in base alla mia esperienza.. spesso i libri scrivono cose non proprio vere
cioè, fanno grande un fatto occasionale, senza però andare a verificare sul terreno quante piante siano sopravvissute dopo quell'evento, senza precisare che probabilmente in quell'occasione la popolazione delle piante si è notevolmente ridotta, e che le sopravvissute o erano esemplari particolarmente sviluppati oppure erano collocate in posizioni favorevoli.
da lì a farne una condizione adeguata alla coltivazione.. ce ne passa un po'
in effetti avevamo già approfondito questo aspetto.
dici che il tuo amico coltiva su un terrazzo, quindi si all'aperto ma in qualche modo non all'aperto, non a terra, sono dettagli che quando devi posizionare una pianta fanno la differenza
poi non sappiano che lati ha protetti dai venti, quanto calore rilasciano i muri di questo terrazzo, se mi cambiano 2 gradi, fa tanta differenza, quant'acqua prendono in inverno, se la prendono...
sono moltissime le variabili da considerare nel momento in cui decidi di coltivare una pianta ai limiti della sua sopportazione, quindi è necessario essere molto precisi nella descrizione della localizzazione non basta dire si possono tranquillamente coltivare all'aperto
p.s. c'è un altro particolare che nelle varie opzioni di coltivazioni portate ad esempio da biro e cscarfo manca, i picchi bassi delle zone d'origine sono spesso solo picchi, poi in giornata le temp salgono comunque molto, mentre da noi tendono spesso a rimanere basse per tempi abbastanza lunghi, il che non da modo alla pianta di poter recuperare lo stress del momento, e quando diventa uno stress a lungo termine.. risulta complicato per la pianta poter recuperare