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Insulti e dintorni

natabruja

Esperta Sezz. Rose
L'uso delle parolacce come intercalare quasi "normale" in una discussione io l'ho scoperto a Milano, ormai molti anni fa.
Era la mia prima sera in un pensionato universitario e c'era la classica assemblea di confronto tra studenti e direttore del pensionato. Uno studente prese la parola e...furono solo parolacce. Io arrossii per la vergogna: venivo da Napoli dove, allora, le parolacce le dicevano solo i ragazzi, tra di loro, mai davanti alle ragazze. Dallo studente il microfono passò al direttore del pensionato ed io mi rasserenai pensando: adesso li metterà a posto usando un linguaggio adeguato. Ma va? Un fiume di parolacce, ed io mi rifugiai in camera più rossa di un pomodoro maturo!
Con il tempo, vivendo e lavorando in questa città, ho capito che l'uso di certe espressioni tipo str o tdc non avevano sempre un senso malevole, piuttosto un uniformarsi ad un linguaggio sbrigativo e di effetto immediato senza tanti giri di parole.
Io stessa lo ho assimilato, senza esagerare e non arrossisco più.!!!
Comunque l'espressione da me più usata nei confronti di un mio collega o collaboratore, per significare la poca brillantezza è sempre stata "tiene 'a capa pè spartere 'e recchie" ovvero: l'unica funzione della sua testa è quella di dividire le orecchie. In senso benevole però!:)
 

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
più leggo i vostri post e più mi convinco di essere uno "fuori dal mondo"
per me rimangono solo parole e insulti che mi creano solo disagio ascoltandoli
,anche se detti "confidenzialmente" , più o meno "scherzosamente" od ormai di uso comune .......io mi trovo ancora a disagio !
ascoltandoli , anche se reputo ognuno libero di parlare ed esprimersi come vuole ,rimane ,chi lo fa, una persona che ai miei occhi ha "perso punti"......e poi chi lo fa anche in pubblico....
per me rimane una persona volgare e poco educata ..........
che dire ........concetti vecchi ? per usare una espressione forzata sono una "testa :muro: da portone "? cioè "di coccio"..:storto:... forse, ma mi auguro di non essere l'unico a pensarla così......
 
Ultima modifica:

miciajulie

Fiorin Florello
ho vissuto le parolacce schizofrenicamente. a scuola, al lavoro, frequentissime, sentite e anche proferite, qualche volta in perfetto stile 'scaricatore di porto', come dice mio marito scuotendo la testa. a casa, papà le diceva se si arrabbiava, mamma, come nei film comici, mi copriva le orecchie. mi scappò un caxxo intorno ai 16 anni, immantinente mi arrivò un ceffone che mi fece rivoltare la faccia e lo stomaco. e anche da adulta, intendo 40enne abbondante, se con mamma mi sfuggiva la 'parolaccia' - difficile scindere sempre 'qui le posso dire' da 'qui no' -, e per lei erano tutte 'acce' uguale, non mi lasciava più le cinque dita bordeaux, ma cacciava certa occhiata da incenerirmi in un nanosecondo. l'offesa forse più milanese che conosca è 'pirla'. da pirlare, girare. nell'arco di una 50ina d'anni ho notato la modificazione che si è data a questo termine. nato come offesa a basso impatto (di più basso c'era solo barlafus*), senza cattiveria, è diventato via via piuttosto pesante, quasi sinonimo (vocativo) di caxxo, per tornare ora, sdoganato anche da vari film, a riprendere il suo significato iniziale, di cretinetti che gira a vuoto, stupidotto, scemotto.
* barlafus=cianfrusaglia, cosa di scarso valore. accento sulla u, da leggere alla francese, streeeetta. non so se c'entri il fuso e anche qui ci si riallacci al girare, al pirlare... mah
 

new dawn

Guru Giardinauta
Ha ragione Marco a dire che si tratta di cattiva educazione, ma non tanto per l'offesa contenuta nelle parolacce, quanto perché le parolacce hanno la stessa funzione di un alimento comprato già cotto e scongelato che si mette un minuto nel microonde.
Sono una sintesi facile e veloce di un concetto espresso senza attenzione e senza argomentare, cioè in modo rozzo e semplicistico. E questa è cattiva educazione, cioè incultura.

Però a volte sono utili. Per esempio in macchina come si fa a dire in un attimo a uno che ti taglia la strada "guardi, lei si sta comportando in modo scorretto e prepotente oltretutto mettendo a repentaglio la mia sicurezza nonché la sua".
Non si potrebbe.
 

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
Ha ragione Marco a dire che si tratta di cattiva educazione, ma non tanto per l'offesa contenuta nelle parolacce, quanto perché le parolacce hanno la stessa funzione di un alimento comprato già cotto e scongelato che si mette un minuto nel microonde.
Sono una sintesi facile e veloce di un concetto espresso senza attenzione e senza argomentare, cioè in modo rozzo e semplicistico. E questa è cattiva educazione, cioè incultura.

Però a volte sono utili. Per esempio in macchina come si fa a dire in un attimo a uno che ti taglia la strada "guardi, lei si sta comportando in modo scorretto e prepotente oltretutto mettendo a repentaglio la mia sicurezza nonché la sua".
Non si potrebbe.
penso che ci siano maniere diverse per apostrofare un comportamento,un fatto, o una persona anche senza dover ricorrere agli insulti o a parole "passate in giudicato" ma sostanzialmente sempre insulti o senza essere volgari.......
se uno mi taglia la strada ......."indiano .....la freccia?"
se uno mi abbaglia con i fari....."hai gli occhiali da sole?"
cioè penso che se devi usare un insulto o una frase che insulta in maniera scherzosa o comune .....bhe come hai pensato allo "scherzoso" contesto da inserirla non ti manca di certo neppure l'intelletto per adoperare qualcos'altro al suo posto.....:storto: insomma anche se "inviperito" è il modo di comportarsi ed esprimersi che ti distingue dalla persona che ti stà davanti .....poi massima libertà per tutti .....anche quella di abbassarsi al suo livello ......come dire "di cafoneria"?
intercalare con parole più o meno volgari prima di tutto nuoce a chi le pronuncia
dato che quando ti va bene dicono di te quanto poco educato sei !
ma tant'è anche a me scappa un "azz" o affini ( anche altro, ma sempre tra me e me e praticamente mai rivolto ad altri)
ma anche piuttosto di "porca/o.... " con aggiunta di personaggi o animali vari che di certo non c'entrano niente preferisco un "porca paletta" innocuo e quanto mai utile per la sua "ironicità" a calmare gli animi e non montare assurde quanto mai violente e insulse reazioni
 

Vagabonda

Florello Senior
Però a volte sono utili. Per esempio in macchina come si fa a dire in un attimo a uno che ti taglia la strada "guardi, lei si sta comportando in modo scorretto e prepotente oltretutto mettendo a repentaglio la mia sicurezza nonché la sua".
Non si potrebbe.
eh eh eh...... ho immaginato la scena, che ridere....
 

new dawn

Guru Giardinauta
penso che ci siano maniere diverse per apostrofare un comportamento,un fatto, o una persona anche senza dover ricorrere agli insulti ...violente e insulse reazioni
Continuo a darti pienamente ragione ... le parole sono pietre. Ci sono rispettabili teorie neuroscientifiche che sostengono che l'uso di una determinata parola piuttosto che un'altra cambia i comportamenti e perfino i sentimenti attraverso modificazioni neuronali!
Se fossimo tutti più miti e gentili la vita quotidiana sarebbe davvero migliore. E non tiratemi in ballo gli ultimi casi di cronaca ... sto parlando del vivere quotidiano di milioni di persone, non di casi di criminalità.

Comunque questo topic sugli insulti voleva essere scherzoso o semiserio, fra persone come noi siamo, civili e ironiche:)

E anche interessante, per scoprire diversi modi di spedire insulti secondo i vari temperamenti italiani
 

Pin

Master Florello
Non mi sento violenta ne ineducata, se a volte uso una parola 'cattiva'.
Certo non intercalo in continuazione, ma a volte secondo me rende più l'idea, ad un amico che ti prende in giro dire ma quanto sei str.onzo, che non perdicinbacco, non sei carino nei miei confronti.
Di solito quando voglio colpire duro, uso parole corrette.
Non credo che si possa chiamare mancanza di mitezza o poca gentilezza, ma di usare le parole giuste con le persone giuste, e a seconda anche del grado non tanto di confidenza ma di affetto.
In tutto il forum, alcuni si sono presi 'amichevolmente' uno str.. da parte mia.
Altri si sono presi parole apparentemente corrette, ma di un contenuto forte.
E poi permettemi di dirlo, senza tacciarmi di scurrilità, a volte un vaffa..... è liberatorio.
 

ironbee

Guru Giardinauta
più leggo i vostri post e più mi convinco di essere uno "fuori dal mondo"
per me rimangono solo parole e insulti che mi creano solo disagio ascoltandoli
,anche se detti "confidenzialmente" , più o meno "scherzosamente" od ormai di uso comune .......io mi trovo ancora a disagio !
ascoltandoli , anche se reputo ognuno libero di parlare ed esprimersi come vuole ,rimane ,chi lo fa, una persona che ai miei occhi ha "perso punti"......e poi chi lo fa anche in pubblico....
per me rimane una persona volgare e poco educata ..........
che dire ........concetti vecchi ? per usare una espressione forzata sono una "testa :muro: da portone "? cioè "di coccio"..:storto:... forse, ma mi auguro di non essere l'unico a pensarla così......

No, non sei l'unico.
Anch'io ritengo che l'italiano sia abbastanza ricco di termini da permettere di esprimersi sempre in modo più elegante, senza per forza allinearsi al linguaggio proposto dai media.
 

daria

Master Florello
Non mi sento violenta ne ineducata, se a volte uso una parola 'cattiva'.
Certo non intercalo in continuazione, ma a volte secondo me rende più l'idea, ad un amico che ti prende in giro dire ma quanto sei str.onzo, che non perdicinbacco, non sei carino nei miei confronti.
Di solito quando voglio colpire duro, uso parole corrette.
Non credo che si possa chiamare mancanza di mitezza o poca gentilezza, ma di usare le parole giuste con le persone giuste, e a seconda anche del grado non tanto di confidenza ma di affetto.
In tutto il forum, alcuni si sono presi 'amichevolmente' uno str.. da parte mia.
Altri si sono presi parole apparentemente corrette, ma di un contenuto forte.
E poi permettemi di dirlo, senza tacciarmi di scurrilità, a volte un vaffa..... è liberatorio.

eheh qui il popolo degli intercalatori si infittisce...
sono d'accordo con la santadonna-e figuriamoci se non fosse santa...- e' impagabile la soddisfazione di un bel vaffa! al momento giusto :eek:k07:
 

Manu1

Maestro Giardinauta
Io detesto le parolacce, perchè spesso chi le usa, offende le orecchie dei propri vicini, che non possono difendersi. Le detesto quando sono dette gratuitamente, perchè sporcano la nostra splendida lingua, rendendo evidente che chi parla non conosce molte altre parole e le piazza qui e là per indicare quello che altrimenti non saprebbe esprimere. Le detesto anche perchè sono cresciuta con un padre che ne faceva largo uso, e io non potevo certo turarmi le orecchie, ma d'altra parte ero censurata da mia madre se dicevo "e che cavolo!" Non parliamo delle bestemmie che trovo un atto decisamentente violento se fatto in pubblico. Detto ciò, quando però la parolaccia è detta a "cecio", è perfetta, è come una battuta comica detta al punto giusto. Proprio oggi parlavo con una amica, che descrivendo un tizio, diceva quanto era problematico. E io che cercavo di capire, buttavo li ipotesi, parolone, dietrologia sul comportamento di questo tale. e lei ad un certo punto secca "no, no,è che'. rompe i co.....ni". Una parola giusta al momento giusto. mi ha fatto ridere. Il romanesco ha bellissime parolacce, i poeti ne fanno largo uso, i romani di oggi, invece, hanno dimenticato la lingua per infarcirla con le parolacce.Una cosa che trovo allucinante, è chi riesce ad insultarti senza manco conoscerti, tipo in macchina, persone che ti incrociano e ti insultano. ma chi sei? ma chi ti conosce, chi ti da il diritto di parlarmi così. Forse la patente ci rende automaticamente tutti parenti deficenti?
ecco, mi è partito un altro pistolotto.
ps
vero i bambini dicono troppe parolacce, ma di chi sarà la colpa?:confuso:
 

Silvio07

Florello
Nessuno forse crederà al fatto che molte parolacce sono nate con la lingua Italiana, si sono evolute con questa e sono state usate da tanti letterati compreso Dante Alighieri.:eek: In Toscana (dove è nata la nostra lingua) mi dicono (vorrei conferma dei Toscani) che le parolacce sono tutt'ora largamente usate da molti e in molti ambienti senza molti problemi. Sono parole come altre anche se molto violente. Come si fa a dire una persona che è una stronza in un modo ugualmente rapido e violento? Per non parlare di altri termini molto più pesanti ma che non voglio mettere qui.
Su wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Parolaccia
Ciao!

P.S. i bambini usano le parolacce tra loro più dei ragazzi perché non ne conoscono il peso. Oddio, bambini di 7 anni le hanno insegnate a me e miei amici.:eek:
 

Hélène

Esperta Sezz. Rose
Tipiche piemontesi sono: boja fauss, balengu e maraja. Per cose più particolari devo consultare il mio lessicologo di fiducia :D

A presto!
 

new dawn

Guru Giardinauta
Nessuno forse crederà al fatto che molte parolacce sono nate con la lingua Italiana

Eh Silvio, ci hai proprio azzeccato! Abbiamo studiato a scuola le primissime tracce del volgare apparse quando ancora si parlava latino

Nella Basilica sotterranea di San Clemente c'è un affresco risalente al 1080.
Vi si racconta del nobile Sisinnio, uomo assai geloso e testardo che, insospettito dalle frequenti uscite di sua moglie, l'aveva seguita ignorando che la donna non andava dall'amante bensì, essendosi convertita, si recava alle adunanze dei cristiani.
San Clemente sta celebrando la messa e uno schiavo invita l'intruso ad uscire dalla chiesa, ma questi non ne vuol sapere. Allora Clemente adirato per la mancanza di rispetto, lo rende cieco e sordo.
Pentito da tanta severità, Clemente decide di riparare e si reca nella casa di Sisinnio per risanarlo, ma il nobile, ormai sospettoso, ordina ai servi di trascinare fuori il santo.
Questi allora si trasforma in un masso e i tre servitori non ce la fanno a trasportarlo.
Ecco che Sisinnio li incita Traite fili de puta! Traite! e questa scritta è ancora leggibile sull'affresco.
Come finisce la storia? Naturalmente anche Sisinnio si convertì e divenne uno zelante cristiano.
L'espressione "Fili de puta" resterà in perpetuo nel linguaggio dei romani.
 
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