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carmona moribonda!

katinka

Aspirante Giardinauta
ciao ragazzi vi presento la mia carmona moribonda ........... mi è stata regalata ad ottobre scorso.........ho seguito tutti i consigli letti nel forum....... (anche quelli dove dite di evitare di comprarla per la sua cura difficile)........... e ad oggi si presenta così c01.jpg c02.jpg c03.jpg c04.jpg ........dite che le devo dare l'ultimo saluto o c'è qualcosa che posso fare per lei?
 
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alessiobio

Giardinauta
Ciao Katinka,
capisco benissimo la situazione ci son passato anche io poco tempo fa. Sinceramente, non credo che ci sia molto da fare se non metterla fuori casa in posizione luminosa, ma non al sole diretto, e mantenere il terriccio umido senza ristagni nel sottovaso. Tienila sotto osservazione, se fra una decina di giorni ci sono dei nuovi germogli vuol dire che ce l'ha fatta viceversa, puoi farle un de profundis...
infine c'è da fare un'ultima cosa: incrociare le dita e sperare che la primavera (estremamente bislacca quest'anno) faccia il suo miracolo.

Buona fortuna! :)
 

Frankieb76

Giardinauta Senior
uhm... la mia è ancora nel sacco nero... il terriccio è ancora umido e se gratto è ancora verde, ma di gemme manco l'ombra.
la speranza è l'ultima a morire, ma la penultima mi sa che è proprio la mia carmonita...
 

alessiobio

Giardinauta
uhm... la mia è ancora nel sacco nero... il terriccio è ancora umido e se gratto è ancora verde, ma di gemme manco l'ombra.
la speranza è l'ultima a morire, ma la penultima mi sa che è proprio la mia carmonita...

:lol: ma no, dai Franky!! Poi per il resto personalmente comincio ad adottare una certa filosofia: è vero che le piante che decidiamo di coltivare, trovandosi in vaso sono più delicate, ma è anche vero che le ricpriamo di attenzioni e di cure che le cuginette selvatiche non si sognano neppure lontanamente. In natura ci vuole molto più spirito di sopravvivenza, se una pianta (come d'altronde qualsiasi altro essere vivente) è più fragile, semplicemente non ce la fa; è un po' quello che Darwin ha definito come selezione naturale. Per cui mi dico: "io ce la metto tutta, amore, passione e attenzioni colturali, ma una mano devono pur darcela le nostre beneamate"... :)
 

Frankieb76

Giardinauta Senior
mah, quello che mi scoccia è che sembrerebbe ancora viva, ma non reagisce... tipo sciopero della fame!
 

Greenray

Esperto di Bonsai
voglio fingermi filosofo

Non sono del tuo avviso.

Le piante in natura corrono certo dei rischi, ma quando capitano nelle nostre mani, anche in quelle più esperte, non hanno alcuna possibilità di sottrarsi ai nostri errori, pochi o tanti che siano.
Le "attenzioni e cure" di cui le ricopriamo (e non di rado soffochiamo) compensano solo in parte ciò che ad esse manca per una scelta nostra, non loro.
Le "attenzioni e cure" possono essere micidiali, lo sappiamo tutti.
Secondo me una pianta in natura può cavarsela egregiamente col suo "spirito di sopravvivenza", ma quando noi le sottraiamo alla natura per costringerle in un vaso, il loro adattamento alle nuove condizioni non è mai per esse la cosa migliore, ma ben che vada un compromesso accettabile.
Il nostro amore a la nostra passione sono un nostro dovere nei loro confronti, ma nonostante noi ce la si possa mettere tutta, rimaniamo loro debitori.
Inoltre nel nostro amore c'è una parte di egoismo ed è quello che non ci induce a rimetterle in libertà.


:lol: ma no, dai Franky!! Poi per il resto personalmente comincio ad adottare una certa filosofia: è vero che le piante che decidiamo di coltivare, trovandosi in vaso sono più delicate, ma è anche vero che le ricpriamo di attenzioni e di cure che le cuginette selvatiche non si sognano neppure lontanamente. In natura ci vuole molto più spirito di sopravvivenza, se una pianta (come d'altronde qualsiasi altro essere vivente) è più fragile, semplicemente non ce la fa; è un po' quello che Darwin ha definito come selezione naturale. Per cui mi dico: "io ce la metto tutta, amore, passione e attenzioni colturali, ma una mano devono pur darcela le nostre beneamate"... :)
 
Ultima modifica:

katinka

Aspirante Giardinauta
ragazzi siete fantastici ............. e " lo sciopero della fame " è bellissima come definizione del letargo in cui è caduta la mia carmona ....... vi terrò informati sul suo risveglio o su come arrostirà la mia prossima bistecca
 

alessiobio

Giardinauta
Non sono del tuo avviso.

Le piante in natura corrono certo dei rischi, ma quando capitano nelle nostre mani, anche in quelle più esperte, non hanno alcuna possibilità di sottrarsi ai nostri errori, pochi o tanti che siano.
Le "attenzioni e cure" di cui le ricopriamo (e non di rado soffochiamo) compensano solo in parte ciò che ad esse manca per una scelta nostra, non loro.
Le "attenzioni e cure" possono essere micidiali, lo sappiamo tutti.
Secondo me una pianta in natura può cavarsela egregiamente col suo "spirito di sopravvivenza", ma quando noi le sottraiamo alla natura per costringerle in un vaso, il loro adattamento alle nuove condizioni non è mai per esse la cosa migliore, ma ben che vada un compromesso accettabile.
Il nostro amore a la nostra passione sono un nostro dovere nei loro confronti, ma nonostante noi ce la si possa mettere tutta, rimaniamo loro debitori.
Inoltre nel nostro amore c'è una parte di egoismo ed è quello che non ci induce a rimetterle in libertà.

Carissimo Green, è fuori dubbio che un ragionamento tanto profondo e vero non può che raccgliere anche il mio plauso. Non c'era malvagità in quello che dicevo, era forse un semplice modo di sdrammatizzare le morti delle nostre amiche clorofilliche, le quali seppur seguite come neonate, soccombono ugualmente a causa un po' degli errori che commettiamo e un po' per l'"egoismo" che caratterizza tutti i praticanti di questa passione. Come hai ricordato benissimo tu - non per niente uno dei miei primi guru elettivi - mamma natura non ha fatto le piante per farle stare in un vaso di qualche centimetro...
un abbraccio! :)
 

Paracelso

Aspirante Giardinauta
Ciao a tutti ragazzi!
volevo sottoporvi in breve il mio caso : ieri ho acquistato la mia prima Carmona Mycropylla (lo so lo so...è una grana...ma mi è piaciuta troppo!) e ho messo in atto i seguenti interventi:

1) dato che la POCA terra presente nel vaso MINUSCOLO era ZUPPA D'ACQUA e c'erano anche due bei SUCCHIONI, e constatato che viene da una serra , ho deciso di rinvasarla date le informazioni prese su internet sul marciume radicale e la mia paura di vederla morire per asfissia radicale ( la terra era veramente fradicia d'acqua)

2 ) essendo io poco propenso a miscugli di torbe ecc (anche se probabilmente faranno bene eh, nulla in contrario) , l'ho collocata in un vaso più grande con della terra di sottobosco che ho dietro casa ricca di rametti marci , insettini che ho procacciato (passati a miglior vita e interrati) , foglie di altri alberi ( tritate tipo chef :D ) .

premetto che con quel terreno la serissa che ho comprato due settimane addietro, ha già ELIMINATO TUTTI I FIORI VECCHI E NE HA MESSI DI NUOVI , quindi deve essere proprio potente :)

3) sulla superficie del vaso, come da foto , ho posizionato delle scagliette di pino prelevate da un tronco in decomposizione che ho sempre nel terreno dietro casa ( che secondo il mio ragionamento , con le varie innaffiature rilasceranno dei nutrienti ammonici dati dalla decomposizione progressiva) e da un po' di muschio ( che secondo il mio ragionamento può servire da indicatore di umidità ) .

Vorrei che mi daste qualche dritta, e mi diceste in tutta sincerità se e dove ho sbagliato (oppure se nel marasma che ho combinato, c'è almeno qualcosa di giusto) posto che, date le condizioni pietose del terriccio, il rinvaso era purtroppo immediatamente necessario.
Grazie a tutti,
Vedi l'allegato 117008 Vedi l'allegato 117009 Paracelso
 
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