• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

E' possibile morire per una partita???

daria

Master Florello
Io di proiettili non ho sentito parlare...piuttosto di un corpo contundente da identificare con il "masso" che gli era stato lanciato...

Hai ragione, è qui sotto ho preso colpi per spari...




...esclude che a causare il decesso dell"agente di polizia durante gli scontri scoppiati a Catania sia stato un ordigno, piuttosto concentra i sospetti su di uno o più colpi che avrebbero sfondato il petto e l"addome di Raciti.
 

Sevi

Fiorin Florello
Guarda Daria...ormai colpi...spari...sassi...bombe...son talmente demoralizzata che la situazione poco cambia...:love_4:
 

xst84

Giardinauta Senior
Non distinguo più tra giornalisti, showman, dirigenti sportivi, pubblico comune, da tempo tutti questi hanno assunto il ruolo di testimoni che parlano di avvenimenti molto diversi con le stesse voci di circostanza. Lo stesso tono immutabile è al di là dell'adesione, comprova.
Non succede più niente da sé, indipendentemente da chi lo vuole, ma gli ultras di Catania fanno il gioco di tutti, di farci credere che ancora qualcosa succede da sé e non per consenso unanime e per qualcuno. L’informazione è solo una parte del potere, eppure informazione e istituzioni hanno un bisogno disperato di ciò che succede davvero, inaspettatamente, o che almeno è creduto come tale, dell'opera del balordo o dei gruppi isolati. Niente è meglio del fatto terribile perché nessuno in questo caso potrebbe credere che è stato fatto al di fuori di quelli che sono inquadrati in tv o che se ne prendono la colpa. Io trovo però sempre troppo ingenuo che a fare sia solo una categoria, e ancora, che qualcuno ( terroristi o teppisti ) si ritenga più causa di altri perché avrebbe più motivi per odiare e se ne assume quasi automaticamente la colpa. Per le piccole meschinità private neghiamo tutti da vigliacchi, ma per i grandi disastri si trova sempre un gruppo di ultras o un Bin Laden….che avrebbe sempre qualche motivo per agire alla luce del sole nonostante prenda tutti di sorpresa…il sistema è sempre quello, il modo prende spunto dai modelli più evoluti e di successo.
Se diciamo che c’è un sistema di truccare le partite e poi vinciamo un mondiale la fiducia ne uscirà immunizzata e moltiplicata per cento, e soprattutto nessuno collegherà le due cose, perché ciò che accade da sé ha l’ultima parola e trionfa sui dubbi ed è come se fosse il modo inquirente che inquina la fiducia della gente e il fatto vero e iil calcio genuino che può emergere.
Tutto questo…per un partita di pallone, l’indignazione che riconduce il pallone alle sue vere dimensioni di un nonnulla su scala sociale, ma sulla cui sopravvalutazione fino a un istante prima abbiamo costruito dei trionfi fittizi, imperniato addirittura delle vite come delle eterne scommesse sportive, è quello il sistema, e nessuno distingue più la realtà dalla finzione, i più bravi di tutti che sono solo bravi a fare “credibilmente” accadere ciò che è deciso dalle federazioni ( ecco la nuova frontiera dell’essere campioni, il vincere per accordo nazionale o più), ecco le vittorie mondiali per premiare l'adorazione , la fede da record e concentrata di un popolo, perché se siamo arrivati primi un motivo di gambe ci sarà, e i giocatori sono sempre nelle sedi delle società per essere sempre come Orzowei e non per prendere istruzioni sul da farsi, sul come giocare; la nostra pazzia più pazzia degli altri va riconosciuta eleggendoci a turno i migliori, premi di massa per masse credenti di per sé, prima e dopo i fatti come gli atti di violenza allo stadio.
Tutta questa serietà ( queste voci alzate perché non succeda più, come se non dovesse accadere più ), i comici seri che analizzano e solidarizzano col brutto momento da superare insieme, fa pensare alle stesse persone che quando si gioca e si affronta una partita di pallone non sono affatto serie, perché non è una cosa seria…
‘ste cose accadono sempre nella zona franca in positivo o in negativo, uno Stato che è creduto sicuro o un luogo di incontro che è creduto un colabrodo e tutti in entrambi i casi lo sanno che è così, finchè deve cambiare di nuovo tutto perché il mangue dei guadagni si rinnovi..e nessuno decide quando è tempo, tutto avviene per caso, prevedibiole ma non previsto, per causa di qualche cretino ventenne o invasato ex alleato,in un settore non ben controllato: con somma vigliaccheria, avviene sempre in queste situazioni di presunta forza o vera debolezza accettata da tutti, così tutti poi accuseranno la mancanza, la soglia di attenzione lasciata cadere per mancanza di pericoli e minacce oppure la fatalità che tutti sapevano e nessuno diceva niente, con vigliaccheria perché un fatto nuovo non succede mai dove non gli viene facile, un" tutto può accadere perché mai accaduto " in cui i controlli e gli inasprimenti di pena ci sono solo dopo, o le bombe di carta sparse o le buste di antrace..
una società complessa come la nostra e che si regge sui ruoli che sono efficaci in base alla scaricabilità sul diretto responsabile ( o più spesso, irresponsabile ) ha perso il concetto di esecutore materiale, basta la percezione della pochezza di provincia ( immaturi bulletti che non si rendono conto delle loro atrocità ) o il concetto di transnazionalità ( organizzati criminali che lo fanno contro un bersaglio che esiste da secoli ) per non pensare ad altri
quelle stesse poche immagini a testimonianza dei fatti esprimono la verità ufficiale, ciò che tutti dicono in quel senso, il giro stretto delle immagini direttamente in rotazione nelle nostre coscienze suscettibili rappresenta come meglio non si potrebbe, e come nessuno scrittore potrebbe far vivere altrettanto bene, ciò che dobbiamo pensare
E tutto corrisponde, gli ultrà sono giovani si sa da sempre ma di più ora che Gianni Riotta sollecita l’identikit dei responsabili, e ( infatti ) giovani sono per le immagini che vengono trasmesse, in qualsiasi modo vengano trsamesse
nel 1945 Sartre dava a Céline del venduto ai nazisti, perché il male di chi non dovrebbe farlo perché mai lo crederemmo deve sempre succedere per accordo, si credeva allora, oggi ci si mangia in altro modo, dicendo le cose giuste e confermando ciascuno a suo modo, ciascuno coi suoi mezzi l’accaduto, da Franco Di Mare nelle innocenti trasmissioni mattutine, a Michael Moore nei suoi documentari “agguerriti” e “coraggiosi", a Dan Brown che nelle interviste post codice da Vinci parla del ruolo permeante della NSA in America, ( si viene creduti più facilmente se si parla di fatti propri, della madrepatria ) naturalmente prima del fattaccio ….tutta gente con l’aureola che siccome dice la verità per una cosa, dobbiamo credere che la dica per tutte le altre cose; e che è creduta per sfumature diverse, uno perché è piccolo, uno perché è onnipotente, uno perché è contro…ecc ecc la casistica si inventa e si aggiorna, non importa se per domenica o per lo tsunami e i telefonini o le web-cam non prendono mai quando c’è da salvare delle vite, d’altronde il gestore ti aveva avvisato, rassegnati, non fare l’eroe, funziona solo per te….
il fatto di cronaca nera rafforza la grande menzogna internazionale perchè sono le stesse persone che ce ne informano, li affrontano e descrivono con gli stessi toni della condanna e dell'approvazione o dello scetticismo da suddito della corona d'Inghilterra... ogni cosa non dice mai il suo contrario e n on ci indirizza a pensarla in un certo modo, quando mai, accade, mai insieme capi e cittadini che chiedono l'espiazione
la società va sempre più verso ciò che si deve dire: i ringraziamenti come associazione, se ti danno la ribalta, non è più questione di non dimenticare nessuno, i ringraziamenti vanno dati in un una certa forma, che autorizza chi ti fa parlare anche se tu non ne parli, con gentilezza e molta asetticità nel non collegare argomenti diversi, guai a dire che vincono e perdono tutti allo stesso modo, le notizie devono restare scollegate: tu giri canale e non gliene frega niente, ma decidiamo che sant'Agata deve fare il Pulvirenti e rinunciare e solidarizzare muta e penitente quasi che gli servisse ufficializzare il posto dove sono avvenute simili brutalità, come se non fosse potuto avvenire in qualunque altro posto: come se si potesse non tifare più per lei
in conclusione, tutto è come sembra !
 

fraelucia

Giardinauta Senior
Mi sarò sbagliato, evidentemente a Genova di delinquenti c'erano soltanto i poliziotti e carabinieri che hanno rischiato la vita per difendere la gente per bene;
nessuno ha mai detto che questi erano delinquenti
ragazzi che hanno bruciato auto, sfasciati e saccheggiati negozi, usate armi improprie ed altre facezie non è rimasta traccia, almeno nei tribunali.....
e di questi non mi sembra abbiamo detto fossero bravi ragazzi
Ma inchieste, testimonianze e processi non andavano tutti in questo senso, o forse non lo hai sentito dire?
Dubito che tu fossi presente anche in quella scuola....
 

fraelucia

Giardinauta Senior
I poliziotti che si comportano da delinquenti vanno processati come delinquenti. La divisa non ti dà licenza per tutto.


Ecco appunto mi sa tanto che la polizia non solo non può nulla, ma anzi deve stare ben attenta a non ritrovarsi processata se solo prova a difendersi.
Non è in discussione il diritto di difesa. Hai frainteso.
 

gianfra

Guru Giardinauta
Privatizzare gli stadi ???? illusi.. non conviene alla società praticamente lo stadio lo hanno gratis, pagare l'affitto è un'utopia e se pagano è a distanza di anni e con gli sconti ..... tipo sei in A pa paghi come se fossi in C .. i giocatori costano
e se le racconti ti rispondono che è giusto così ... In italia 2 max 3 squadre si potrebbero permettere uno stadio, in proprio gli altri no! costa troppo e gli incassi non coprono i costi.
 

RosaeViola

Master Florello
Il 29 maggio 1985, allo stadio Heysel di Bruxelles, morirono 39 persone per una partita di calcio importante, che l'UEFA pensò bene di tenere in questo stadio fatiscente e inadeguato ad un simile evento.

I colpelvoli di questo inutile massacro? Gli Hooligans. Così dissero e si dice.

Sappiamo tutti come andò a finire: la partita si giocò proprio per non scatenare ulteriormente questi frustrati picchiatori pilotati chissà da chi e da cosa, perchè come giustamente osservava Gianfra, chi arma questa gente? Chi dà loro il denaro per organizzare simili cose?

Non voglio fare della dietrologia, mi basta chiedermi perchè questi ragazzi abbiano in tasca sufficiente denaro da comprarsi un'arma.
Comunque, tornando alla partita, non solo si giocò, ma dalle scelte dell'arbitraggio, sembrava proprio che le cose dovessero andare esattamente in una certa direzione perchè non si arrivasse ai supplementari e si rischiasse il peggio del peggio.

Intanto 39 persone sono morte e son sepolte non solo nelle loro tombe, ma troppo spesso anche nelle nostre coscienze.
Non so quante volte mi son ritrovata in queste discussioni con gente comune che ama il calcio, sostenendo che sia vile seguire qualcosa che di sportivo, ormai da tempo, non ha più nulla e tutte le volte che è successo, mi son sentita rispondere che non è un problema sociale, che è stato un caso isolato, che il calcio è importante e che smettere di giocarlo significa arrendersi ai teppisti, si pronuncia addirittura la parola lotta a ciò che vuole annientare il calcio italiano. Ma alla fine, chi è che lo ha annientato? Chi lo ha reso ciò che è oggi?

Ma in Italia, anche oggi, che è morto questo uomo, questo cittadino, questo galantuomo che credeva nel suo lavoro, chi grida allo schifo, si rifiuta di accettare che la propria squadra non giochi la sua bella partita e non importa se la partita è stata preconfezionata, l'importante è che nell'inconscio collettivo, non scompaia quell'appiglio di serena evasione dai conti da pagare, dai problemi famigliari, che è una partita di calcio.

Già, il calcio, la droga dei poveri...Spesso da bambina, mi chiedevo come mai mio padre, appassionato ma non tifoso di calcio, mi dicesse queste parole.
Mi ci son voluti un po' di anni in più e una maggior consapevolezza per comprendere cosa intendesse.

Certo che è normale che in uno stadio si possa dar sfogo alla propria assoluta aggressività, perchè fa comodo. A chi? Alle autorità stesse, come giustamente faceva osservare Larissa, alle società sportive e chissà a quante altre strutture.
Fintanto che si accoppano dentro gli stadi, ci saranno meno violenti per le strade e tutti avremo meno problemi.
C'è scappato il morto? Beh, ogni tanto succede...è il prezzo che si deve pagare alla macchina che fa soldi, tanti soldi, moltissimi soldi.

La vita umana per chi fa funzionare la macchina, sapete meglio di me che non vale nulla. Non poco, proprio nulla.
E allora perchè ci scandalizziamo? A prescindere da noi, qui, perchè quelli che oggi gridano all'offesa poi non prendono posizione contro tutto questo che potrebbe coinvolgerli in qualunque momento e disertano gli stadi?

Ma davvero abbiamo sempre bisogno di questi palliativi per non dover pensare alla nostra condizione e alla nostra realtà?

Sin dalla sera del 29 maggio del 1985, pensai, come tanti altri, che l'unica cosa che questi che si definiscono tifosi ultras insieme alle società calcistiche che vedono solo il business possono capire, è la chiusura degli stadi o la sospensione del campionato...Ma la domanda è a chi fa veramente paura tutto questo? Chi teme chi e cosa?

Anzi, no, la domanda giusta forse è, a chi giova non arrivare a questo?

In quanto al mandare i teppisti nei lebbrosari, beh, mi ha fatto sorridere proprio pensando ad un film inglese che si intitola "Beautiful people" in cui un appartenente agli Hooligans, recatosi in Olanda con altri suoi "amici" per assistere ad una partita, fatto e strafatto dopo la partita, cade praticamente inebetito dalla birra e dagli stupefacenti, su di un nastro trasportatore dell'aereoporto che lo condurrà, a sua insaputa, in Bosnia durante il conflitto, anzichè a casa. Lì, dopo essere stato paracadutato con le casse di medicinali in un ospedale da campo, assisterà le vittime della guerra e si redimerà. Il tutto era condito dal solito humor inglese ed era molto gradevole ma sicuramente, al di là della grottesca parodia, diceva sostanzialmente quel che cercava di dire anche Lobelia e cioè che tutti questi ragazzi, alla fine, se sapessero per che cosa vivono e chi sono, forse e non lo dico certo per giustificarli ad oltranza, non sentirebbero la necessità di fare ciò che fanno.

Possiamo dire tutto ciò che vogliamo in merito, ma anche noi tutti siamo responsabili di questo sfascio: società, famiglia, istituzioni e chi più ne ha più ne metta, ma ci siamo dentro tutti e tutti siamo stati omertosi e conniventi nell'avvallare questa luttuosa e distruttiva decandenza e nell'averlo fatto.

Non serve dire io non sono d'accordo per spezzare la catena della violenza, serve fare, serve agire, ma soprattutto serve costruire il paese attraverso la costruzione dell'uomo. Serve soprattutto credere ancora nell'uomo e nelle sue potenzialità.
Il disfattismo, il nichilismo di cui ormai sono pregni molti ragionamenti che si sentono, non portano a nulla e si sommano alla forza distruttiva di una società che si sta lentamente inclinando sul fianco come una vecchia nave che affonda.
 
Ultima modifica:

alby80

Giardinauta Senior
Secondo me una somiglianza tra Genova e Catania c'è. Io personalmente a Genova c'ero e dalle immagini di Catania posso trovare le seguenti somiglianze:
- persone con passamontagna (per non farsi riconoscere?)
- persone che lanciano pietre sulle forze dell'ordine
- organizzazione premeditata di azione (a Catania 5000 persone sono uscite dallo stadio tutte nello stesso momento.. come mai? a genova sono stati attaccati punti lontanissimi dalla zona rossa che non c'entravano niente ma erano bersagli più facili)
Ma la cosa che ho provato a sottolineare prima è quella che più mi da fastidio. E' l'impunità in certi luoghi (lo stadio come la manifestazione): in entrambe le occasioni certe persone si sentono in completa libertà di delinquere in qualunque modo possibile sicuri di non essere identificati. Purtroppo conosco genovesi che sono andati a rompere la vetrina di un vicino che magari gli stava antipatico perchè "tanto si poteva fare tutto".
Tornando al calcio la cosa più paurosa è che ormai i tifosi non si scontrano tra loro.. ma con le forze dell'ordine. E' qui il cambiamento radicale.

Larissa ti ringrazio molto per la tua testimonianza sulla situazione delle forze dell'ordine nella tua bellissima regione.
 
A

ambapa

Guest
frasi coem queste mi fanno imbufalire

come possiamo pensare che chiunque possa trasformarsi in giuria, giudice ed asnche in carnefice, perchè mai la polizia dovrebbe avere "diritto" di sparare

penso tra l'altro che sia meglio attenerci alla discussione senza entrare in argomenti troppo caldi
Ecco appunto...le due situazioni sono "completamente" diverse, non travisiamo tutto.
 
A

ambapa

Guest
...Credo che questo faccia parte di un sistema ben più grande che prescinde dal calcio, un sistema che tende a mantenere quanto possibile lo status quo, per cui la parte "violenta" della società, che quasi sempre si colloca tra gli strati più umili della stessa (e con questo non voglio nè giustificarla nè tantomeno sostenere che tutte le persone non abbienti o ignoranti siano violente, lo sottolineo perchè non sia mai essere fraintesa in questa cosa, mi ferirebbe non poco) è un "bene" (o è "meno peggio") che indirizzi la propria intolleranza e manifesti i propri istinti aggressivi in un contesto circoscritto, limitato e riconoscibile come lo stadio.
Temo cioè che "permettere" con una maggiore tolleranza certe esplosioni aggressive, pur con gli svantaggi che ovviamente comporta, possa in qualche grottesco modo servire a mantenere incanalata la distruttività di alcuni ambienti in certi ambiti, in cui essa appare più "tollerabile" e incida meno sugli equilibri generali, come se fosse una valvola di sfogo, che dovendo pur sfiatare da qualche parte, meglio che sia lì...
Così 'sta gente anzichè, che so, manifestare (magari mettendo a ferro e fuoco una città), denunciare magari con mezzi impropri abusi, violenze, povertà e quant'altro, se ne sta buona buona tutta la settimana e non rompe i cosiddetti.
se poi la domenica, evvabbè, tirano le pietre e fumogeni, odiano il nemico (che è bene sia la squadra opposta, e non "altro"), è il male minore...

Analisi ineccepibile :hands13:.
 
M

Mary74

Guest
Ho letto velocemente i primi post.
Daccordissimo con Kiwo ...la mia nuova casa si trova a 50 mt dalla questura dove è stata allestita la camera ardente .
Una stretta al cuore , non commento le scene di dolore .

Il mio primo pensiero è stato che se Raciti avesse sparato , oggi i suoi figli avrebbero un padre.
Dico ad alta voce che ha fatto bene il carabiniere a Genova a sparare .

Tutto il resto scusate ma sono stronzate !

Spero che saltino le poltrone di Prefetto e Questore , due incapaci . Qua il calcio non centra nulla , è criminalità organizzata .SAPEVANO che era era pronta un imboscata , i tifosi del palermo sono arrivati a secondo tempo iniziato proprio perchè avevano cambiato percorso .
Lo STATO come negli anni 80 non riesce a garantire l'ordine pubblico.
 

kiwoncello

Master Florello
E brava Mary, adesso le tue parole scateneranno la reazione indignata di tante anime sensibili e soprattutto politically-correct a senso unico!
 

daria

Master Florello
Perchè mai? Mary esprime in modo legittimo il suo pensiero che ha il pregio di prendere posizione e di non rimanere nel buonismo del mondo di Topolinia con le aspettative di tale mondo.
 
M

Mary74

Guest
Mi scuseranno le anime pie del forum ma assistere al massacro di una persona non può che farmi reagire in questo modo .
Pensate anche alla gente chiusa in casa terrorizzata da quel che stava accadendo , hanno divelto portoni , incendiato macchine .
Questi sono criminali , non centrano nulla nè le manifestazioni nè lo sport.
Due bambini piangono il loro padre . Tra un teppista e un onesto padre di famiglia , scelgo la vita del secondo.
 
A

ambapa

Guest
Perchè mai? Mary esprime in modo legittimo il suo pensiero che ha il pregio di prendere posizione e di non rimanere nel buonismo del mondo di Topolinia con le aspettative di tale mondo.
Pongo una domanda a tutti voi, al di fuori dei contesti specifici di cui stiamo discutendo. A nessuno viene mai in mente che 'sto buonismo di Topolinia tanto vituperato, comporti un prezzo, a volte alto da pagare? Intendo il prezzo di stare continuamente ad interrogarsi, documentarsi, mettersi in discussione? Credo sarebbe molto più comodo lasciarsi trascinare dall'istinto e tranciare giudizi facili e "popolari". Rinunciare a comprendere la complessità delle cose per ridurle a formule facili e risolutive, come minimo sarebbe più liberatorio. Parla un'inviata da Topolinia.
 

daria

Master Florello
Pongo una domanda a tutti voi, al di fuori dei contesti specifici di cui stiamo discutendo. A nessuno viene mai in mente che 'sto buonismo di Topolinia tanto vituperato, comporti un prezzo, a volte alto da pagare? Intendo il prezzo di stare continuamente ad interrogarsi, documentarsi, mettersi in discussione? Credo sarebbe molto più comodo lasciarsi trascinare dall'istinto e tranciare giudizi facili e "popolari". Rinunciare a comprendere la complessità delle cose per ridurle a formule facili e risolutive, come minimo sarebbe più liberatorio. Parla un'inviata da Topolinia.

Tesoro, messa così sembra che dall'altra parte di Topolinia, ci sia la scure pronta a colpire ad ogni piè sospinto, comunque, parla un'inviata da Polentopoli, quanto durano ancora le :martello2 le analisi?...
 
Alto