Kiwo, tu lo sai vero che io ti sono affezionata e che ti stimo molto? Faccio questa premessa solo per poterti dire che delle volte non capisco questa acredine che leggo fra le righe che hai scritto.
Ma come può un uomo di scienza pensare che le cose che avvengono capitino per caso? Come può un uomo abituato ad andare ben oltre la prima causa che si evidenzia, pensare che il buonismo sia colpevole di proteggere e favorire i delinquenti?
Secondo te e quelli che come te pensano che solo l'inasprimento delle pene e una maggiore repressione possano risanare una società, a me fanno invece un po' sorridere.
E' un po' come pensare di guarire l'umanità dal cancro solo con l'assunzione di chemioterapici.
Certo, la chemioterapia serve a far regredire il problema, ma se il problema, ad esempio, affonda le sue radici in un contesto ampio e composito, a cosa serve la chemio fine a sè stessa se non accompagnata da una capillare e accurata ricerca eziologica? Il cancro verrà parzialmente sconfitto di volta in volta, di caso in caso ma si ripresenterà sempre se non se ne individua l'origine vera e la vera causa.
Vorrei anche aggiungere un qualcosa di più personale.
Se ascolto la mia pancia (termine caro a Larissa e a me) non posso non provare così tanta rabbia da arrivare a dire "sbattiamoli in cella e buttiamo via la chiave per questi maledetti". Il mio istinto mi porterebbe a provare anche una certa soddisfazione per questo atto.
Sì, va bene, e poi? Poi avremmo risolto il problema?
Accidenti, ma guardate che riempire le carceri serve a ben poco se non si cerca di comprendere quali siano le ragioni che hanno portato una società a tutto questo. Vi consiglio caldamente una chiacchierata con Don Gino Rigoldi che è cappellano del Beccaria per chiarirvi un po' le idee in merito e poi ne riparliamo.
A questo punto, dopo aver provato una rabbia feroce e nel mio immaginario aver sperimentato il piacere che potrei ricavare nella repressione, i casi sono due: o fingo di farmi bastare tutto ciò, attingendo alla mia parte sadica, per ripristinare le mie garanzie e le mie sicurezze oppure devo farmi carico di ben altre responsabilità che quasi sempre sono di carattere sociale, tese soprattutto alla ricerca delle ragioni storiche e umanistiche per le quali intere civiltà hanno pagato prezzi pesantissimi.
La storia si ripete sempre. Non ci sono state ere in cui la violenza non esisteva fatto salvo che per quei momenti in cui le civiltà erano al massimo del loro splendore. Questo vi dice qualcosa o ce lo siamo sognati insieme agli storici che ci hanno insegnato e insegnano che quando una società sta bene è anche sana?
Di recente sono stata in Danimarca. Beh, mi ha molto stupita il clima che si respira in questo paese.
La gente è serena, vive una vita a misura d'uomo che nemmeno possiamo immaginare se non ci si va in questo paese. Copenaghen è pienissima di famigliole e bambini, le carrozzine sono ovunque.
Certo anche loro hanno piccoli problemi di delinquenza, anche loro delle volte eccedono in certi divertimenti e fanno gazzarra, ma il paese è tranquillo e sicuro.
Ma i danesi, sono un popolo ricco e con una certa equanimità, che non vive tutto teso verso l'arricchimento sfrenato, non vive una realtà in cui bisogna lavorare come schiavi per far soldi, soldi, soldi. I danesi, soprattutto, hanno un governo che si occupa di loro, che provvede ai loro bisogni e che è PRESENTE nel paese in tutto.
Anche questo non vuol dire nulla? Anche queste sono solo teorie da buonisti?
Se volete pensare che la legge del taglione vi garantisca una totale scomparsa di questi eventi, fate pure, ma vorrei ricordarvi che le società che hanno applicato questa regola, non hanno avuto una vita lunga e nemmeno una vita degna di chiamarsi tale.
Io non ci sto a degradare l'uomo fino a schiacciarlo solo perchè questo mi comporterà il bollo da buonista, non ci sto proprio.
Bollatemi pure come buonista, non me ne importa niente. Io credo nell'uomo e credo anche che si debba smettere di avere paura della parte malata dell'uomo come possibile estensione e rappresentazione della propria.
Non ci credo, non ci ho mai creduto e mai ci crederò al fatto che solo reprimendo si risana. Questo è solo un palliativo che ci si crea perchè la rabbia che si prova dinnanzi a certi fatti ci attanaglia e la paura di non poter controllare le cose, ci fa perdere quelle poche certezze che abbiamo.
Finisco riportando una frase di Cesare Beccaria (noto cattocomunista del tempo) che ho sempre fatto mia: "Non vi è libertà ogni qual volta le leggi permettono che in alcuni eventi l'uomo cessi di essere persona e diventi cosa".