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un anno con le api

ironbee

Guru Giardinauta
Visto l'interesse che ha raccolto il topic sulle api, ho pensato di aprirne un altro per raccontare la vita delle api durante le varie stagioni.
Naturalmente faccio riferimento alle mie e al clima e alle fioriture delle colline astigiane. Per gli amici della Sicilia l'evoluzione delle famiglie nel corso dell'anno è completamente diverso.
 

Federica

Master Florello
Oh, che bello un nuovo 3D, era bello anche l'altro. :):)
Grazie, attendiamo gli sviluppi, buona settimana ciao :Saluto::Saluto::flower:
 

ironbee

Guru Giardinauta
gennaio

Nel mese di gennaio la regina, nonostante le temperature ancora basse, riprende a deporre le uova.
Per l'apicoltore non ci sono attività particolari, salvo dedurre la salute della famiglia da alcuni indicatori valutabili dall'esterno:
- i detriti presenti sul cassettino sul fondo dell'arnia
- l'intensità e il tono del ronzio che si ottiene bussando sulle pareti dell'arnia
- l'entità delle scorte ancora presenti, calcolate a occhio, soppesando l'arnia.
 

ironbee

Guru Giardinauta
febbraio

Grazie anche alla fioritura del nocciòlo, a febbraio inizia lo sviluppo della famiglia.
L'apicoltore in una bella giornata riesce a visitarle e può cominciare a spostare i favi vuoti e quelli vecchi oltre il diaframma.
Il diaframma è un separatore che serve a ridurre lo spazio destinato ai favi nei periodi in cui le api non occupano tutta l'arnia.
 

ironbee

Guru Giardinauta
marzo

E' il mese in cui lo sviluppo è più rapido. Nella seconda metà del mese quasi tutte le piante da frutto sono fiorite.
L'apicoltore deve accompagnare la crescita aggiungendo favi nuovi e sostituendo quelli non più utilizzabili.
 

ironbee

Guru Giardinauta
aprile

E' il mese cruciale in cui ci si gioca buona parte dei risultati dell'annata.
La velocità di crescita inizia a diminuire, compaiono i primi fuchi e verso il 20 inizia il periodo delle sciamature.
E' il momento di creare nuovi nuclei, smembrando le famiglie più forti, se si vuole incrementare il numero degli alveari.
Bisogna cercare di evitare la sciamatura sostituendo le regine più vecchie e aggiungendo, se necessario, ulteriori favi nuovi.
Se le condizioni, come quest'anno, lo consentono, si può aggiungere il primo melario per raccogliere il miele di tarassaco.
 

ironbee

Guru Giardinauta
Aggiungendo il melario si pone il problema dell'uso dell'escludiregina.
Provo a spiegare.
L'arnia è uno scatolone a cui si può togliere il coperchio.
Il melario ha solo le pareti laterali, quindi è in pratica una prolunga dell'arnia: si toglie il coperchio dell'arnia, si appoggia il melario, che avendo le stesse dimensioni, combacia perfettamente con le pareti laterali dell'arnia, e si rimette il coperchio.
Se un melario non basta se ne possono aggiungere altri nello stesso modo.
Operando in questo modo il volume a disposizione delle api può aumentare a piacere.
Tutte le parti sono semplicemente appoggiate, le api in pochissimo tempo provvedono a saldarle con la propoli.
Si pone un problema: se la regina sale sui favi del melario e vi depone delle uova succede che quei favi non possono essere smielati (le larve morirebbero e finirebbero insieme al miele), se le api nascessero prima della smielatura e le cellette fossero riutilizzate per immagazzinare il miele, questo acquisirebbe un sapore cattivo perchè la celletta contiene ancora i residui del bozzolo; inoltre quando il favo non è utilizzato e viene lasciato in magazzino, se ha contenuto covata è soggetto agli attacchi della tarma della cera.
Quindi bisogna evitare che la regina deponga uova nel melario.
(continua)
 

ironbee

Guru Giardinauta
(segue)
Per questo esiste l'escludiregina, una rete le cui maglie sono dimensionate in modo che un ape passi (con una certa difficoltà), mentre la regina che è leggermente più grande non passi, che si colloca tra l'arnia e il primo melario.
I professionisti (ma non tutti) lo considerano un accessorio il cui uso è fuori discussione, secondo me invece va usato con parsimonia perchè ostacola notevolmente le api che depositano il loro raccolto nel melario.
Per un hobbista non è un grosso problema gestire a parte i favi che contengono o hanno contenuto covata.
 

Federica

Master Florello
Mamma mia com'è complessa la faccenda, non è così semplice gestire le api. :storto:
Hanno bisogno di un continuo controllo e aiuto, beh non tanto per loro quanto per l'apicoltore che deve ottimizzare la produzione e dare la giusta consistenza alle famiglie, bel lavoro!!:eek:k07::):hands13::Saluto::Saluto:
 

ironbee

Guru Giardinauta
Be', è più difficile spiegare le cose in teoria che farle.
In linea di massima basta solo assecondarle, per fortuna sanno regolarsi da sole e ci si può assentare anche per più giorni senza creare problemi.
 

benji

Giardinauta Senior
Mi hai appassionata molto con il tuo racconto.

sabato mi sono presa una mezz'ora per guardare e fotografare un'ape che si posava solo sui miei muscari.
Avendo letto il tuoi interventi ho potuto osservarla meglio e capire che cosa stava facendo.
Grazie!
 

ironbee

Guru Giardinauta
Ad aprile è il momento di decidere se quest'anno si vuole produrre miele o api, nel senso di nuove famiglie per incrementare il proprio apiario o per venderle ad altri apicoltori.
Il numero di alveari può variare con una certa frequenza, perchè oltre alle perdite dovute all'inverno, è abbastanza facile di due piccoli farne uno grosso e di uno grosso farne due piccoli.
Per la mia esperienza 4-5 alveari sono il massimo per un hobbista che può dedicare solo i week end, e non tutti perchè qualcuno bisogna dedicarlo anche alla moglie :love:.
I pensionati possono arrivare anche a una ventina, ma ve lo confermerò tra un centinaio d'anni, quando sarò in tale condizione... :martello:
I professionisti invece partono dai 200 in su e, dato che nello stesso apiario non è conveniente tenere più di 40-50 alveari, li suddividono in più postazioni.
Oltre ai problemi di gestione occorre tenere presente l'utilizzo del miele: 4-5 per me sono un numero ottimale anche perchè la relativa produzione, che in media dovrebbe essere poco più di un quintale, si riesce ancora a utilizzare tra la propria famiglia e una cerchia di amici e parenti.
 

ironbee

Guru Giardinauta
Con le temperature di questi giorni si pone il problema di allargare l'ingresso.
predellino%20alveare.jpg
Per tutta la sua larghezza la parete frontale dell'arnia lascia un'apertura alta due dita che al di fuori del periodo estivo viene chiusa da una assicella che presenta due incavi di diversa ampiezza sui lati più lunghi (vedi foto).
Nel periodo invernale si inserisce dalla parte dell'incavo più piccolo, in modo da avere una porticina molto stretta, aumentando le temperature e le attività delle api si gira l'assicella e si allarga la porticina.
Esiste anche una chiusura più sofisticata, di metallo, in cui l'ingresso è suddiviso in tanti passaggi per singola ape da una specie di pettine. Viene utilizzato in autunno, per impedire che si introducano degli intrusi, in particolare la farfalla "sfinge testa di morto" che per fortuna dalle mie parti non è presente.
 

Federica

Master Florello
la farfalla "sfinge testa di morto" , che combina negli alveari questa farfalla? Si pappa tutto il miele?
 

ironbee

Guru Giardinauta
la farfalla "sfinge testa di morto" , che combina negli alveari questa farfalla? Si pappa tutto il miele?

Scusa ma mi era sfuggito questo tuo intervento :martello:
Dicono che questa farfalla entri nell'alveare, sbattendo le ali tiene lontane le api e si pappa il miele. Per fortuna da me non c'è.
 

ironbee

Guru Giardinauta
Ieri le ho visitate, hanno lavorato tantissimo, su uno ho aggiunto addirittura il secondo melario! Considerato che in aprile un anno sì e due no metto un melario su quelle più forti, quest'anno metterne due è un fatto stra-eccezionale :eek:

Sono comparse le prime celle reali, segno che la sciamatura si sta avvicinando.
La cella reale, da cui nascerà una regina, si differenzia da tutte le altre celle perchè si sviluppa in verticale (foto presa da internet):
cella reale.jpg
Ha la forma e le dimensioni di un cappuccio di biro e viene costruita ai margini del favo. Quando la cella viene costruita per ovviare a un'orfanità improvvisa, si trova in mezzo al favo, perchè in tal caso le api utilizzano un uovo deposto da poco, allungando la cella che in origine doveva ospitare un'ape operaia.
 

Federica

Master Florello
L'avevo buttata lì, si mangia il miele davvero? Che delinquente!!
Comunque sabato sono stata al lago Maggiore e ho fatto un giro per boschi. Sono arrivata ad un prato dove c'erano degli alveari, credo vuoti, non c'era alcun movimento....e ho osservato quell'apertura a pettine che descrivevi tu con dei forellini a misura d'ape, li ho visti!!!! interessante e poi si aprono come sportellini sollevandoli e lasciando l'aperdtura grande. Bello, grazie, ho osservato qualcosa che non avrei mai notato se tu non lo avessi raccontato!!
 

ironbee

Guru Giardinauta
Che delusione! :cry: Ieri avrei meritato un bel tapiro d'oro!
E' successo come se stessi per affondare la forchetta nel mio piatto preferito e qualcuno nel frattempo mi portasse via la tavola!
C'era uno sciame appeso a un ramo di noce a un metro da terra, la situazione più facile e comoda.
sciame 17 4 11.jpg
Ci ho messo la cassetta sotto, ho dato uno scrollone al ramo e lo sciame ci è caduto dentro. Forse per eccesso di sicurezza, non ho posizionato esattamente la cassetta e probabilmente la regina non è caduta dentro e si è alzata in volo, seguita da tutte le sue operaie. :Saluto:
Sono rimasto a bocca aperta a guardare la nuvola di api che superava una zona boschiva e diventava per me irrangiungibile :cry:
 
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