C
Constance Spry
Guest
Ciao a tutti. E' da tempo che pensavo di proporvi una riflessione che mi sta particolarmente a cuore. Come direbbe Marzullo: ma noi giardinauti ci perdiamo qualcosa della vita?
Ricordo con particolare senso di umiltà una fotografia di una modella bionda con pullover e smalto rosso, unghie perfette.
Le mie mani non sono mai state un granchè, sono tanto tozzerelle che ho consistenti difficoltà a trovare guanti sufficientemente piccoli, ma credo che potete ben sapere come è facile che si rovinino le unghie, e quanto bene la terra riesca ad infilarcisi dentro. Lo smalto sarebbe a dir poco ridicolo, e non si possono terere le unghie lunghe se si vuol fare giardinaggio, credo.
Sapete qual'è stata una delle più gravi preoccupazioni di mia madre quando sono stata in ospedale? Riuscire a togliermi il nero dai piedi...ebbene sì, ho ancora le macchie delle more, perchè in estate cammino scalza. Alla fine mi hanno passato lo sgommatutto con il diluente alla nitro...per poco non facevo la fine di Pinocchio!
Noi abbiamo delle cose che chi non pratica giardinaggio non potrà mai sapere di avere perso, ma altrettante immagino ne perdiamo noi.
Cosa perdiamo? Avere un giardino è quasi come avere un figlio sul groppone, un animale. Non puoi andare in vacaza senza provvedere in modo adeguato, non si può abbandonarlo a se stesso senza che degeneri. Ha bisogno di noi, e solo noi sappiamo di cosa ha bisogno. E' quel rapporto di addomesticamento di cui ha ben parlato Traudi, eppure sento che c'è qualcosa che mi sfugge.
Ricordo una frase stupenda che citò mariangela, credo fosse di Page o Lloyd "Solo per il giardiniere il tempo è quella cosa che restituisce più di quanto tolga", ed era forse questo a cui volevo alludere con quel mio vecchio post sulla morte, forse qualcuno lo ricorderà.
Eppure...cosa c'è "al di là del giardino"?
Ricordo con particolare senso di umiltà una fotografia di una modella bionda con pullover e smalto rosso, unghie perfette.
Le mie mani non sono mai state un granchè, sono tanto tozzerelle che ho consistenti difficoltà a trovare guanti sufficientemente piccoli, ma credo che potete ben sapere come è facile che si rovinino le unghie, e quanto bene la terra riesca ad infilarcisi dentro. Lo smalto sarebbe a dir poco ridicolo, e non si possono terere le unghie lunghe se si vuol fare giardinaggio, credo.
Sapete qual'è stata una delle più gravi preoccupazioni di mia madre quando sono stata in ospedale? Riuscire a togliermi il nero dai piedi...ebbene sì, ho ancora le macchie delle more, perchè in estate cammino scalza. Alla fine mi hanno passato lo sgommatutto con il diluente alla nitro...per poco non facevo la fine di Pinocchio!
Noi abbiamo delle cose che chi non pratica giardinaggio non potrà mai sapere di avere perso, ma altrettante immagino ne perdiamo noi.
Cosa perdiamo? Avere un giardino è quasi come avere un figlio sul groppone, un animale. Non puoi andare in vacaza senza provvedere in modo adeguato, non si può abbandonarlo a se stesso senza che degeneri. Ha bisogno di noi, e solo noi sappiamo di cosa ha bisogno. E' quel rapporto di addomesticamento di cui ha ben parlato Traudi, eppure sento che c'è qualcosa che mi sfugge.
Ricordo una frase stupenda che citò mariangela, credo fosse di Page o Lloyd "Solo per il giardiniere il tempo è quella cosa che restituisce più di quanto tolga", ed era forse questo a cui volevo alludere con quel mio vecchio post sulla morte, forse qualcuno lo ricorderà.
Eppure...cosa c'è "al di là del giardino"?