urza_indivia
Giardinauta Senior
già, di niente di meno: e magari di qualcosa di più
infatti la cosa peggiore è che è stato detto che "quella" ci stava.
quindi è anche buttana..
risultato: doppia violenza.
e non saprei quale delle due è la peggiore...
A tante viene offerto aiuto e lo rifiutano, provato in prima persona.
Poi ci siamo riusciti, ma quando entrava in ufficio capivamo tutti che non poteva essere DI NUOVO caduta dalle scale, non poteva aver sbattuto da qualche parte.
Aveva la possibilità e non l'ha usata, per anni.
Non è così semplice, sono dinamiche maledettamente complesse
infatti la cosa peggiore è che è stato detto che "quella" ci stava.
quindi è anche buttana..
risultato: doppia violenza.
e non saprei quale delle due è la peggiore...
Non bisogna insegnare alle piccole donne di oggi a denunciare, bisogna insegnare ai piccoli uomini di oggi a non picchiare.
A tante viene offerto aiuto e lo rifiutano, provato in prima persona.
Poi ci siamo riusciti, ma quando entrava in ufficio capivamo tutti che non poteva essere DI NUOVO caduta dalle scale, non poteva aver sbattuto da qualche parte.
Aveva la possibilità e non l'ha usata, per anni.
Non è così semplice, sono dinamiche maledettamente complesse
Tratto da http://www.maschileplurale.it/cms/index.php
Sono un uomo e vedo la violenza maschile intorno a me. Vedo anche, però, il desiderio di cambiamento di molti uomini.
Scelgo di guardare in faccia quella violenza e di ascoltare quel desiderio di cambiamento. So che quel desiderio è una risorsa per sradicare quella violenza.
Di fronte alle storie di mariti che chiudono le mogli in casa o le ammazzano di botte, di fidanzati che uccidono per gelosia le proprie ragazze, di uomini che aggrediscono o stuprano donne in un parco o in un garage, non penso "Sono matti, ubriachi o magari i soliti immigrati !", non mi viene da dire: "Quella se l'è cercata!". Tutto questo mi riguarda, ci riguarda.
Quando sento giudicare gli immigrati come una minaccia alle "nostre donne" ricordo che la violenza contro le donne non nasce nelle strade buie, ma all'interno delle nostre case, ed è opera di tanti uomini, italiani e non, che picchiano e uccidono le "proprie" donne.
Quando osservo l'ironia, il disprezzo, la discriminazione che precedono la violenza contro lesbiche e gay non penso: "Facciano quel che gli pare, ma a casa loro". So che mi riguarda, ci riguarda: quell'ironia e quel disprezzo li conosco fin da piccolo, sono una minaccia per chi non si comporta "da uomo".
La libertà di amare chi vogliamo e come vogliamo o è di tutti o non è di nessuno.
Quando penso alle donne, spesso straniere, costrette a prostituirsi, prive di diritti, alla ricerca di difficili vie di uscita, non penso che "rovinano il decoro delle città". Vedo nella loro vita l'effetto di un razzismo che avanza. La prostituzione, scelta od obbligata, parla innanzitutto dei nove milioni di clienti italiani e della sessualità maschile ridotta alla miseria dello sfogo e del consumo.
Credo che la violenza contro omosessuali e trans, la diffusa richiesta di ordine e sicurezza, la crescente ondata di disumanizzazione dei migranti, il razzismo, l'egoismo dilagante, abbiano a che fare con le relazioni tra i sessi: la paura e il disprezzo verso le differenze sono una tossina che avvelena la nostra società. Ogni giorno sento il richiamo verso ogni uomo ad essere complice di questa cultura e ad aderire all'ideologia della mascolinità tradizionale.
Sono stanco della retorica della patria, del nemico e dell'onore, della virilità muscolare e arrogante.
Quando assisto dell'ostentazione di sé da parte di chi usa soldi e potere per disporre delle donne, sento che quell'ostentazione è misera, squallida e anche triste. Sono secoli che gli uomini comprano, impongono, ricattano e scambiano sesso per un posto di lavoro o per denaro. La novità sta nel vantarsene, strizzando l'occhio agli altri uomini in cerca di complicità. Non ci stiamo, e non per invidia o moralismo. Non ci interessa l'alternativa tra il consumo del corpo delle donne e l'autocontrollo perbenista.
Al potere preferiamo la libertà, la libertà di incontrare il desiderio libero delle donne, compreso, eventualmente, il loro rifiuto.
Quando il disprezzo per le donne, l'ostentazione del potere e le minacce contro i gay e gli stranieri diventano modelli di virilità da usare a scopi politici, capisco e sento che devo e dobbiamo reagire: come uomini prima ancora che come cittadini.
Sentiamo la responsabilità di impegnarci, come uomini, contro la violenza che attraversa la nostra società e le nostre relazioni.
Non vogliamo limitarci alle "buone maniere" e al "politicamente corretto". Non ci sentiamo "protettori" né "liberatori". Sappiamo che le donne non sono affatto "deboli".
La loro libertà, la loro autonomia, nel lavoro, nelle scelte di vita, nella sessualità, non sono una minaccia per noi uomini e nemmeno una concessione da far loro per dovere. Sono un'opportunità per vivere insieme una vita più libera e ricca.
Non ci basta dire che siamo contro la violenza maschile sulle donne. Desideriamo e crediamo in un'altra civiltà delle relazioni tra persone, una diversa qualità della vita, libera dalla paura e dal dominio. Vogliamo vivere una sessualità che sia altro dalla conferma della propria virilità e del proprio potere.
Molti uomini hanno finora vissuto questo tentativo di cambiamento individualmente, cercando un modo nuovo di essere padre, una diversa relazione con la propria compagna, un modo diverso di stare con gli altri uomini, un rapporto diverso con il lavoro. Questa ricerca è però spesso rimasta solitaria e invisibile, senza parole. Vogliamo esprimerci in prima persona, vogliamo che il desiderio di libertà e di cambiamento di migliaia di uomini diventi un fatto collettivo, visibile, capace di parlare ad altri uomini.
Come non quotarti al 100%? Una cosa però mi perplime ed è il titolo del thread, come mai da uomo ad uomo?? E' certamente un problema culturale, non c'è alcun dubbio ma la cultura del macho, dell'uomo potente e forte che non DEVE chiedere, che può comprare tutto non è solo appannaggio dei maschietti, al contrario è apprezzatissima anche da una parte del sesso femminile. Non mi spiego altrimenti alcune assoluzioni eccellenti per episodi di machismo eclatanti, da parte di rappresentanti del gentil sesso, anche qui nel nostro forum...
Penso che il titolo devrebbe essere cambiato in "da essere umano ad essere umano".
Scusa se mi sono permesso.
perchè è il titolo di questo bell'articolo scritto su maschile plurale.
in relazione all oscritto chilometrico, vorrei sotolineare come si ponga l'accento sulla cultura del machismo nel 21esimo secolo, quello che (gia il 20esimo veramente) dovrebbe essere il secolo dell'emancipazione dell'equiparazione tra tutte le persone.
.
ma tu ci credi davvero all'equiparazione di tutte le persone? A me sembra invece che la storia si ripeta, anzi a volte sembra peggiorare. Un tempo esisteva la cintura di castità (che tra l'altro serviva anche per evitare che le donne venissero stuprate), oggi ci propongono braccialetti "rosa", navigatori col pulsante di emergenza "rosa", taxi "rosa"..... insomma, si dà un bel colore rosa alle moderne cinture di castità, e ci fanno credere di essere al sicuro.
non so, io non fraintendo.
http://tv.repubblica.it/piu-visti/s...tori-scoppia-la-rissa/38380?video=&pagefrom=1
casomai ve lo foste perso.
Si ma mi sembra giusto rimarcare che il titolo e l'articolo si riferiscono all'uomo inteso come umanità, quindi maschio e femmina.