Raga,2 gg fa ho distribuito 25 kg di zolfo grinver87 della cifo su 2000mq. Ad oggi,avendo concimato ieri dando 1,8 gr. Mq di azoto + potassio e fosforo!nessun danno da bruciature.
Ieri la dottoressa mi ha dato il risultato delle analisi del terreno. Ph 7,8
L'agronomo del consorzio dice che è perfetto perchè è neutro,e così assorbe tutti gli elementi nutritivi,io gli ho detto che sopra il 7,5 è alcalino,ma lui dice di no.
Maxz, mi daresti la guida della tua acidificazione con zolfo? Quanto è per quanto tempo darne? A quale distanza da una applicazione all'altra?
Sò che si modificherà solo il sub strato di 25 cm però è li che serve di più
Ciao @DALMONTE.
Scusa per il ritardo, ma ero in giro per lavoro e sono rientrato dall'estero ieri sera.
Dunque, nell'ordine:
1) Calcare libero: è la quantità di ioni carbonato liberi (o liberalizzabili) nel terreno. E’ misurabile in laboratorio con metodi a fluorescenza (ad esempio usati per la qualifica dei cementi e dei klinker). A casa e per i nostri scopi può essere fatta in modo ragionevole con il metodo casalingo proposto recentemente da @White, cioè pesando un campione di terreno aggiungendo un acido forte (mi raccomando, forte, cioè con costante di dissociazione ionica tale che non mi produca un “tampone”: quindi solforico, cloridrico, fosforico, no aceto e no limone) al campione del terreno e poi ripesando il campione, perché a quel punto, semplificando un po’ tanto, il calcare se ne è andato in CO2 (vedi il post di @White per dettagli). Se il calcare libero è superiore al 3-5%, direi che la questione finisce qui, perché neanche tonnellate di zolfo riuscirebbero a correggere il pH del terreno, come ti spiegherò meglio in seguito.
2) Capacità di scambio cationico (CSC): è è la quantità di cationi scambiabili, espressa in “equivalent chimici”. In pratica, ancora semplificando un po’ tanto, quanti “ganci” liberi ci sono nelle molecole della matrice del terreno per ospitare cationi che sono poi i nutrienti: potassio (K+), fosforo(P+), etc. Più questo valore è alto, meno il terreno è inerte (sabbioso) e più il terreno è attivo (argilloso) (ripeto sto veramente banalizzando per evitare un trattato di chimica inorganica). Siccome la misura di questa quantità è alquanto complicata a livello casalingo, in genere ci si accontenta della valutazione della qualità del terreno, cioè se è sandy (sabbioso), silty (limoso), clay (argilloso), loam (franco) o un misto dei precedenti. La situazione del CSC, influenza il dosaggio complessivo (come si vede nei docs)
3) Docs: ci sono i seguenti molto utili:
SULIS: Sustainable Urban Landscape Information Series : University of Minnesota Extension
Soil test interpretations and fertilizer management for lawns, turf, gardens and landscape plants : Soils and composting : Yard and Garden : Garden : University of Minnesota Extension
Puoi trovarne comunque molti altri, cercando su google, con le chiavi: "Soil acidification" o "acidifying soil" assieme a "elemental sulfur". In genere si trova solo materiale in inglese delle cosiddette "agricoltural extensions", che sono dei servizi universitari americani: pare interessi solo a loro questa problematica della quale i nostri cosiddetti "giardinieri", nemmeno concepiscono l'esistenza.
4) Infine i dosaggi. Posto quanto detto prima se, come spero per te, il tuo terreno è più o meno “franco”, cioè loam o silty loam il dosaggio ottimale ANNUALE ricavato dai documenti citati è il seguente 2.4 lb ogni 100 sqr/ft, ovvero 117.1782633 g/mq.
Ma, attenzione, se il terreno è sabbioso, il dosaggio si riduce ad un terzo (perché ci sono meno “ganci” da utilizzare nel terreno a causa della CSC più bassa).
E’ IMPORTANTISSIMO notare quindi che:
a) la dose si riferisce alla riduzione del pH di un punto
b) la dose è la dose massima annuale
c) per evitare danni all’erba, non si devono superare mai i 25-30 g/mq per applicazione su terreno franco o gli 7-8 g/mq su terreno sabbioso
d) dato il punto precedente, la dose annuale totale deve essere applicata suddivisa in 4 o più applicazioni (meglio di meno e più frequentemente, stile SF-like, usando un’espressione probabilmente cara a @White)
e) ci vogliono anni per correggere un pH troppo alto
Detto tutto ciò e considerando la variabilità delle dosi in funzione dei molti parametri, la cosa migliore sarebbe fare un test del terreno, decidere i dosaggi e poi ritestare il pH dopo circa un mese da ogni applicazione.
Se questo non è praticabile per costi, possibilità, etc. e soprattutto se non sai che terreno è (franco, sabbioso, argilloso, etc.), vacci piano, molto piano, al limite ci metti due o tre anni al posto di uno a riportarti sull’ottimale (6.5 per poa pratensis), perché la correzione del pH è una cosa da farsi lentamente, altrimenti fai danni. Infatti, lo zolfo elementare deve essere ossidato lentamente dai batteri specifici in presenza di ossigeno, trasformarsi in acido solforico, neutralizzare i carbonati sotto forma di gesso (o altri anioni alcalini sotto forma di altri sali), penetrare nel terreno (per almeno 6 feet) e poi fissarsi a quei “ganci” di cui ho parlato prima a proposito del CSC, cioè la capacità di scambio cationico: per tutto ciò, è ovvio, ci vuole tempo.
Se invece hai calcare libero (e spero di no per te), allora forget about it: stai buttando via i soldi per lo zolfo (puoi cercare innumerevoli pubblicazioni su internet che parlano di questo): non potrai mai correggere questo tipo di suolo e l’unica alternativa reale è la sostituzione del top soil, perché il calcare neutralizzerà continuamente lo zolfo e, dato che ce n’è di libero, prima di esaurirlo tutto sarai già in pensione (o oltre).
Se non sono stato chiaro, scusami, ma ho cercato di semplificare per non fare una lezione: se però necessiti di chiarimenti o sei interessato a dettagli più tecnici da chimico inorganico, chiedi pure tranquillamente. Eventualmente devi solo aspettare un attimo, per sono spesso in giro per lavoro e senza PC è complicato risponderti.
Ciao.