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"Verrà la morte e avrà i tuoi occhi"

scardan2

Maestro Giardinauta
Mi spaventa il sole che muore e la terra con lui, l'umanità che si estingue, il cosmo che collassa su se stesso. E di noi, minuscole virgole in un complicato ragionamento, nessuna traccia più.

Il sole ha idrogeno da bruciare per altri 4 miliardi di anni circa, l'umanità si estinguerà molto prima, il cosmo ne ha ancora parecchio di tempo (per quanto ne sappiamo ha 14 miliardi di anni ed è ancora in espansione).
Tu vivrai altri 100 anni al massimo, che ti frega di cosa succederà fra miliardi di anni?
Perché dovrebbe rimanere traccia di noi? Siamo una specie molto recente (appariamo 130mila anni fa, la terra è 34mila volte più antica!). Viviamo su un piccolo pianeta di un sistema solare periferico in una galassia tra milioni di altri galassie e miliardi di altri sistemi solari.

Uno dei motivi per cui sono allergico alla religione è il suo dare tanta importanza all'uomo e farne il centro di tutto. Siamo una specie giovanissima su un pianetino tra miliardi di altri pianeti, è come se noi mettessimo al centro del mondo i batteri che stanno sopra il guscio di un cozza pescata a caso dal mare!!

A me la cosa non spaventa, lo trovo affascinante sapere che c'è una tale enormità fuori da noi, sia nel tempo, sia nello spazio.
 

lalle

Florello
A me la cosa non spaventa, lo trovo affascinante sapere che c'è una tale enormità fuori da noi, sia nel tempo, sia nello spazio.

A me, nè spaventa nè affascina, angoscia .. angoscia il non comprendere, c'ho questa testa quadra che non sopporta non avere una spiegazione chiara ... E' meglio che non ci pensi e cominci la mia giornata ... A stasera ragazzi!
 

Olmo60

Guru Master Florello
Io ho già predisposto tutto: mi sono iscritta da molti anni all'AIDO, ho detto a tutti che voglio essere cremata e ho già in casa un'anfora acquistata ad un'asta dove voglio essere messa. Poi voglio essere sepolta con l'anfora in uno spazio di solo verde, come la tomba a Casarsa di Pasolini: senza foto, solo piante intorno. nella lapide voglio che sia scritto un verso che chiude una sua opera " Vissi d'erbe e di tenebre".
Già fatto dal notaio il testamento e depositato le mie volontà sul "Fine vita": sia mai che qualcuno mi volesse tenere in vita anche da morta!
Spero che su questo argomento che è serissimo e che interessa tutti, venga fatto un referendum per modificare la legge attuale.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Dedicata a mia mamma...."Appendice alla "Religione": UNA LUCE


Pur sopravvivendo, in una lunga appendice
di inesausta, inesauribile passione
-che quasi in altro tempo ha la radice-
so che una luce, nel caos, di religione,
una luce di bene, mi redime
il troppo amore nella disperazione...
E' una povera donna , mite, fine,
che non ha quasi coraggio di essere,
e se ne sta nell'ombra, come una bambina,
coi suoi radi capelli, le sue vesti dimesse,
ormai, e quasi povere, su quei sopravvissuti
segreti che sanno, ancora, di violette;
con la sua forza, adoperata nei muti
affanni di chi teme di non essere pari
al dovere, e non si lamenta dei non mai avuti
compensi: una povera donna che sa amare
soltanto, eroicamente, ed essere madre
è stato per lei tutto ciò che si può dare.
La casa è piena delle sue magre
membra di bambina, della sua fatica:
anche a notte, nel sonno, asciutte lacrime
coprono ogni cosa: e una pietà così antica,
così tremenda mi stringe il cuore,
rincasando, che urlerei, mi toglierei la vita.
Tutto intorno ferocemente muore,
mentre non muore il bene che è in lei,
e non sa quanto il suo umile amore,
-poveri, dolci ossicini miei-
possano nel confronto quasi farmi morire
di dolore e vergogna, quanto quei
suoi gesti angustiati, quei suoi sospiri
nel silenzio della nostra cucina,
possano farmi apparire impuro e vile...
In ogni ora, tutto è ormai, per lei, bambina,
per me, suo figlio, e da sempre, finito:
non resta che sperare che la fine
venga davvero a spegnere l'accanito
dolore di aspettarla. Saremo insieme,
presto, in quel povero prato gremito
di pietre grigie, dove fresco il seme
dell'esistenza dà ogni anno erba e fiori:
nient'altro ormai che la campagna preme
ai suoi confini di muretti, tra i voli
delle allodole, a giorno, e a notte,
il canto disperato degli usignoli.
Farfalle e insetti ce n'è a frotte,
fino al tardo settembre, la stagione
in cui torniamo, lì dove le ossa
dell'altro figlio tiene la passione
ancora vive nel gelo della pace:
vi arriva, ogni pomeriggio, depone
i suoi fiori, in ordine, mentre tutto tace
intorno, e si sente solo il suo affanno,
pulisce la pietra, dove, ansioso, lui giace,
poi si allontana, e nel silenzio che hanno
subito ritrovato intorno muri e solchi,
si sentono i tonfi della pompa che tremando
lei spinge con le sue poche forze,
volonterosa, decisa a fare ciò che è bene:
e torna, attraversando le aiuole folte
di nuova erbetta, con quei suoi vasi pieni
d'acqua per quei fiori...Presto
anche noi, dolce superstite, saremo
perduti in fondo a questo fresco
pezzo di terra: ma non sarà una quiete
la nostra, chè si mescola in essa
troppo una vita che non ha avuto meta.
Avremo un silenzio stento e povero,
un sonno doloroso, che non reca
dolcezza e pace, ma nostalgia e rimprovero,
la tristezza di chi è morto senza vita:
se qualcosa di puro, e sempre giovane,
vi resterà, sarà il tuo mondo mite,
la tua fiducia, il tuo eroismo:
nella dolcezza del gelso e della vite
e del sambuco, in ogni alto o misero
segno di vita, in ogni primavera sarai
tu; in ogni luogo dove un giorno risero,
e di nuovo ridono, impuri, i vivi, tu darai
la purezza, l'unico giudizio, che ci avanza,
ed è tremendo, e dolce: chè non c'è mai
disperazione senza un pò di speranza.
 
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daria

Master Florello
"Quelli che parlano di me non mi conoscono, e quando parlano mi calunniano; quelli che mi conoscono tacciono, e nel tacere non mi difendono; così, tutti mi maledicono fino a quando mi incontrano, ma quando mi incontrano riposano, e passano oltre, anche se io non riposo mai"

Javier Marias -Domani nella battaglia pensa a me
 

miciajulie

Fiorin Florello
si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (ungaretti)
poche parole, a descrivere la precarietà della vita dei soldati in guerra, per il poeta.
se penso a quanto poco può bastare per esserci oggi e non esserci più domani, mi sento di estenderlo oltre le trincee
 
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