• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

Il caro Matteo

giallocrema

Giardinauta Senior
Ho seguito fino al suo epilogo (condanna all'ergastolo) la vicenda di Matteo Cagnoni, il dermatologo dei vip.
Potrebbe essere il solito caso di femminicidio in cui sembrano esserci dei punti fissi: l'intolleranza alle pretese di emancipazione e distacco della donna cui segue la furia omicida, l'attirarla in un luogo o in un contesto in cui eliminarla con una scusa.
Ma in questo caso, che mi ha turbato, c'è qualcosa di abnorme e mostruoso.
Il criminale ha un background non certo di disagio sociale e familiare, è figlio di un cattedratico, faceva il medico e partecipava a iniziative contro il femminicidio. Insomma nessuno avrebbe detto....
Dentro le mura domestiche si è assistito ad una escalation di atteggiamenti vessatori e paranoici, con modalità da tipico narcisista: tu moglie mia sei un niente, con il nostro matrimonio io ti ho offerto una opportunità di riscatto, tu osi distaccarti e addirittura proporre un divorzio e finanche avere un nuovo uomo, è evidente che hai problemi, è evidente che sei depressa, ti do' degli psicofarmaci e siccome tu non vuoi ti costringo ad assumerli davanti a me, ti faccio seguire e pedinare, ti costringo a rapporti sessuali.
Infine io ti attiro in una trappola, quando sei in una villa isolata ti percuoto con un pezzo di legno, ti faccio precipitare dalle scale e poi anniento la tua bellezza, io che di bellezza mi son sempre occupato, sfondandoti la faccia contro uno spigolo di muro finché sei irriconoscibile, poi ti spoglio e lascio che la tua agonia duri ore perché il sangue scende piano piano nelle vie aeree e tu muori annegata nel tuo stesso sangue.
Un medico che agisce così è ancora più degenere, più alieno a tutto ciò che ha praticato per tutta la sua vita.
Il biondo, elegante, forbito damerino da salotto televisivo diventa un mostro di cattiveria.
Eppure un narcisista manda segnali nel tempo, in uno stillicidio di piccole torture ammantate da interessamento, facendo sentire in colpa la vittima.
La percezione che una violenza è una violenza e non è altro, questo manca in tutte le trame.
Ora ci sono tre bambini, la madre è morta per mano del padre, il padre vuole occuparsi di loro ma ha perso la patria potestà, forse a loro farà solo bene dimenticarlo per sempre, cambiare cognome e rinnegare il loro DNA.
Un baratro si apre davanti a loro.
È una delle cose più orripilanti che ho letto ultimamente.
Nella casa del delitto c'è un quadro di un pittore famoso intitolato" Il narcisista" , è davanti a quel quadro che si consuma l'omicidio, quel quadro si macchia persino di sangue.
Sembra la trama di un film e non lo è, è la tragedia di una donna che si sentiva sicura, protetta dal benessere e da innumerevoli fasulle garanzie di vita che non ha capito in tempo. Quante non stanno capendo? In questo momento? Ne conoscete qualcuna?
 

veciamarta

Giardinauta Senior
Purtroppo ho seguito anch'io la terribile storia che citi.

Senza farlo apposta, stavo leggendo questo sito, che racconta di esperienze personali di una ragazza scampata ad un legame violento. Spiega come gli abusanti narcisisti non siano tutti uguali, alcuni hanno un comportamento "non da manuale" ma molto più subdolo. Gli abusanti possono apparire al mondo come bravissime persone, ben integrate nella società, totalmente diverse da come sono nel privato con la compagna e i figli.
Un bel consiglio che da l'autrice del sito è: "Fidatevi del vostro istinto e della vostra intuizione: ciò che provate voi – l’ansia, la paura, il malessere – è il primo e più importante campanello d’allarme a cui prestare attenzione."
 

garofano

Maestro Giardinauta
Ho letto il link, bello e molto vero.Concordo con l'autrice che ogni maltrattatore ha un modus operandi tutto suo.Purtroppo e' vero anche il fatto che, per ogni maltrattatore , esiste la vittima giusta, anche se tutte le vittime hanno un punto in comune, ossia delle zone di fragilita' nella loro psiche e nel loro vissuto, che questi criminali annusano come cani da caccia e a cui si attaccano come zecche, per poi perpetrare le loro nefandezze.Nella mia edpwrienza professionale purtroppo ne ho viste.
 
Alto