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Ceppaia di Nocciolo - Corylus Avellana

Seraph

Giardinauta
Ciao a tutti amici del Forum, oggi vi mostro la "storia" di questo nocciolo, sperando di trovare consigli, critiche, e perchè no, complimenti.

Già da un po' di tempo stavo cercando una ceppaia di nocciolo, nel vivaio in cui do un aiuto per curare i bonsai c'erano 2 ceppaie di nocciolo, un tempo portainnesto di un nocciolo contorto, che mi facevano "il filo". Però purtroppo, sia per la dimensione delle piante, che per volere del proprietario, non ho potuto comprarne manco una.
Sabato scorso quindi sono andato ad un vivaio di produzione, molto grande, mi sono messo a cercare qualche pianta, ed in un angolino, in un filare di castagni, vedo un alberello da frutto di nocciolo con numerosi polloni alla base; considerando che prima di uscire di casa il mio pensiero è stato "voglio trovare un bel nocciolo!", sono stato sicuro del mio acquisto; pagato €10 lo poto direttamente al vivaio ma poi lo "ricostruisco" a casa per fare una foto di com'era prima.

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Praticamente un albero alto 2 metri; lo faccio riposare durante la notte e la mattina dopo rifinisco il taglio e faccio qualche foto migliore.

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Decido di intervenire subito "invasivamente", anche se magari non è il termine giusto perchè è stato fatto tutto secondo le esigenze e le possibilità della pianta, rinvasando in un vaso bonsai, ovviamente non definitivo, però che essendo basso contribuirà alla formazione di un piede unitario tipico delle ceppaie. Quindi ieri ho rinvasato, constatando un ottimo stato di salute ho pettinato le radici, rimosso un grosso fittone che corrispondeva con la base del tronco centrale, lavato il terriccio che era composto da pomice torba e delle palline di argilla terribili. Alla fine di questo procedimento l'apparato radicale della pianta si presentava come una grossa "palla" di capillari giallini. Quindi metto un drenaggio sopra i buchi di lapillo, pomice e carbone di 1 cm, poi una sorta di drenaggio più abbondante fatto da pomice, lapillo e agriperlite media (che fungerà anche da substrato di coltivazione) e infine il substrato fine formato da 60% di pomice 20% akadama 10% agriperlite fine 10% kiryu. Ovviamente blocco il nocciolo con 2 fili di ferro e procedo a sistemare con le bacchette il terriccio. Metto dell'humus sottilissimo sul terriccio (considerando che il nocciolo ama l'humus, anche se io non amo i terricci organici, ho preferito provare anche questa) e ho innaffiato abbondantemente.
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Seraph

Giardinauta
Alla fine il risultato è stato questo:

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Ho staccato con le radici 2 piantine sottilissime e le ho ripiantate, 1 tronco è stato tolto e ne ho fatto 2 talee "in loco".
Il progetto è di allargare la ceppaia con dei tiranti (qualche tronco salterà dato che ne ho contati 25) e di movimentare leggermente gli apici, considerando anche la tipologia dei fiori di questa pianta che sono "penduli".
Di seguito posto una foto di un Corylopsis del Maestro Kitora che rispecchia abbastanza bene il mio obbiettivo.

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Un Saluto a tutti e buone vacanze pasquali! :Saluto:
 

aurex

Esperto di Bonsai
la piantuzza non è malvagia.....anzi....magari se l'avessi avuta io non avrei rinvasato per adesso visto che la pianta è abbastanza avviata alla vegetazione...l'avrei posizionata in un vaso molto più grande e l'avrei coltivata per fare un pò di ramificazione ....inoltre il tronco principale l'avrei abbassato ancora un pò.....
la pianta di kitora ha i tronchi che si dipartono dallo stesso piede....la tua pianta ha dei tronchetti che si distaccano dal principale (probabilmente partono da sotto e col tempo si sono disatanziati)...
detto questo io eliminerei i predetti tronchetti distanti...giusto per rimanere vicino al progetto di kitora....
cmq è una bella pianta...mi piace e ci si può divertirci su....
 

Albicoccus

Giardinauta Senior
A me sembra più un boschetto che una ceppaia ( sarà per il vaso ovale ) , comunque é una bella composizione tienici aggiornati ( e se ti avanza qualche talea ricordati del tuo vicino :lol: ) .
 

Seraph

Giardinauta
Spiego la conformazione dell'apparato radicale, è una ceppaia, ma come spesso succede in ambito bonsaistico, non è perfetta.
Infatti c'era un fittone grosso almeno il doppio del tronco centrale che affondava nel terreno, essendo il vaso alto e lungo le radici che scendevano verso il basso, ad un certo punto sono risalite, dando origine proprio a questi "gruppetti". Diciamo che al momento è un boschetto, ma col tempo e con la radicazione, e con l'aiuto del vaso basso, potrebbe crearsi un piede unico (lo strato di capillari superficiali che non ho toccato).
 

Seraph

Giardinauta
Questo è sbagliato, il vaso piccolo e basso favorirà la crescita di radici fini e superficiali, poi il prossimo rinvaso lo farò tra molto tempo, in modo che si saldino tra di loro negli anni, è una tecnica giapponese che usa proprio il maestro Kitora per i suoi boschetti, che permette ai boschetti di avere un'unica base come se fossero ceppaie.
Se l'avessi messo in un vaso grosso la pianta avrebbe iniziato nuovamente a fittonare, e comunque il mio intento non è una pianta grossa, di certo devo far fare diametri alle piante secondarie utilizzando rami di sacrificio, e bloccarne altre pinzandole in apice.
 

Seraph

Giardinauta
Questo è l'effetto che voglio ottenere, questi sono aceri tridenti, piante vigorose e con apparati radicali fini, il nocciolo ha sicuramente dalla sua la finezza dei capillari, aggiungendo una buona vigoria non ci metterò 2 anni, ma in 4/5 anni perchè no?

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Se avessi usato un vaso più grande avrei stimolato molto una crescita in altezza e grossezza, ma la base? Sarebbe rimasta visivamente staccata. Poi da un certo punto di vista sono avvantaggiato, infatti il mio è (per quanto strana) una ceppaia, quello della foto era un boschetto di piantine separate!
 
Questo è sbagliato, il vaso piccolo e basso favorirà la crescita di radici fini e superficiali, poi il prossimo rinvaso lo farò tra molto tempo, in modo che si saldino tra di loro negli anni, è una tecnica giapponese che usa proprio il maestro Kitora per i suoi boschetti, che permette ai boschetti di avere un'unica base come se fossero ceppaie.
Se l'avessi messo in un vaso grosso la pianta avrebbe iniziato nuovamente a fittonare, e comunque il mio intento non è una pianta grossa, di certo devo far fare diametri alle piante secondarie utilizzando rami di sacrificio, e bloccarne altre pinzandole in apice.

Questo è l'effetto che voglio ottenere, questi sono aceri tridenti, piante vigorose e con apparati radicali fini, il nocciolo ha sicuramente dalla sua la finezza dei capillari, aggiungendo una buona vigoria non ci metterò 2 anni, ma in 4/5 anni perchè no?

Se avessi usato un vaso più grande avrei stimolato molto una crescita in altezza e grossezza, ma la base? Sarebbe rimasta visivamente staccata. Poi da un certo punto di vista sono avvantaggiato, infatti il mio è (per quanto strana) una ceppaia, quello della foto era un boschetto di piantine separate!

Ma anche no. Non ho parlato di vaso più PROFONDO, ho parlato di vaso più GRANDE, se preferisci userò l'aggettivo AMPIO.
La crescita del nebari non dipende solo dalle "radici fini superficiali", che peraltro si ottengono su certe essenze con potature fatte ad hoc (e non per esclusiva natura dell'essenza)e pretendono un ambiente perfettamente bilanciato tra umidità e calore: il nebari (per i profani "base del tronco", per gli italiani ceppo) si sviluppa anche e sopratutto in proporzione allo sviluppo della parte aerea legnosa.
Non servono maestri giapponesi ma solo un pò di buonsenso per venire a sapere che chioma e radici son SEMPRE proporzionate in volume (ecco perchè ad ogni rinvaso con taglio di radici è obbligatoria una riduzione in proporzione della parte aerea, specialmente nelle sempreverdi). Ad ogni radice lunga e fittonante corrisponde, pressappoco, un ramo o un tronco specifico. Piazza un bonsai in piena terra e guiarda cosa gli succede.

Un vaso piccolo obbliga a rinvasi piuttosto frequenti (dipende però anche dalle specifiche esigenze e dall'età di ogni essenza), pretende un accurato dosaggio delle annaffiature e costringe ad alcuni compromessi per quanto riguarda esposizione e composizione/struttura del terriccio per evitare che le care, delicate, adorate radici fini superficiali finiscano arrosto o bollite alla prima botta di calore imprevista. Il vaso piccolo rallenta e non poco lo sviluppo della ramificazione in una pianta in via di formazione, ecco perchè ogni bonsaista o pseudobonsaista per velocizzare il tutto ed evitare di vedere formato il prebonsai alle soglie dell'andropausa, utilizza vasi ad hoc che NON sono quelli definitivi, strafottendosene delle proporzioni e degli "stacchi visivi" ma vedendo in maniera astratta e estrapolata quello che POTREBBE ESSERE il risultato finale (e che deciderà in gran misura la pianta e non il bonsaista).
Le esigenze di una pianta giovane come la tua, e sopratutto la sua fisiologia, sono molto diverse da una pianta adulta e formata come quella del muso giallo che hai mostrato in foto. I "difetti" del vaso piccolo su un bonsai formato diventano pregi. Ma il tuo non è un bonsai formato, è una pianta da vivaio potata e messa in un vaso bonsai.

Il vaso più ampio non crea i sopracitati problemi. E se per qualche misterioso e cosmico motivo risultasse troppo profondo, per evitare lo sviluppo di radici fittonanti è sufficiente porre una mattonella o una pietra piatta della misura giusta esattamente sotto la base del tronco. Oltretutto il vaso ampio (che nel mio caso è anche sempre sufficientemente profondo) permette la creazione di strati di terricci di diverse granulometrie che oltre a favorire il drenaggio permettono un più rapido, uniforme e agevole sviluppo delle radici. Che poi si poteranno come più preferiremo visto che ne avremo ottenute 'na cifra.

P.S. "le radici fini superficiali" non è detto che si riescano ad ottenere nè è scontato che si "fondano assieme". La creazione del ceppo o quanto meno di un ceppo (caxxo come odio "nebari", me fà venì gli occhi ammandorlati) come Cristo (e non Budda) comanda, richiede una serie di potature radicali sequenziali e distanziate di almeno 2-4 anni eseguite con buonsenso e rispettando la piantina. Detesto gli stupri vegetali e gli interventi radicali che poi fanno si che il mlcapitato alberello debba rimanere settimane in rianimazione, cosa che i nippogiappi, a quanto pare, ADORANO fare. D'altra parte il Massacro di Nanking è opera loro e dimostra la loro natura piuttosto violenta (ma è un esempio "umano" e in fondo per fortuna in quel caso si sono limitati a violentare, decapitare, torturare e fare a pezzetti semplici esseri umani).
Vabbè, comunque: solo su essenze che sono predisposte (non certo pini o conifere "dure" in genere) si potrà iniziare a vedere qualcosa che assomigli vagamente ad un ceppo "serio" dopo alcuni anni di "prebonsaizzazione", con tante radici fini e folte tanto autogratificanti quanto delicate.
Tu, sempre che la pianta sopravviva agli strapazzi che gli vuoi imporre, in 5 anni otterrai la stessa pianta un po' più cresciuta e (forse) ramificata, ma dubito.
Poi è valida la frase di rito: "la pianta è tua facci un po' quello che ti pare".

P.P.S. Ma si vede tanto che gli orientali e la loro cultura mi stanno sulla minchia?
 
Ultima modifica:

aurex

Esperto di Bonsai
Spiego la conformazione dell'apparato radicale, è una ceppaia, ma come spesso succede in ambito bonsaistico, non è perfetta.
Infatti c'era un fittone grosso almeno il doppio del tronco centrale che affondava nel terreno, essendo il vaso alto e lungo le radici che scendevano verso il basso, ad un certo punto sono risalite, dando origine proprio a questi "gruppetti". Diciamo che al momento è un boschetto, ma col tempo e con la radicazione, e con l'aiuto del vaso basso, potrebbe crearsi un piede unico (lo strato di capillari superficiali che non ho toccato).

ovviamente i nostri sono solo consigli che spero che ti siano graditi...alle volte si pensa di aver fatto chissà che cosa e magari trovi qualcuno che non è dello stesso parere...
detto questo....la pianta di kitora non credo che sia una pianta cresciuta e formata in un vaso...credo invece che sia uno yamadori...e quindi una pianta cresciuta in piena libertà e poi raccolta ed avviata al bonsai.....questo ha fatto in modo che...più che i rami...il nebari si sia ingrossato per bene....ed una volta ottenuto un bel nebari la strada è in discesa....per questo non concordo con la coltivazione di una pianta immatura in un vaso bonsai...aspettando che un giorno le radici si fondono....onestamente non mi convince...se volessi imitare il bonsai del grande Kit lo lasceri in un vaso più "ampio"...sfruttando solo i tronchi che mi daranno una ceppaia e non altri....la crescita in vaso bonsai è notevolmente rallentata...questo è un dato di fatto....
 

Seraph

Giardinauta
Il boschetto, sia una ceppaia o fatto con piante divise, deve avere un unico apparato radicale, il vaso piccolo e i rinvasi distanziati sono proprio ciò che favorisce questo fenomeno.
Il vaso ampio con la tavoletta sotto è praticamente inutile, riproduci la situazione che si ha in un vaso basso.

Aurex, la pianta di kitora era una siepe che aveva in giardino e se vedi il materiale era molto peggio del mio, molto più disordinato...e inoltre lo mise da subito in un vaso bonsai...

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Gentilmente abbassiamo i toni perchè non mi pare di essere stato offensivo con nessuno, grazie :)
 
la crescita in vaso bonsai è notevolmente rallentata...questo è un dato di fatto....

tanto che molti suggeriscono di formare il prebonsai in piena terra. o come dici tu lo raccolgono proprio da terra.

Il vaso ampio con la tavoletta sotto è praticamente inutile, riproduci la situazione che si ha in un vaso basso.

Certo che no: il vaso basso è basso e basta: e più in basso del basso le radici non possono andare.
In un vaso profondo con tavoletta, invece, le radici scorrono orizzontalmente sulla tavoletta, quindi si allungano verso il basso dove trovano una cifra di spazio per crescere serenamente. Ciò che si ottiene è un apparato radicale abbastanza "piatto" e orizzontale, ma sufficentemente sviluppato per permettere alla piantina di crescere in fretta, mantenendo però un impostazione radicaleche potrà esser modellata facilmente e con razionalità .
Non è poi così complicato da capire, se poi anche lo fosse basta provare. Io utilizzo questa "tecnica" da oltre un decennio e sinceramente posso dire che è il miglior compromesso possibile. Anche chi ha modo di formare il prebonsai in piena terra, usa la tecnica della tavoletta.

Aurex, la pianta di kitora era una siepe che aveva in giardino e se vedi il materiale era molto peggio del mio, molto più disordinato...e inoltre lo mise da subito in un vaso bonsai...

Cosa vuol dire "da subito"? Direi "dal momento giusto: il nippogiappo è partito da uno yamadori come diceva Aurex, e ciò che ha posto nel vaso bonsai era per l'appunto un prebonsai praticamente finito di impostare visto che ebbe la fortuna di svilupparsi in piena terra. In poche parole ciò che (probabilmente io in modo maldestro) abbiamo tentato di spiegare più sopra.
Ciò che io (e credo anche Aurex) stiamo tentando di spiegare è che il tuo, nonostante tu ci veda (legittimamente) qualcosa di buono NON è ancora un prebonsai.
Le piante da vivaio NON sono prebonsai, sono piante con potenzialità e possibilità di interpretazione che diverranno, forse, prebonsai dopo determinati interventi (già indicati se hai solo la pazienza di rileggerli) ma che non prevedono altro che potature, modellature e un'impostazione di base che possa col tempo (spesso parecchio) far sì che la loro collocazione in vaso bonsai ne esalti le caratteristiche.
Poi per carità, rimani pure con le tue opinioni, ma temo che rimarrai anche con una pianta da vivaio ficcata di prepotenza in un vaso troppo piccolo che ti maledirà ogni volta che ti ci metti di fronte :D E per dispetto potrebbe pure suicidarsi. A me accadde un paio di volte e ci rimasi malissimo, ma avevano ragione loro.

Gentilmente abbassiamo i toni perchè non mi pare di essere stato offensivo con nessuno, grazie :)

oddio, io ancora non ho mandato a fare in cu-lo nessuno, non ho chiamato in causa mamme e le loro professioni, Aurex neppure. Peraltro non ho neppure postato la mia celeberrima foto del dito medio gigante con scritto sotto "suca" (e che motivi avrei avuto per farlo???) quindi posso ragionevolmente ritenere che più che metterti a parte delle nostre esperienze e competenze altro non abbiamo fatto.
Se poi non gradisci opinioni diverse dalle tue, suggerimenti provenienti da chi ci è già passato, se contesti ogni cosa che viene proposta, temo che il problema sia soltanto tuo.
Non esiste un unico modo per attraversare un fiume: si può nuotare, affittare una barca, tendere una corda tra due alberi e attraversarlo senza neppure bagnarsi: ciò che conta è arrivare dall'altra sponda. Sempre che si riesca a vederla, aggiungo io.
 

aurex

Esperto di Bonsai
Il boschetto, sia una ceppaia o fatto con piante divise, deve avere un unico apparato radicale, il vaso piccolo e i rinvasi distanziati sono proprio ciò che favorisce questo fenomeno.

vabbè....:fifone2:


Il vaso ampio con la tavoletta sotto è praticamente inutile, riproduci la situazione che si ha in un vaso basso.

e no....perchè ha spazio laterale per allungare l'apparato radicale...e quindi ingrossare la pianta....

Aurex, la pianta di kitora era una siepe che aveva in giardino

visto che avevo ragione:eek:k07:

e se vedi il materiale era molto peggio del mio, molto più disordinato...e inoltre lo mise da subito in un vaso bonsai...

si... disordinata...ma matura...e nelle mani di kitora...:eek:k:
 
Se faccio in tempo, domani scannerizzo un vecchio numero di Bonsai e News dove è spiegata passo-passo la tecnica del "cut and grow" (taglia e lascia crescere).
E' il modo più rapido per formare un prebonsai, e consiste a grandi linee nel far crescere liberamente rami che devono ingrossare e ramificare per poi potarli drasticamente alla lunghezza desiderata. Neanche a dire che si esegue in piena terra o in vasi da prebonsai.
Ottenuta la struttura-base, cioè un esemplare con ramificazione primaria e secondaria, si passa alla modellatura del pane radicale, per ottenere le tanto ambite radicine fini che sono poi quelle che determinano in buona parte la ramificazione fine (ottenuta anche con pinzature scientifiche).
Quello che si deve NECESSARIAMENTE SAPERE è che un essenza immatura tende per sua propria fisiologia (questione di ormoni, proprio come in noi animali) a svilupparsi in lunghezza, quindi va assecondata questa sua tendenza e sfruttata a nostro vantaggio con la sopracitata tecnica.
Solo quando vi sarà una chioma folta e ramificata l'alberetto "capirà" di essere ormai un ometto e inizierà prevalentemente a lignificare e (stupore!) ad allargarsi sotto.
Me ce so' dovuti venire i capelli bianchi per metabolizzare questa cosa...

Ah! Un trucchetto!
Se nascono dei polloni proprio alla base del tronco del prebonsai (o addirittura sotto) anche se verrebbe la tentazione di tagliarli perchè potrebbero rubare energie non fatelo! Lasciateli invece crescere liberamente per vedere come d'incanto il tronco acquisire una conicità deliziosa. Si fa poi in tempo a mozzarli senza lasciare segni particolarmente brutti, anzi. Il vaso da coltivazione infatti permetterà alle radici relative ai polloni di crescere (e rinvasando ler iconoscerete perchè sono dei piselloni lunghi e serpentiformi) senza che il resto della struttura ne abbia a soffrire. Eliminati i polloni si eliminano anche quelle radici, e vualà.
A me Kimura mi fa una pippa: ero il Marchese, mica Gennaro o' Vibbrione!
 

Seraph

Giardinauta
Non prenderlo come un commento fatto con arroganza, ma so come si pota, conosco la tecnica dei rami di sacrificio. Dato che questa polemica mi sembra anche abbastanza sterile, per piacere evitiamo tutti quanti.
 
Alla fine, come abbiamo vosto tutti concordano che il " taglia ecc.. ecc." è la tecnica migliore per ottenere esemplari conici e proporzionati in (relativamente) breve tempo.
Anzi diciamo che è la tecnica-base per la creazione di un bonsai... Si può, certo, eseguire anche in vasi bonsai, ma va da sè che richiederà più tempo e sebbene si possa avere l'illusione di avre un bonsai in realtà si rischia di coltivare per anni un ciofeca.
I maestri bonsai sono tutti anzianotti, semplicemente perchè sono invecchiati con le loro piantine...
 

aurex

Esperto di Bonsai
Non prenderlo come un commento fatto con arroganza, ma so come si pota, conosco la tecnica dei rami di sacrificio. Dato che questa polemica mi sembra anche abbastanza sterile, per piacere evitiamo tutti quanti.

rimane il fatto che ognuno coltiva come meglio crede....nessuna polemica....:eek:k:
 

aurex

Esperto di Bonsai
I maestri bonsai sono tutti anzianotti, semplicemente perchè sono invecchiati con le loro piantine...

sai che sto incominciando a pensare che è vera sta cosa:confuso:?....ogni volta che sfoglio una rivista si vedono immagini che raccontano le varie fasi di piantine che diventano bonsai....e la cosa che mi incuriosisce è che stanno sempre in vasi bonsai.....:storto:...i giappo so bravi...ma secondo me sono parecchio fissati.....
 
Non prenderlo come un commento fatto con arroganza, ma so come si pota, conosco la tecnica dei rami di sacrificio. Dato che questa polemica mi sembra anche abbastanza sterile, per piacere evitiamo tutti quanti.

Qua, giovane Seraph, non si sta polemizzando: si sta facendo presente che tu vuoi imporre un TUO modo di procedere che è evidentemente contrario alle procedure "standard" e sopratutto alla logica.
Tuo diritto è sperimentare (la pianta è tua), non quello di volere a tutti costi contraddire le altrui (e magari decennali) esperienze sperimentate negli anni.
Hai postato foto e descrizione del tuo lavoro, tua facoltà farlo: mia/nostra facoltà esprimere un giudizio come da te richiesto.
A me sembra una pianta da vivaio con discrete potenzialità schiaffata anzitempo in un vaso bonsai, nulla di più.
 
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