Finnigan's Wake
Florello
e chi ha detto che non sia giusto farlo?
Io ho dei luoghi nella memoria, che il tempo ha un po' sbiadito come una vecchia foto, tuttavia chiarissimi e netti. Non sono solo luoghi geografici, che ne so una montagna, un laghetto ai piedi di quella montagna o una strada tutta curve in mezzo ad un bosco di castagni e che ti piaceva percorrere. I luoghi della memoria prendono forme strane.
Gli stati d'animo contribuiscono a distorcerli: a me capita di ricordare, con tenerezza e desiderio, luoghi che consapevolmente e oggettivamente ricordo essere invece il palcoscenico di vicende sgradevoli. Tuttavia, mi lasciano un ricordo soffice su cui abbandonarmi come un materasso di piume. Beninteso: sono sempre stato così, non sono i decisivi quarant'anni che incombono. Eventualmente aumenta il volume di immagini e ricordi, in questo caso urge archiviare con ordine. Non so farlo.
Non ho un criterio, me ne rendo conto, ma in fondo ieri ero ancora un ragazzo, e chi ci pensava al futuro quando il concetto di vita che hai è un unico interminabile, eccessivo presente? Anche adesso, su questa strada che ormai conosco bene, passeggiando lasciandomi alle spalle la statua di James Joyce, ho un ricordo che scorre sotto le scarpe, in direzione perfettamente perpendicolare alla mia schiena e alla pioggia sottile che ormai nemmeno la noti più perchè fa parte di te. (ecco questo me lo devo ricordare)
Sto provando ad attaccare delle etichette, ma la colla non è un granchè, e il giorno dopo trovo tutto sottosopra, addirittura ho scovato il fantasma della mia prima vecchia motocicletta con attaccato un cartellino della sottosezione "frustrazioni". Era un numero troppo alto!
E adesso ho il dilemma dello scaffale "fastidio-rabbia" che per qualche strano motivo ho piazzato prorio a fianco dell'archivio "non saprai mai quanto ti ho amato". Il problema della colla poco tenace, qua diventa drammatico. A volte ho addirittura la sensazione che qualcuno cambi di posto alle cose a mia insaputa, addirittura penso di essere sonnambulo e di farlo io stesso, nottetempo: ogni errore ha una sua logica sottile. Tuttavia non me la sento di dare una ripulita e razionalizzare tutto: l'odore di polvere, della carta vecchia, mi fanno sentire quelle cose molto mie, sarebbe come disfarmi di me stesso.
(A.J. Finnigan: "Una notte a Dublino",ed. Cló Iar-Chonnacht Publishing )
Io ho dei luoghi nella memoria, che il tempo ha un po' sbiadito come una vecchia foto, tuttavia chiarissimi e netti. Non sono solo luoghi geografici, che ne so una montagna, un laghetto ai piedi di quella montagna o una strada tutta curve in mezzo ad un bosco di castagni e che ti piaceva percorrere. I luoghi della memoria prendono forme strane.
Gli stati d'animo contribuiscono a distorcerli: a me capita di ricordare, con tenerezza e desiderio, luoghi che consapevolmente e oggettivamente ricordo essere invece il palcoscenico di vicende sgradevoli. Tuttavia, mi lasciano un ricordo soffice su cui abbandonarmi come un materasso di piume. Beninteso: sono sempre stato così, non sono i decisivi quarant'anni che incombono. Eventualmente aumenta il volume di immagini e ricordi, in questo caso urge archiviare con ordine. Non so farlo.
Non ho un criterio, me ne rendo conto, ma in fondo ieri ero ancora un ragazzo, e chi ci pensava al futuro quando il concetto di vita che hai è un unico interminabile, eccessivo presente? Anche adesso, su questa strada che ormai conosco bene, passeggiando lasciandomi alle spalle la statua di James Joyce, ho un ricordo che scorre sotto le scarpe, in direzione perfettamente perpendicolare alla mia schiena e alla pioggia sottile che ormai nemmeno la noti più perchè fa parte di te. (ecco questo me lo devo ricordare)
Sto provando ad attaccare delle etichette, ma la colla non è un granchè, e il giorno dopo trovo tutto sottosopra, addirittura ho scovato il fantasma della mia prima vecchia motocicletta con attaccato un cartellino della sottosezione "frustrazioni". Era un numero troppo alto!
E adesso ho il dilemma dello scaffale "fastidio-rabbia" che per qualche strano motivo ho piazzato prorio a fianco dell'archivio "non saprai mai quanto ti ho amato". Il problema della colla poco tenace, qua diventa drammatico. A volte ho addirittura la sensazione che qualcuno cambi di posto alle cose a mia insaputa, addirittura penso di essere sonnambulo e di farlo io stesso, nottetempo: ogni errore ha una sua logica sottile. Tuttavia non me la sento di dare una ripulita e razionalizzare tutto: l'odore di polvere, della carta vecchia, mi fanno sentire quelle cose molto mie, sarebbe come disfarmi di me stesso.
(A.J. Finnigan: "Una notte a Dublino",ed. Cló Iar-Chonnacht Publishing )