dunque, domenica son riuscito a fare l'ishizuki
mi scuso già subito poichè non ho fatto foto durante la realizzazione (è un po' un casino far foto con le mani infangate... :baf: ), ma se dovesse passare (e dovesse leggere) qualcuno che c'era e ha fatto foto... aggiunga (e, in caso, mi passi le foto... grazie!!!)
al vivaio sono andato con tutto l'occorrente: roccia, keto (che è il fango di palude che si utilizza), akadama setacciata in quattro differenti formati, un catino, uno spruzzino, dei guanti, il filo di alluminio, il mastice bicomponente... e il muschio (ideale è coltivarselo prima: è un casotto trovarne che si solleva mantenendo delle dimensioni utilizzabili).
come piante avevo fatto 'scorta' in un garden (12€ di spesa): saxyfraga, felce, cotoneaster a foglia piccola, sedum (piantina grassa... che però nei garden sono enormi... così ho cercato una piantina selvatica in mezzo ai vasi del vivaio
).
al vivaio ho preso un pino nero e una taleina di chaenomeles chojubai.
si inizia impastando la keto e l'akadama fine (setacciando l'akadama, si usa quella che resta col terzo formato, quello più fine... e anche quella che si ottiene setacciando la polvere di akadama con un colino da zucchero al velo (per intenderci)) con una spruzzatina di acqua: il risultato finale deve essere tipo 'pongo' (o didò...), i granelli di akadama devono sentirsi sotto le dita quando si impasta e l'omogeneizzazione dev'esser buona. fatto ciò si fanno palline pronte per l'uso. nel caso non le doveste usare subito, ogni tanto leggerissima spruzzatina d'acqua per evitare che asciughino... e usate i guanti, perchè la keto è terribile (va sotto le unghie che è un (dis)piacere, imbratta non poco!)
k07:
la roccia (ovviamente ho scordato di far foto :baf: ): è stata fatta in stile 'ferro da stiro' (prendete la prima foto e ruotatela di 90° a sinistra usando come base il pezzo lungo e piatto che si vede)... l'ho rigirata er quasi due mesi e mi ero convinto che quella era l'unica posizione possibile. arriva il maestro che mi ribalta le prospettive "così lo fanno tutti... proviamo ad usarla in verticale!"... ed è così che è uscita la posa che vedete.
fatto questo si sceglie la pianta principale, cioè il pino nero.
ho preso quello che aveva il tronco più particolare (nodoso come si vede, ma controconico poichè partente dal terreno come un pezzetto dritto e stretto... ma non interessa: tanto quella parte è 'sommersa'!!) e gli aghi più corti.
essendo una rappresentazione ideale di una montagna, la conifera andrà solitaria sulla cima (a meno di avere altre conifere... e qui avrei potuto mettere vari pinetti), mentre nella zona più bassa (cioè idealmente più verso valle) andranno le latifoglie (cotoneaster e chojubai).
detto ciò si tagliano vari pezzi di filo di alluminio belli lunghi e li si ripiega a U; si provvede a fissare questi pezzi alla roccia con l'ausilio del mastice bicomponente, ovviamente si piazzano in posizioni 'utili', cioè laddove potranno reggere le piante della composizione.
asciugato il bicomponente (che pare un po' una cicca spetasciata...), si stende un primo strato di keto (circa 1cm di spessore) su tutta la superficie in cui verranno alloggiate le piante; poi si svasano le piante: il cotoneaster e la chojubai vengono posti a radice nuda mentre per il pino si tende a conservare un po' della sua terra.
le si pone al posto designato senza stringere troppo i fili (così da evitare strozzature); fatto ciò si spalma sopra la keto lavorata accertandosi di schiacciarla per bene tra le radici delle piante; si mette più keto possibile, cercando di dare anche origine a vari avallamenti. a questo punto si piazza il muschio picchiettandolo leggermente con una bacchetta perchè aderisca per bene alla keto: devono essere di cuscinetti oppure degli strati di muschio. la sua funzione oltre che decorativa è necessaria: evita che con le annaffiature si dilavi la keto.
a questo punto si verifica la stabilità della roccia... la mia si muoveva e perciò ho ricostruito un piedino in posizione 'invisibile' usando sempre il mastice bicomponente (la palla è tener ben ferma la roccia finchè il mastice non asciuga...).
il procedimento è veramente semplice, le uniche cose da ricordare son quelle scritte e ci aggiungo che eventuali cavità non vanno riempite.
ecco le foto:
Ciao a tutti,
per questo tipo di stile qualcuno può dirmi se una roccia calcarea è adatta o ha delle contoindicazioni
se la pianta è un ulivo, o è meglio una roccia lavica?
Grazie per le vs risposte.
chiedo scusa, ma leggo solo ora
puoi usare tutto, ma si tende a consigliare rocce scure in quanto visivamente si fondono meglio nell'insieme, poi si può sempre usare tutto
so che alcuni colorano le rocce anche con vari colori (acrilici, spray...) ma qui non ho mai provato...
un maestro mi diceva che le Kimura usa ormai solo rocce 'finte', cioè costruite ad hoc (anche con materiali 'nuovi' come la fibra di vetro) e riverniciate...