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Bimbo allattato da un cane

Vagabonda

Florello Senior
curioso che un topic viene chiuso perchè qualcuno inneggia allo sterminio dei randagi, raccontando di quanto sia inutile parlare di cani, soprattutto in considerazione di quei Paesi poveri in cui i cani sono solo un potenziale pericolo....e qui abbiamo un topic in cui si parla di un Paese povero in cui un bambino povero e affamato ha deciso di bere il latte da una randagia. Copio il testo, il filmato si vede nel link postato da Fedma.
p.s. notare che la randagia prova dolore mentre il bambino succhia il latte, ma se ne sta lì in attesa che lui finisca....
p.s.2 so già che qualcuno inorridirà, ma penso che questo topic sia una risposta più che valida a chi afferma che i cani siano "inutili" soprattutto nelle zone povere del mondo....indubbiamente servono aiuti "umani", ma nell'attesa, ecco cosa succede....questo bambino mi ricorda tanto la storia iniziale del libro di Konrad Lorenz "e l'uomo incontrò il cane".

La storia riecheggia il mito romano dei gemelli Romolo e Remo, che furono allattati da una lupa dopo essere stati abbandonati nel fiume Tevere.
Qui siamo in India, 2500 anni dopo abbondanti... e la storia si ripete.
Chotu Kumar, un ragazzino di 6 anni, di famiglia poverissima, è ricorso alla generosità di una cagna randagia per placare i morsi della fame: "La mia famiglia è molto povera, spesso ho fame; il cane non mi morde, anzi, mi vuole bene e mi tratta come uno dei suoi cuccioli. Mi piace giocare con i cani, sono miei amici"; ed aggiunge: "E' per me una fortuna succhiare il latte tre volte al giorno, è dolce come lo zucchero e mi placa lo stomaco".

Non sono d'accordo la mamma e la nonna (il padre è morto) che vivono con altri due figli in una casa di fango nello Jharkhand, nel'India orientale che, quando si sono accorte del fatto, hanno temuto che Chotu potesse prendere qualche brutta malattia, come la rabbia. Ma le due donne, che trovano l'unico sostentamento nella foresta dove raccolgono legna, erbe e radici, sono al di sotto della soglia di povertà e non possono fare molto.

Secondo l'UNICEF, il 50 % dei bambini al di sotto dei tre anni sono denutriti nelle zone rurali dello Jharkhand.E' perciò difficile esprimere un giudizio morale sul fatto perchè Chotu (e forse non è l'unico caso) ha trovato una soluzione spontanea e naturale al problema, pur con tutti i rischi del caso. In tanta povertà, il bambino non è nemmeno andato a scuola ed ha trovato nei cani randagi gli unici amici e l'unico aiuto concreto.

Dal canto suo, il cane che lo ha adottato, si siede fuori dalla casa di fango ed abbaia per chiamarlo ed invitarlo a giocare.
Lo fa anche adesso che la comunità si è attivata, facendo in modo che Chotu frequenti la scuola ed abbia un pasto regolare, oltre ad aver assegnato alla sua famiglia una tessera per ottenere aiuti alimentari.

I cani non sanno nulla di legge, morale e pericoli sanitari, obbediscono all'istinto naturale ma, in questo caso, un istinto che ha salvato un ragazzino dalla fame e lo ha fatto sentire meno solo: "Lei è sempre felice di vedermi, anche se non ho niente da darle".
 

Vagabonda

Florello Senior
io non penso sia una questione di "intelligenza", in questo caso. E' puro istinto. E' l'istinto del cane che lo porta ad avvicinarsi, proteggere, difendere l'essere umano. E' un rapporto simbiotico che difficilmente si trova in altre specie; un bambino che non ha nulla, trova in un cane, istintivamente, un compagno. Ugualmente lo trova un anziano solo, una persona che ha mille impegni ma ha comunque un vuoto dentro, un soldato in prima linea, un malato. Un cane trova, istintivamente, nell'essere umano un qualcosa che non trova nemmeno fra i suoi simili. Negare questo rapporto profondo è come negare la natura più profonda dell'uomo.
 
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