eltu ha scritto:
Ho letto, non solo su questo forum, che per avere un sano e bel giardino bisogna guardarsi intorno e solo dopo scegliere le piante del proprio giardino. Seguendo questa piccola regola, si eviterebbe tanti, ripetuti fallimenti. Il discorso fila e lo condivido appieno, ma non mi adeguo. A me non piace, nel mio, vedere una continuazione di quello che mi circonda. Voglio cose (più o meno) scelte da me, con i colori e le forme che mi piacciono. Alcune le escludo a priori, ma con altre tento. Lo so che così vado incontro a fallimenti e morie varie, ma preferisco dispiacermi per una pianta non attecchita che vivere in un luogo che non sentirei mio. Se tutti si fossero adeguati a questa regola, tantissime piante, ormai diventate autoctene, non sarebbero mai arrivate a noi.
C'è a mio avviso, un fraintendimento su questa frase.
E' come dice Sandra. Guardarsi attorno significa usare piante che si son adattate bene e vivono bene,
ma questo non implica certo di non sperimentare piante nuove!
Se fosse così, i giardini sarebbero tutti uguali (cosa che peraltro già succede) e sarebbe un ripetere pedissequo, noioso e privo di emozione, oltre che un essere tutti uniformati ad uno standard.
Creare un giardino è COMUNICAZIONE, anche solo con un'aiuolina di Primule comunico qualcosa di me...In virtù di questo ognuno di noi deve sentire il proprio giardino, ascoltarlo, osservarlo e cercare di fonderlo al paesaggio, che non significa ripeterlo, ma dargli una sua precisa connotazione.
Quando si parla di contestualizzare il giardino, ci si riferisce, invece, all'armonizzare il proprio spazio e far sì che non risulti la solita cattedrale nel deserto.
Aprire verso l'esterno significa fare in modo che lo sguardo possa spaziare in lungo e in largo, ove possibile naturalmente, per ampliare quel proprio spazio, inglobando anche parte di quel paesaggio che ci circonda.