio è quello di voler possedere piante alle quali poi non riusciamo a fornire le condizioni ambientali di cui necessitano, prima di comprare una pianta pensaci bene, i phrag per esmpio amano sia lo sbalzo termico che una buona luminosità come pure una buona umidità radicale, radici non bagnate ma umide, tant' è che spesso vengono coltivati con un sottovaso, molti di loro in natura nascono accanto a ruscelli
A me la fase compulsiva è esplosa solo un paio di anni fa, con una tregua l'inverno scorso. Il problema grave è che non sono propriamente all'inzio, almeno nello stretto senso cronologico, perché temo siano ormai passati 40 anni da quando portai a casa la prima phal. Sempre che l'abbia portata a casa io. Tuttavia non ho imparato niente, in tutto questo tempo, né sulle orchidee né sulle altre piante. Quando ho cominciato io, credo che nei garden si trovassero solo phal. L'errore di prendere piante non adatte al mio ambiente non potevo farlo neanche volendo. Internet era di là da venire. Ma mi informavo
: ricordo che avevo un libro sulle orchidee in cui si diceva che nella coltivazione casalinga le phal potevano sì crescere, emettere nuove foglie, ma era praticamente impossibile farle fiorire. Immagina la soddisfazione alla prima rifioritura. A maggior ragione adesso, e con maggiore fiducia, previa selezione delle fonti, mi informo molto bene prima di comprare nuovi generi. Poi succede anche che a volte le piante sorprendano e resistano bene in condizioni diverse da quelle canoniche.
Un tale mi aveva spiegato come coltivava il suo Bessae e mi sembrava di poter offrire condizioni non molto diverse, se tenuto in casa da mia madre. Ma poi ho rinunciato. Come a tanti altri generi. In realtà le orchidee che vorrei tenere in casa sono molte di meno di quelle che ho. E non tutte quelle che ho sono quelle che vorrei...