amelia ha scritto:
Non credo che si parli della solitudine intesa come non avere relazioni o affetti. O del rifiutare o non cercare il confronto con gli altri... Ma della solitudine che subiamo a causa della dimensione materiale che stiamo vivendo.
(ho inteso bene, lobelia?) :embarrass
Sì, Amelia. La fusione che viviamo nell'amore è solo apparente perché i sensi ci fanno scudo. Ci sentiamo reali, materiali, perché i sensi c'impediscono di vedere ciò che realmente siamo: concentrati di consapevolezza. Energia pura che sa di essere.
Ciò che cerchiamo negli altri è la conferma. Le cose della vita ci distraggono dalla ricerca di altre fonti, di altri nuclei di energia, fuori da questa realtà, all'inizio di tutte le realtà, antichissimi.
Ma la solitudine di cui parlo io non è fredda, ma un potenziale immenso in un nucleo infinitamente piccolo, bollente di energia compressa come il primordiale nucleo da cui s'originò l'Universo e che è ancora in noi, in quel buco nero dove tutte le galassie vanno ad immergersi. E' un pulsare di vita, un battito d'ali, un vortice di fuoco che dà il moto all'anima e al Cosmo.
Questo nostro mondo trafelato e distaccato spesso ci allontana dal riconoscere l'esistenza del nucleo, consumando le nostre energie, spesso per tutta una vita, dietro la prolissità, la presunzione dei nostri ego, le certezze inutili....
I sogni fanno riaffiorare i nostri ricordi e il nostro sapere antico per questo ci lasciano quel senso di malinconia di qualcosa di perduto, che potremmo ritrovare, se solo ci fermassimo un attimo ad ascoltare i silenzi tra i nostri pensieri.