Cara Liligen,
grazie per i tuoi complimenti che mi fanno molto piacere, come mi fa piacere incontrarti in questa sezione che di solito non frequenti.
Mi dispiace solo che tu abbia dovuto vedere la scarsissima qualità delle mie fotografie.
Trovo le tue domande molto interessanti, non mi è facile rispondere ma comunque ci provo volentieri, sperando di essere chiaro.
Dunque, per definire una pianta come bonsai vanno rispettati molti parametri, e in modo molto rigoroso.
Ad esempio, c’è una relazione precisa tra profondità del vaso e diametro del tronco e tra lunghezza del vaso e altezza della pianta.
Esistono parametri che riguardano la disposizione dei rami e il loro punto di emergenza rispetto all’altezza totale della pianta.
E l’elenco dei parametri da rispettare è molto lungo.
Per i puristi la non osservanza anche di uno solo di questi parametri esclude che piante, seppure molto belle, possano essere definite bonsai.
Io naturalmente non sono un purista e coltivo le mie piante con grande libertà, traendone anche soddisfazione, ma non posso chiamarle bonsai.
Le più belle le chiamo prebonsai, anche se non sarebbe corretto neanche questo, il prebonsai, a rigore, dovrebbe già avere l’impostazione definitiva e crescere in vaso di allevamento solo per sviluppare più velocemente i rami terziari e completare la miniaturizzazione delle foglie.
Nessuno di quelli che chiamo prebonsai ha le caratteristiche per diventare bonsai.
E non è questione di età, piante di decine di anni, impostate male all’inizio, non saranno mai bonsai, mentre si possono definire bonsai piante anche di pochissimi anni impostate secondo i sacri canoni.
Riguardo alla vaschetta del gelato non posso che essere d’accordo con te, è veramente brutta, ma non è costosa e la mia ederina ci vive bene, cresce rigogliosa e mi permette di annaffiarla a giorni alterni. Se fosse in vaso bonsai, che per i criteri accennati sopra dovrebbe essere profondo non più di un centimetro, sarei costretto ad annaffiare forse più di quattro volte al giorno.
Secondo me è corretto dire “sagomare” a proposito di queste piante, in fondo la forma, la sagoma, viene scelta dall’allevatore.
Per concludere, mi interesso di “bonsai” da più di 20 anni, e adesso ho una raccolta di diverse centinaia di piante, che ho “prodotto” con tutti i metodi che conosco, partendo da semi, da talee, da margotte, da piante recuperate in natura e nei cassonetti dell’immondizia, da piante che conoscenti volevano eliminare dai loro balconi e giardini.
Ti ringrazio ancora dei complimenti, sei come sempre molto gentile.
Se non sono stato chiaro come avrei voluto, o se hai altre domande, non esitare a chiedere, mi farebbe piacere se anche tu decidessi di entrare nel mondo del bonsai.
Un abbraccio, con sincero affetto