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*Lorely*

Giardinauta Senior
Della serie "tutto è cultura" io la "batracomiomachia" prima ancora che a scuola l'ho sentita nominare in una vecchia canzone di Raf ....

"Ehi, è una batracomiomachia
lo sai anche tu
baby ma non eri la mia...":LOL:

e quando la prof di lettere ce ne parlò a scuola (del poemetto ...non della canzone) avevo già più o meno idea di cosa fosse (dato che il termine mi aveva incuriosita ero andata a documentarmi sull'enciclopedia Zanichelli visto che all'epoca Google era ancora lungi dall'arrivare)
 

miciajulie

Fiorin Florello
Della serie "tutto è cultura" io la "batracomiomachia" prima ancora che a scuola l'ho sentita nominare in una vecchia canzone di Raf ....

"Ehi, è una batracomiomachia
lo sai anche tu
baby ma non eri la mia...":LOL:

e quando la prof di lettere ce ne parlò a scuola (del poemetto ...non della canzone) avevo già più o meno idea di cosa fosse (dato che il termine mi aveva incuriosita ero andata a documentarmi sull'enciclopedia Zanichelli visto che all'epoca Google era ancora lungi dall'arrivare)
Non ti preoccupare, non sei la sola, io questa di Leopardi non la conoscevo e non mi sento affatto affranta.
@*Lorely* anche io mi ricordo la batracomiomachia dalla canzone di Raf
è comunque cultura anche questa. la curiosità di capire il senso delle cose, cercare, documentarsi..
 

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
Della serie "tutto è cultura" io la "batracomiomachia" prima ancora che a scuola l'ho sentita nominare in una vecchia canzone di Raf ....

"Ehi, è una batracomiomachia
lo sai anche tu
baby ma non eri la mia...":LOL:

e quando la prof di lettere ce ne parlò a scuola (del poemetto ...non della canzone) avevo già più o meno idea di cosa fosse (dato che il termine mi aveva incuriosita ero andata a documentarmi sull'enciclopedia Zanichelli visto che all'epoca Google era ancora lungi dall'arrivare)
Chissà chi era l'autore delle parole della canzone :whistle: fosse che fosse BATTIATO?
usare certe parole nelle canzoni sarebbe stato proprio solo da lui....
 
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Delonix

Florello Senior
Che bello questo thread, me l'ero perso!

Se devo pensare ad una parola difficile, mi riemerge un ricordo di quinta liceo, i Paralipomeni della Batracomiomachia, un poemetto di Leopardi. In poche parole in questo poemetto Leopardi si ripropone di "adattare" ai suoi tempi uno dei poemi secondari del ciclo omerico, la Batracomiomachia, una parodia della guerra di Troia in cui Troiani e Achei sono sostituiti da rane e topi. Nei paralipomeni Leopardi paragona eventi a lui contemporanei (le insurrezioni del 1821, con gli scontri tra Borbonici+Austriaci e ribelli napoletani) agli eventi della Batracomiomachia. Solo ad una personalità come quella di Leopardi (e ad una persona con la sua erudizione) poteva venire in mente di andare a ripescare uno dei poemi arcaici più particolari e riproporlo in epoca moderna, adattandolo a satira degli eventi bellici a lui contemporanei!
Io ricordavo La batracomiomachia dei paralipomeni... Ma la mia memoria è assai fallace.
Infatti ho controllato e ricordavo male... O forse ricordava male anche la mia insegnante, mille anni fa
 

cri1401

Florello Senior
è comunque cultura anche questa. la curiosità di capire il senso delle cose, cercare, documentarsi..
Ma si certo, però non sono una estimatrice del Leopardi, magari a scuola ne abbiamo anche parlato quando lo abbiamo studiato ma evidentemente la mia mente lo ha cancellato :LOL: ....io sono curiosa e vado a vedere il significato delle parole, mi informo, leggo....
 

Delonix

Florello Senior
Ma si certo, però non sono una estimatrice del Leopardi, magari a scuola ne abbiamo anche parlato quando lo abbiamo studiato ma evidentemente la mia mente lo ha cancellato :LOL: ....io sono curiosa e vado a vedere il significato delle parole, mi informo, leggo....
Io non sono del parere che sia obbligatorio farsi piacere a tutti i costi i "classici per forza". Scriverà benissimo costui o quell'altro, ma se l'unica cosa che mi provoca è uno sbadiglio clamoroso... leggerò altro!
 

Sevi

Fiorin Florello
La conoscevo anch'io, però solo tramite una persona vicina che me ne aveva parlato.
Ho avuto un ottimo insegnante di lettere, ma non credo vi abbia mai fatto cenno, oppure la mia mente l'ha rimosso come è accaduto a Cri :LOL:
 

Amy

Guru Giardinauta
In questo periodo della mia vita sono mentalmente tanto stanca da aver solo voglia di ridere e scherzare; leggere mi appassionava e mi è anche capitato per un periodo di leggere il 'vaccabolario' come fa ancora @marco.enne.
Ricordo che da ragazzina ho trovato in un racconto la parola 'ippocastano' e non sono riuscita a trovarla nel mio piccolo vocabolario rosso; per anni ogni tanto quella parola mi è tornata alla mente, fino a scoprire che si tratta di un albero.
Pensate voi come è per una giovane adolescente immaginare un grande cavallo (hippo) marrone (castano) che è caduto per strada e ostacola il passaggio ... la storia proprio non funzionava. :LOL: :LOL:
 

Jc123

Giardinauta
Anche secondo me non ha senso leggere i classici solo in quanto tali e dar loro valore di auctoritates; tuttavia, c'è un motivo se sono diventati classici: a molte persone, nel tempo, hanno trasmesso qualcosa. Questo significa che quello stesso classico può trasmettere qualcosa anche a noi, ma non significa che debba per forza farlo. Leggere i classici non deve essere assolutamente un obbligo, ma ce ne sono alcuni che si leggono piacevolmente e che sono davvero in grado di trasmettere qualcosa.

A me per esempio non piaciono affatto i romanzi secenteschi, trovo davvero sgradevole lo stile di scrittura (non sono assolutamente scritti male, anzi, ma semplicemente a mio avviso non è compatibile con i gusti del nuovo millennio).

Nonostante sia spesso snobbato, in quanto romanzo spesso associato ad un ambiente scolastico, trovo molto piacevole da leggere I promessi sposi. Oltre allo stile di scrittura tutto sommato piacevole, il messaggio che Manzoni vuole passare è evidente. Oltre a ciò l'ambientazione lombarda, con luoghi che personalmente conosco e che riesco a riconoscere nel testo me lo rende particolarmente caro.

Sempre in ambito ottocentesco, secondo me Leopardi ha molto da dire a un lettore del 21° secolo, soprattutto uscendo dalle sue opere più note. Secondo me Leopardi sarebbe da leggere e studiare più come filosofo che come letterato. Leopardi è un filosofo "pragmatico", nel senso che è un ragazzo che nella sua vita piuttosto breve si è posto le stesse domande che tutti noi ci poniamo, annotando poi i suoi pensieri e sviluppandoli nel tempo. Il fatto poi che il suo pensiero sia stato inserito in un filone pessimista ha fatto sì che agli occhi del grande pubblico apparisse come un ragazzo depresso con problemi fisici che soffriva per questo, quando in realtà il suo pessimismo è legato più che altro allo scopo della vita e non è poi più pessimista di buona parte delle persone. Tra le sue opere secondo me sono particolarmente belli l'ultimo canto di Saffo, il Canto notturno di un pastore errante dell'Asia e il dialogo della Natura e di un Islandese.

D'annunzio invece non mi è mai piaciuto, soprattutto la fase del Piacere. Le poesie dell'Alcyone sono tuttavia dei capolavori e le descrizioni dei paesaggi, con l'uomo che si fonde con la natura e diventa tutt'uno, sono magistrali.

Nella lettura novecentesca italiana, a me sono piaciuti particolarmente il deserto dei Tartari, di Dino Buzzati, una questione privata, di Fenoglio, Il nome della rosa, di Eco, i sommersi e i salvati, di Levi e le poesie di Montale. Andando nella letteratura straniera, trovo fantastici il Piccolo Principe, di Saint-Exupery (ingiustamente relegato a libro per bambini), the Dubliners, di Joyce, e il più recente Quel che resta del giorno, di Ishiguro.


Anche i classici antichi secondo me hanno molto da dire ai contemporanei, anche per chi non ha studiato il latino e il greco. La traduzione, se ben selezionata, aiuta a renderli scorrevoli senza mascherare il messaggio che hanno da passare. Nell'ambito della letteratura greca a me sono piaciuti molto i versi di Saffo (in particolare Tramontata è la luna, di cui è molto bella la traduzione di Quasimodo); molto belle, brevi e di facile lettura (si leggono senza problemi in un paio d'ore) sono le tragedie del periodo classico, di Eschilo, Sofocle ed Euripide. Eschilo è quello più antico e porta i valori tradizionali del mondo greco arcaico; Sofocle è più moderno (bellissime l'Antigone e l'Elettra), ma si vedono evidentemente i valori tradizionali. Euripide è invece estremamente moderno e le sue tragedie hanno sempre un fortissimo messaggio da trasmettere (anche la sua versione dell'Elettra è spettacolare, in particolare il rapporto tra Elettra, Oreste e la madre Clitemnestra; ci sarebbe da parlarne per ore, davvero). Nella letteratura latina sono secondo me bellissimi i carmi di Catullo, i famosi Multas per gentes e Odi et amo, ma anche Vivamus, mea Lesbia, atque amemus e ille mi par esse deo videtur. Anche alcune odi ti Orazio sono a mio avviso molto belli, come per esempio l'ode a Leuconoe.



La smetto di sproloquiare, soprattutto perché lo scopo del thread non è parlare di letteratura :whistle:
 

Ghibli

Aspirante Giardinauta
Che bello questo thread, me l'ero perso!

Se devo pensare ad una parola difficile, mi riemerge un ricordo di quinta liceo, i Paralipomeni della Batracomiomachia, un poemetto di Leopardi. In poche parole in questo poemetto Leopardi si ripropone di "adattare" ai suoi tempi uno dei poemi secondari del ciclo omerico, la Batracomiomachia, una parodia della guerra di Troia in cui Troiani e Achei sono sostituiti da rane e topi. Nei paralipomeni Leopardi paragona eventi a lui contemporanei (le insurrezioni del 1821, con gli scontri tra Borbonici+Austriaci e ribelli napoletani) agli eventi della Batracomiomachia. Solo ad una personalità come quella di Leopardi (e ad una persona con la sua erudizione) poteva venire in mente di andare a ripescare uno dei poemi arcaici più particolari e riproporlo in epoca moderna, adattandolo a satira degli eventi bellici a lui contemporanei!
Qualcuno prima di lui aveva tentato un esperimento simile. Alessandro Tassoni, un minore del '600, scrisse un poema epico-comico in versi, "La secchia rapita", prendendo spunto da un evento storico realmente accaduto, una guerra tra Modenesi e Bolognesi nel '300 conclusa con il "rapimento" di un secchio di legno da parte dei modenesi, unico trofeo di guerra che questi portarono a casa. Il poema del Tassoni irride l'epica di quell'inutile conflitto costruendo personaggi grotteschi e pusillanimi e facendo partecipi agli scontri gli stessi dei dell'Olimpo. "Saturno, ch’era vecchio e accatarrato, E s’avea messo dianzi un serviziale, Venía in una lettiga riserrato, Che sotto la seggetta avea il pitale." Certo meno aulico dei versi del Leopardi, ma comunque godibilissimo.
 

Jc123

Giardinauta
Qualcuno prima di lui aveva tentato un esperimento simile. Alessandro Tassoni, un minore del '600, scrisse un poema epico-comico in versi, "La secchia rapita", prendendo spunto da un evento storico realmente accaduto, una guerra tra Modenesi e Bolognesi nel '300 conclusa con il "rapimento" di un secchio di legno da parte dei modenesi, unico trofeo di guerra che questi portarono a casa. Il poema del Tassoni irride l'epica di quell'inutile conflitto costruendo personaggi grotteschi e pusillanimi e facendo partecipi agli scontri gli stessi dei dell'Olimpo. "Saturno, ch’era vecchio e accatarrato, E s’avea messo dianzi un serviziale, Venía in una lettiga riserrato, Che sotto la seggetta avea il pitale." Certo meno aulico dei versi del Leopardi, ma comunque godibilissimo.
è vero, sentendolo adesso mi è tornato in mente anche Tassoni! Mi sembra anche di ricordare che il protagonista fosse un tale conte di Culagna, a sottolineare la natura satirica dell'opera
 

Ghibli

Aspirante Giardinauta
Qualcuno prima di lui aveva tentato un esperimento simile. Alessandro Tassoni, un minore del '600, scrisse un poema epico-comico in versi, "La secchia rapita", prendendo spunto da un evento storico realmente accaduto, una guerra tra Modenesi e Bolognesi nel '300 conclusa con il "rapimento" di un secchio di legno da parte dei modenesi, unico trofeo di guerra che questi portarono a casa. Il poema del Tassoni irride l'epica di quell'inutile conflitto costruendo personaggi grotteschi e pusillanimi e facendo partecipi agli scontri gli stessi dei dell'Olimpo. "Saturno, ch’era vecchio e accatarrato, E s’avea messo dianzi un serviziale, Venía in una lettiga riserrato, Che sotto la seggetta avea il pitale." Certo meno aulico dei versi del Leopardi, ma comunque godibilissimo.

è vero, sentendolo adesso mi è tornato in mente anche Tassoni! Mi sembra anche di ricordare che il protagonista fosse un tale conte di Culagna, a sottolineare la natura satirica dell'opera
Esatto. L'ho cercato in libreria per anni, ma ho dovuto aspettare che mettessero il testo in rete per leggerne qualche verso. Eco è il mio autore preferito, ho letto tutto da "Come si fa una tesi di laurea" a "Numero Zero" ma se posso suggerire una lettura veramente piacevole direi "Zazie nel Metro" di Queneau.
 

marco.enne

Esperto di impianti di irrigazione da balcone
Mi piace davvero quanto avete scritto, ma c'è un thread dedicato qui

Grazie.
:LOL::LOL::LOL::LOL: ad buon incipit non manca mai un successivo "però" o un "MA".....in pratica come "stroncare un idilio" in poche semplici parole .... ?!?

Al telegramma manca la ripetitiva parola "stop" ...poi è completo...
:ROFLMAO::ROFLMAO:
 
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