fowlken
Aspirante Giardinauta
Vi racconto una novella e vi preannuncio che l'epilogo e' felice. Dunque siate sin da principio allegri perche' cio' che segue e' pura leggerezza.
Eran ormai le ore 22:00 quando l'ignaro bonsaista lasciava l'appartamento dell'amico per dirigersi verso la sua automobile, sita circa venti metri oltre il portone dello stabile dal quale proveniva.
Con se recava una busta di plastica, di quelle riciclate acquistate all'Auchan, al cui interno era contenuto un sacco di terriccio per bonsai e una matassa di fil di ferro.
Ad un certo punto, mentre il bonsaista era dedito all'operazione di apertura cofano, ove posare la busta, all'interno dello stabile piu' prossimo all'automobile, scatta un allarme d'una automobile [che poi si scoprira' essere una Porsche Carrera]; alche' il bonsaista e' un po' spiazzato, d'altra parte un allarme non da preavviso. Rapidamente compreso cosa fosse quel rumore, egli prosegue con le operazioni di carico (la busta era da 5 l tuttavia le bombole di metano, rendono difficoltosa la gestione del baule. Potevano passare quei 30/40 secondi che il bonsaista viene nuovamente sorpreso ma questa volta diversamente.
Questa volta la sorpresa era doppia, visiva ed acustica. Una luce intermittente accompagnata dal classico quanto conosciuto "Weeeooo" a richiamo d'attenzione da parte d'una volante.
Il povero ignaro bonsaista, in quel momento, sorpreso, alza il capo, guarda la volante poi, non senza noncuranza, ritorna ai suoi affari, conscio di non aver compiuto nulla di che.
E' quello il momento in cui v'e' l'apice dell'azione.
Un poliziotto, quello passeggero, scende dall'auto e subito si fa nei pressi del bonsaista intimando di allontanarsi dall'auto, con toni moderati, s'intende.
Il bonsaista preso in contropiede, resta fermo dove e', sinceramente pensava non fosse a lui, e cosi' si volta a cercare, curioso, il destinatario di tale ordine.
Il poliziotto replica l'ordine secco ma il bonsaista stavolta capisce che e' proprio a lui che l'uomo in divisa sta parlando e cosi', come da ordine, si allontana ma il suo fare e' impacciato, sorpreso e spiazzato cosi' il suo fare pare chiaramente strano, sospetto ecco!
Li il poliziotto, sicuramente professionale, inizia a sciorinare una sequela di domande sull'auto, sull'allarme, sulla presenza del bonsaista in quel punto, proprio in quel momento.
L'ignaro, ovviamente intontito, continua a cercare di spiegare, a cercare di far capire ma il poliziotto, nella sua professionalita', prende ora a chiedere al "passante", se avesse bevuto o usato droghe. La risposta del bonsaista era negativa ad entrambe, proprio quella sera caso volle fosse una di quelle serate tranquille.
Ma troppo, quel "coltivatore", era intontito cosi' il suo negare non venne creduto e fu chiaro, da quel momento, che egli avrebbe subito una perquisizione perche' il secondo poliziotto, parcheggiata l'auto e sceso a dar manforte nel frattempo, chiedeva prontamente di prelevare dalle tasche i denari e togliere eventuali banconote dal portafoglio.
A braccia larghe, avvenne la perquisizione ovviamente preceduta da quell'affermazione di rito che chi ha subito una perquisizione ben conosco: "Hai qualcosa? Se hai qualcosa tirala fuori prima che la troviamo noi. Fidati e' peggio.".
All'ennesimo rifiuto, le tasche vennero svuotate da uno mentre il secondo infilava la testa nel baule dell'automobile "zen" rimasto aperto per tutto il tempo. Quando dalla busta biocompativile venne prelevato il sacco di terriccio per bonsai, il poliziotto noto' che sul sacchetto v'era un taglio di 3/4 cm adatto all'ingresso di un dito ma dimenticando il fil di ferro.
Il bonsaista aveva gia' pensato che il fil di ferro ferisse la busta ma nella sua mente la risposta fu "Sticazzi" ed una scrollata di spalle.
Il fantasioso poliziotto allora azzardo l'ipotesi della vita ovvero che il bonsaista avesse potuto tagliare a busta ed inserire qualcosa all'interno del sacchetto con un dito. A nulla valse il tentativo di ricostruzione di una verita' supposta da parte del bonsaista. La supposta fu preferita esser inserita altrove.
Cosi' un dito venne infilato nel taglio e la terra ispezionata. Ma non basto, la busta venne martoriata, la terra setaciatta e lasciata cadere, in parte, a terra.
In quel momento le risate presero il posto dell'intontimento e il bonsaista si trovava a cercare la serieta' ma scoppiando spesso in sonore risatine.
Accertatosi della purezza del terreno, dopo vari commenti ed imbarazzi, il poliziotto capiva l'errore e invitava il bonsaista ad allontanarsi mentre egli gia' si dirigeva all'interno del garage nel frattempo aperto da curiosi.
Il bonsaista, fra varie risate e dopo aver riassettato alla meglio il terriccio, lasciava quindi il luogo del misfatto e si dirigeva verso la sua casa.
Morale della favola e':
"Forze dell'Ordine e bonsaisti son giurati nemici e il terriccio e' l'emblema del conflitto".
Eran ormai le ore 22:00 quando l'ignaro bonsaista lasciava l'appartamento dell'amico per dirigersi verso la sua automobile, sita circa venti metri oltre il portone dello stabile dal quale proveniva.
Con se recava una busta di plastica, di quelle riciclate acquistate all'Auchan, al cui interno era contenuto un sacco di terriccio per bonsai e una matassa di fil di ferro.
Ad un certo punto, mentre il bonsaista era dedito all'operazione di apertura cofano, ove posare la busta, all'interno dello stabile piu' prossimo all'automobile, scatta un allarme d'una automobile [che poi si scoprira' essere una Porsche Carrera]; alche' il bonsaista e' un po' spiazzato, d'altra parte un allarme non da preavviso. Rapidamente compreso cosa fosse quel rumore, egli prosegue con le operazioni di carico (la busta era da 5 l tuttavia le bombole di metano, rendono difficoltosa la gestione del baule. Potevano passare quei 30/40 secondi che il bonsaista viene nuovamente sorpreso ma questa volta diversamente.
Questa volta la sorpresa era doppia, visiva ed acustica. Una luce intermittente accompagnata dal classico quanto conosciuto "Weeeooo" a richiamo d'attenzione da parte d'una volante.
Il povero ignaro bonsaista, in quel momento, sorpreso, alza il capo, guarda la volante poi, non senza noncuranza, ritorna ai suoi affari, conscio di non aver compiuto nulla di che.
E' quello il momento in cui v'e' l'apice dell'azione.
Un poliziotto, quello passeggero, scende dall'auto e subito si fa nei pressi del bonsaista intimando di allontanarsi dall'auto, con toni moderati, s'intende.
Il bonsaista preso in contropiede, resta fermo dove e', sinceramente pensava non fosse a lui, e cosi' si volta a cercare, curioso, il destinatario di tale ordine.
Il poliziotto replica l'ordine secco ma il bonsaista stavolta capisce che e' proprio a lui che l'uomo in divisa sta parlando e cosi', come da ordine, si allontana ma il suo fare e' impacciato, sorpreso e spiazzato cosi' il suo fare pare chiaramente strano, sospetto ecco!
Li il poliziotto, sicuramente professionale, inizia a sciorinare una sequela di domande sull'auto, sull'allarme, sulla presenza del bonsaista in quel punto, proprio in quel momento.
L'ignaro, ovviamente intontito, continua a cercare di spiegare, a cercare di far capire ma il poliziotto, nella sua professionalita', prende ora a chiedere al "passante", se avesse bevuto o usato droghe. La risposta del bonsaista era negativa ad entrambe, proprio quella sera caso volle fosse una di quelle serate tranquille.
Ma troppo, quel "coltivatore", era intontito cosi' il suo negare non venne creduto e fu chiaro, da quel momento, che egli avrebbe subito una perquisizione perche' il secondo poliziotto, parcheggiata l'auto e sceso a dar manforte nel frattempo, chiedeva prontamente di prelevare dalle tasche i denari e togliere eventuali banconote dal portafoglio.
A braccia larghe, avvenne la perquisizione ovviamente preceduta da quell'affermazione di rito che chi ha subito una perquisizione ben conosco: "Hai qualcosa? Se hai qualcosa tirala fuori prima che la troviamo noi. Fidati e' peggio.".
All'ennesimo rifiuto, le tasche vennero svuotate da uno mentre il secondo infilava la testa nel baule dell'automobile "zen" rimasto aperto per tutto il tempo. Quando dalla busta biocompativile venne prelevato il sacco di terriccio per bonsai, il poliziotto noto' che sul sacchetto v'era un taglio di 3/4 cm adatto all'ingresso di un dito ma dimenticando il fil di ferro.
Il bonsaista aveva gia' pensato che il fil di ferro ferisse la busta ma nella sua mente la risposta fu "Sticazzi" ed una scrollata di spalle.
Il fantasioso poliziotto allora azzardo l'ipotesi della vita ovvero che il bonsaista avesse potuto tagliare a busta ed inserire qualcosa all'interno del sacchetto con un dito. A nulla valse il tentativo di ricostruzione di una verita' supposta da parte del bonsaista. La supposta fu preferita esser inserita altrove.
Cosi' un dito venne infilato nel taglio e la terra ispezionata. Ma non basto, la busta venne martoriata, la terra setaciatta e lasciata cadere, in parte, a terra.
In quel momento le risate presero il posto dell'intontimento e il bonsaista si trovava a cercare la serieta' ma scoppiando spesso in sonore risatine.
Accertatosi della purezza del terreno, dopo vari commenti ed imbarazzi, il poliziotto capiva l'errore e invitava il bonsaista ad allontanarsi mentre egli gia' si dirigeva all'interno del garage nel frattempo aperto da curiosi.
Il bonsaista, fra varie risate e dopo aver riassettato alla meglio il terriccio, lasciava quindi il luogo del misfatto e si dirigeva verso la sua casa.
Morale della favola e':
"Forze dell'Ordine e bonsaisti son giurati nemici e il terriccio e' l'emblema del conflitto".