riverviolet ha scritto:
Non sono daccordo; con la ragione, non si và proprio da nessuna parte.
Il mondo 'sensibile' e invisibile non lo raggiungi con codici e codifiche di comportamento, ma con l'annullamento di ogni pregiudizio, giudizio e catalogazione.
Psicanalisi e compagnia bella, adottano stumenti a scatole cinesi, tutto ciò che ne esula viene definito 'anomalo', nella ottimistica maggioranza dei casi.
L'intelligenza della mente è opportuna, nel mondo fisico.
Capire sè stessi con gli strumenti psicanalitici umani, è un controsenso e ti allontana parecchio, proprio da te, perchè ti fornisce strumenti inadatti, estranei alla natura 'invisibile'.
Le risposte, non hanno domande, sono iluminazioni, arrivi, esperienze, non sono deduzioni, date da induzioni.
La psicanalisi fornisce strade e percorsi, e quì, la mente stagna fino a quando un trauma non ributta all'aria tutto quanto, per disgrazia e per fortuna aggiungo io.
Chi di scienza ferisce di scienza perisce, perchè la parzialità non è l'intero.
Ciò che conduce a sè, e l'ascolto incondizionatamente scevro di ogni pregiudizio e timore, disposti ad accettare la verità, qualunque essa sia, disposti a pagare qualsiasi sia il prezzo.
Sapere significa abbandonarsi, non all'emozione di una carezza, ma alla carezza, questa non causa dubbio alcuno.
Conoscere quella carezza è esperienza diretta, che non potrai mai spiegare a parole, perchè queste appartengono al mondo fisico, e umano.
A prescindere dal fatto che io non ho proprio detto che è la razionalità che vada potenziata per imparare a cogliere le esperienze che fanno parte del mondo sottile, devo aggiungere River che, malgrado io sia fermamente convinta che la psicanalisi non sia l'essere nefasto che tu descrivi, io non mi pongo con pregiudizio di fronte a fenomeni cosiddetti paranormali, mentre mi sembra di intuire, che per te non sia così, considerato che da ciò che hai scritto in quest'ultimo tuo post, il pregiudizio relativamente alla psicanalisi ci sia e sia anche ben radicato.
Ora, posso capire che forse le tue esperienze ti hanno portato in qualche modo a decodificare la psicanalisi in questo modo, ma tu stessa, forse non te ne rendi conto, usi spesso canali di comunicazione e parli di dinamiche della mente umana che sono proprie degli psicologi.
Poi Sonia, vedi, nulla di quanto hai scritto qui sulla psicanalisi è realtà, almeno non se esercitata da seri e veri professionisti.
Il fine primo della psicanalisi è di portare l'individuo a prendere coscienza di sè, dei suoi sentimenti e delle sue problematiche e, in particolar modo per certe scuole psicanalitiche, niente ma proprio niente dell'uomo, va inscatolato e non esistono risposte indotte, ma solo una profonda e continua stimolazione a trovarsele da sè le risposte, considerato che stanno in ognuno di noi.
Il fatto che la Psicanalisi abbia individuato fasi comuni a tutti gli esseri viventi non significa che li abbia catalogati e incanalati tutti nella stessa direzione, solo che abbia trovato una spiegazione ai comportamenti dell'uomo e che ha un ampio riscontro fra le persone.
Poi, forse, bisognerebbe fare maggiore chiarezza sui termini di questo argomentare.
Quando parlo di intelligenza emotiva Sonia, parlo di affettività, nella sua più alta espressione.
Tu, ad esempio, sei una persona di grande intelligenza emotiva, perchè hai permesso a te stessa di vivere appieno i tuoi sentimenti e li esterni anche rischiando, anche andando incontro a delusioni o rifiuti. Non temi il contatto emotivo con il mondo esterno, con le persone, non hai timore dell'empatia e lasci che il dolore degli altri si compenetri al tuo.
La nostra intelligenza, che piaccia o no, è fatta di più livelli e permettimi di dire che, la tua grande capacità comunicativa non è data solo dal tuo lasciarti vivere, ma anche da una profonda conoscenza del tuo razionale oltre che da una grande capacità di elaborazione...in parole povere, tutto questo non è altro che quello che comunemente fa dire agli altri, che sei una persona capace di fare un'analisi profonda.
La psicanalisi, ma io preferisco riferirmi alla Psicoterapia dinamica, fa ben altro che allontanarti da te stesso...Quando ciò avviene, è solo perchè lo psicologo non è un buon psicologo o la terapia che si è affrontata è inidonea alla persona in oggetto.
La psicoterapia in particolar modo, fornisce strumenti per arrivare a quella illuminazione di cui tu parli e attenzione a dire, vivaddio che esiste il trauma, perchè molto spesso si rischia con queste parole di sostenere una teoria piuttosto pericolosa, se chi la legge interpreta a suo modo.
La carezza di cui tu parli è emozione, che ti piaccia o no. E' energia allo stato puro e non ha senso sottilizzare sui termini. La psicoterapia cerca in tutti i modi, proprio di riuscire a farla sentire quella carezza, percependone il piacere puro, che ne deriva.
Ciò che conduce a sè è l'ascolto scevro da pregiudizio...ecco Sonia, proprio questo è il punto...
Sai bene quanti pregiudizi inutili, che nascono dall'educazione o da dolori inferti, ci accolliamo nel corso della nostra infanzia e quanto ci rimangono così adesi, da impedirci di poter vedere e vivere, tutta la nostra esistenza nella sua interezza e nella sua pienezza e la psicoterapia ha il pregio, di aiutarci a scovarli, a stanarli, a superarli, in pratica quei blocchi che ci siamo o ci hanno imposto, cerca di eliminarli.
La psicoterapia aiuta a lasciarsi andare, a lasciare che le cose accadano, a non controllare quello che non ha senso o non ci fa bene controllare ed ecco che, nel lavoro che l'individuo svolge su sè stesso, la percezione del sè e dell'io, diventano emozione, diventano piacere e non più dolore e distacco.
Questo non è incasellare le persone e inscatolare è ben altra cosa.
Sul lasciarsi andare, invece, si potrebbero scrivere non so quante pagine, considerato che il bisogno di controllo in certe persone, è il primo fine su cui si va a lavorare in psicoterapia.
Cercare di rendere una persona libera dalle sue rigidità per metterla in contatto con le sue sensibilità, le sue fragilità, il suo mondo intimo e affettivo, fa sì che ogni essere umano si disponga al meglio per tutto ciò che fa parte di questa sfera.
Conoscere una carezza, significa principalmente riuscire a capire che si è stati accarezzati, ma spesso, il bisogno di controllo fa sì che l'emotività e l'affettività, si scindano dalla vita di una persona e queste scissioni, non sono un'esperienza salutare per nessuno.
La psicoterapia, figlia della psicanalisi, insegna ad ogni individuo che abbia volontà e desiderio di uscire dalla trappola in cui si è segregato, come trovare in sè le risposte.
A volte, quando leggo, ho la sensazione che si pensi alla Psicologia come a qualcosa che in modo oscuro, maneggi la mente umana fino a renderla impersonale.
Io trovo invece, che oscurantista sia questo modo di intendere una materia, che spesso, molto spesso, aiuta le persone a trovare la propria strada e, di conseguenza, la propria serenità e il proprio equilibrio.
Poi, forse non sai, quanti psicoterapeuti non neghino affatto la capacità di cui tu e Lobelia siete "portatrici", anzi, è risaputo, ad esempio, che la capacità di una persona di andare in trance ipnotica, potenzia di molto le capacità di percezione di eventi che appartengono al mondo sottile.
L'ipnosi River, è soprattutto lasciarsi andare all'emozione e all'evento, è entrare in sè stessi abbandonando la razionalità per vivere di puro istinto e sensazioni, è andare pian piano, con un lungo e delicatissimo lavoro, al nocciolo di sè, entrando in contatto con la parte più sconosciuta e metafisica del proprio mondo interiore...questo è inscatolare? E' controllare?
Va anche sfatato una volta per tutte, il mito dell'ipnotista da circo.
NESSUNO in trance ipnotica è totalmente incosciente o manipolabile.
NESSUNO può venire condizionato ad un comando ipnotico che sia contrario a sè stesso.
Durante la fase ipnotica, si ha la percezione del mondo circostante, si è coscienti, ma abbandonati a sè stessi nell'esplorare il proprio mondo interiore e subito dopo il "risveglio", i ricordi di quanto è appena avvenuto, sono tutti presenti.
Io River, non sono una persona fortemente razionale, anzi, sono un'impulsiva e una che fonda molto la sua vita affettiva ed emozionale sulle sensazioni che le persone le danno, perchè ho capito che mediare razionalmente certe cose, non solo non serve, ma per quanto mi riguarda e sottolineo -che mi riguarda- è anche lesivo, ma ho compreso che la capacità logica, la razionalità e la sensibilità non sono due aspetti distinti che marciano su binari diametralmente opposti nella vita di una persona, bensì sono due grandi fonti a cui attingere, se queste parti sono in stretta comunicazione fra loro e se l'una impara e attinge dall'altra.
E non dirmi che non è così per te...sei troppo intelligente per negare tutto questo e, da come scrivi e da quello che scrivi, è così alla luce del sole che tu sei tutte queste due cose insieme che è stupendo relazionarsi con te!
Scusate la prolissità, ma l'argomento è vastissimo ed è impossibile ridurlo a quattro battute sulla tastiera.