De Vidi Guido ha scritto:
Probabilmente, uno dei testi pieni di luoghi comuni potrebbe essere: LE ORCHIDEE di Rebecca Tyson Northen (do per scontata l' indiscussa sua notorietà e statura nel campo delle orchidee).
Il testo della Northen (senza nulla togliere al grande ed indiscusso valore di questo libro), almeno l'edizione italiana
è pieno di luoghi comuni.
Anzi, è la fonte principale di tutti i luoghi comuni
E' talmente tanto tempo che il libro della Northen vien preso come "bibbia" in italia come in ogni parte del mondo che ciò che ha scritto, compresi errori, informazioni datate e materiali non più in uso, viene continuamente riportato su riviste, libri e siti web ... con l'assoluta buona fede di chi con quel libro ha imparato a coltivare orchidee e di chi di orchidee vuole parlarne comunque.
E' datato quanto può esserlo un libro del '50 aggiornato nel '70, fatto stà che lei stessa ha sentito l'esigenza, nel '90, di farne una nuova edizione completamente rivista (mai arrivata in italia).
Un esempio? Non si deve andare neanche tanto lontano ... la scheda di
www.giardinaggio.it per le cattleya, consiglia come terreno la fibra di osmunda.
Per quanto riguarda il discorso fertilizzanti, l'analisi di Torelli mi trova daccordo su tutti i punti, tranne nel fatto di essere così puntigliosa.
Per quel che ho visto io, non mi è sembrato che a loro cambi poi molto se gli dai il peters 20.20.20, il pincopallo 5.6.7 o il ciocciobello 10.52.99, sempre che le concentrazioni siano fatte a modo.
Sui microelementi, molti sono "compresi" nel composto, altri sono compresi nei fertilizzanti (anche se non compaiono) come impurità. Altri ancora sono inseriti volutamente.
Il peters 20-20-20 ad esempio contiene ferro, rame, zinco e manganese direttamente in forma chelata oltre a vari altri elementi.
L'urea ... l'unico motivo serio che mi viene in mente per cui venga messa anche nei fertilizzanti specifici per orchidee ... è che è la fonte di azoto assolutamente più economica.
Ai produttori costa un botto meno rispetto all'azoto nitrico o ammoniacale.
In ogni caso, per le fertilizzazioni fogliari, la titolazione ureica è assolutamente ininfluente, come se non ci fosse.
Ed anche per quelle radicali, ho il sospetto che venga completamente dilavata o quasi dalle annaffiatura ben prima che l'azoto contenuto si renda disponibile (l'enzima ureasi impiega da qualche giorno a diverse settimane per degradarla, a seconda delle temperature).
ciao
Giulio