T
trem
Guest
quando gli accadimenti sono grandi e incompressibili e segnano in modo irreversibile la storia e i destini, in quel momento è d’obbligo o quantomeno necessario il dovere della memoria. volete raccontare dovete eravate l’11 settembre e come avete appreso la notizia? niente commenti, solo ricordare dove eravamo.
Stavo lavorando in uno studio fotografico in Brianza, ero con Nicoletta, la mia assistente, e uno dei titolari dell’azienda per cui stavo fotografando.
Erano circa le 15,00/15,30 quando ho sentito da una radio commerciale, una di quelle tutta musica a ripetizione, la notizia del primo aereo contro le torri. Non ci ho creduto, era troppo grossa la notizia, volevo pensare a uno scherzo radiofonico, una cosa come la “Guerra dei mondi” di Orson Wells; non riuscivamo a sintonizzarci su altre radio di informazione o le reti nazionali, sempre nell’assoluta incredulità è arrivata la notizia del secondo aereo. Allora ho telefonato a mia moglie che ha accesso la televisione e mi ha confermato la realtà.
Ho pensato a Pearl Harbour, è l’inizio della guerra mi sono detto. Mi sono fatto nella mente un velocissimo e terribile film, o avuto visioni di risposte militari sempre più vicine: verso la Libia o il Sudan o l’Iraq e di altri missili di nuovo di risposta verso il Mediterraneo, sempre più vicino a casa.
Dieci minuti di paranoia e sudori, poi solo angoscia.
Stavo lavorando in uno studio fotografico in Brianza, ero con Nicoletta, la mia assistente, e uno dei titolari dell’azienda per cui stavo fotografando.
Erano circa le 15,00/15,30 quando ho sentito da una radio commerciale, una di quelle tutta musica a ripetizione, la notizia del primo aereo contro le torri. Non ci ho creduto, era troppo grossa la notizia, volevo pensare a uno scherzo radiofonico, una cosa come la “Guerra dei mondi” di Orson Wells; non riuscivamo a sintonizzarci su altre radio di informazione o le reti nazionali, sempre nell’assoluta incredulità è arrivata la notizia del secondo aereo. Allora ho telefonato a mia moglie che ha accesso la televisione e mi ha confermato la realtà.
Ho pensato a Pearl Harbour, è l’inizio della guerra mi sono detto. Mi sono fatto nella mente un velocissimo e terribile film, o avuto visioni di risposte militari sempre più vicine: verso la Libia o il Sudan o l’Iraq e di altri missili di nuovo di risposta verso il Mediterraneo, sempre più vicino a casa.
Dieci minuti di paranoia e sudori, poi solo angoscia.