dovrebbe morire sotto i 7 °c ma visto che viene coltivata per produrre miele e per arrichire il terreno di azoto viene trinciata dopo la fioritura e sotterrata. Il suo panno radicale riesce a ricompattare le zolle, strutturando di nuovo la terra, e cede azoto gradualmente ma costantemente in enorme quantità. Inoltre, riesce ad impedire l’insorgere di malerbe infestanti mediante un corredo di molecole che attuano una vera e propria guerra chimica. I risultati di una ricerca italiana, compiuta in campo tra il 2005 e il 2006, dimostrano però come queste fioriture siano altamente distruttive per gli ecosistemi all’intorno, in quanto attirano anche insetti nocivi per l’agricoltura, come ad esempio gli Agromizidi o gli Scarabeidi , responsabili di danni a radici, fusti, foglie e fiori delle coltivazioni.la facelia non è adatta a coesistere negli agroecosistemi ossia in vicinanza di campi coltivati per i danni indiretti da insetti che può arrecare; di certo non può essere introdotta in aree naturali protette data la sua tendenza a destrutturare le comunità vegetali presenti; infine, a causa del suo elevato potere di richiamo per gli insetti in azione sul territorio, rende meno efficace l’impollinazione guidata, magari tramite api , ad esempio su fruttifere od orticole nelle sue vicinanze.