• Vi invitiamo a ridimensionare le foto alla larghezza massima di 800 x 600 pixel da Regolamento PRIMA di caricarle sul forum, visto che adesso c'è anche la possibilità di caricare le miniature nel caso qualcuno non fosse capace di ridimensionarle; siete ufficialmente avvisati che NEL CASO VENGANO CARICATE IMMAGINI DI DIMENSIONI SUPERIORI AGLI 800 PIXEL LE DISCUSSIONI VERRANNO CHIUSE. Grazie per l'attenzione.

sta sparendo l'Italia?

garofano

Maestro Giardinauta
Con questa frase intendo dire per "Italia" cio' che l'italia rappresenta,in termini di tradizione cultura,arte,civiltà,e lingua italiana.
E' da un po' che sto notando,con tristezza,questo fenomeno,sommersi dalle usanze americane,cibi etnici,culti vari più o meno orientali e new age.
Intendiamoci,non ho nulla contro tutto questo,ma non mi piace troppo l'idea che questo melting pot culturale porti ad una perdita di noi stessi e della nostra identità.E di conseguenza alla perdita della nsotra capacità di pensare ragionare in modo autonomo e personale,e non guidati da chissà chi per i suoi comodi scopi,magari non esattamente limpidi e onesti.
Qualche giorno fa ho letto un libro molto carino,scritto da Paolo Villaggio,intitolato "Mi dichi",che parla appunto della lingua italiana,di come la gente la ignori sempre più e di come la nostra lingua si sia trasformata in altre neolingue :l'italiano degli intellettuali,delle pubblicità,dei politici,spesso congerie di suoni e parole in libertà con un uso della grammatica da far rabbrividire,spesso affabulazioni incomprensibili ai più,a meno che non leggano un articolo con il vocabolario in mano.
E' un libro molto carino,almeno,a me è piaciuto e mi sono divertita a leggerlo.
Stamattina ,invece,mi capita sotto gli occhi questo articolo postato su Comedonchisciotte.parla appunto del declino della lingua e della cultura italiana.
E' magari unpo' lungo,ma io l'ho trovato interessante e bello,anche se il tema e le riflessioni in esso esposte sono un po' amare.Eccolo qui:http://comedonchisciotte.org/straniero-in-terra-straniera/
Se vi va,leggetelo,e poi,se volete ne discutiamo assieme
 

njnye

Florello Senior
Riflessione interessante. A mio modesto parere l'Italia non è mai esistita. Nel senso che ci sono tante "lingue" (per non parlare dei casi in cui c'è il bilinguismo), ci sono tante culture, ci sono tante abitudini, ci sono tante isole (metaforicamente parlando). Qualche anno fa la Lega voleva dividere nord e sud, oggi facciamo barriera contro lo straniero... Lo spauracchio comune unisce le masse.
A parte questa parentesi, concordo sul fatto che ci sua un impoverimento della lingua ma così come c'è quello della cultura: abbiamo perso i dialetti che erano più vicini alla quotidianità e perso in parallelo quell'italiano aulico che contraddistingueva i dotti, a favore di un appiattimento generale (andiamo a rivedere oggi un'intervista a Moravia o a Primo Levi, mettiamola vicina a una puntata della D'Urso e piangiamo sommessamente); aumentano i "jargon" (che manco so quale sia il termine equivalente in italiano) che creano ulteriori nicchie dentro le nicchie.
I sofisti ci sono sempre stati, gli affabulatori ci sono sempre stati (siamo il paese di Cicerone, del resto, quello dei periodi impossibili), gli ignoranti - pure loro - ci sono sempre stati.
Ma se vediamo il mondo come un'unica entità con tante regioni diverse, non ci vedo niente di male a cogliere il meglio da ciascuna. Basta che non sia solo un fatto di moda, fine a se stesso.

PS: qualcuno ha mai notato che il megadirettore generale di Fantozzi non sbagliava i congiuntivi? Villaggio sa il fatto suo in fatto di lingua e satira. Nei libri si nota anche meglio.
 

Artebelle

Aspirante Giardinauta
Io personalmente ho il tuo stesso timore! Sento sempre meno parlare un italiano vero, e non parlo solo dell'italiano dei dotti, ma anche quello dei nonni...si, forse non è l'italiano più corretto ma io continuo a non capire perchè si debbano per forza usare termini stranieri quando la nostra lingua è tra le più belle del mondo (e non lo dico solo io che sono italiana!!!!!)....insomma, ci sono termini che nascono al'estero e va bene così, ma io sono cresciuta in una realtà scolastica in cui andava di moda cacciare termini inglesi tra le frasi, senza motivi reali! Io personalmente non capisco nemmeno perchè le pubblicità dei profumi debbano essere quasi tutte in lingua straniera....anche se il profumo è francese, se vuoi vendere in Italia non è meglio rivolgersi rispettosamente ai suoi cittadini...in italiano!??.
Mi fa male al cuore vedere la totale mancanza di rispetto nei confronti di questo paese...non solo da parte di stranieri che vengono a vivere qui, ma anche da parte dei cittadini italiani che, per il politicamente corretto si fanno mettere i piedi in testa da tutti!! Non credo sia il caso di definire fascista l'orgoglio nazionale, possiamo essere italiani orgogliosi e italiani generosi! Essere gentili ed essere coglioni sono due cose ben diverse e credo che ognuno di noi abbia il diritto ed il dovere di difendere la nostra cultura, la nostra lingua e la nostra identità! Io conosco una coppia albanese molto carina, sono in Italia da tanto tempo e quando la scuola dove vanno i loro figli ha proposto un corso di dialetto romagnolo loro sono stati tra i più grandi sostenitori...al contrario di tanti italiani che hanno definito il corso "inutile, superfluo, stupido...ecc.".
L'Italia è fatta di moda, arte, cucina, letteratura, agricoltura, turismo, dialetti, modi di dire, tradizioni, fiabe e tanto altro! l'italia è un paese meraviglioso ricchissimo di storia...non è vero che non siamo mai stati uniti, lo siamo stati, eccome se lo siamo stati! Peccato però, che oggi tendiamo a non voler ricordare veramente quel periodo (anche se lo studiamo a scuola), a causa di un pazzo che ne ha fatto la bandiera di un totalitarismo. Ma ripeto, essere nazionalisti orgogliosi non vuol dire essere fascisti. Dobbiamo riappropriarci della nostra storia e della nostra cultura, della bandiera e dei colori ed imparare ad amare di più questa terra stupenda, e ricordarci di essere italiani non solo durante le partite di calcio!!!!.
Vorrei vedere anche un sistema scolastico più sano, dove il bullismo viene punito seriamente e dove i bambini vengano trattati con rispetto e diversamente in base alla propria natura e sensibilità, senza pretendere che siano tutti uguali come fatti con lo stampino!. Vorrei che a scuola si insegnasse cultura locale invece di religione. Vorrei che le materie umanistiche avessero più spazio nelle scuole e che si iniziasse ad insegnare Filosofia gia dalle medie e magari anche un po di antropologia al liceo, perchè si sa...le materie umanistiche formano gli adulti del futuro e ampliano la mente.
So di essere un po troppo idealista ma credo che a tutti noi piacerebbe un futuro fatto di aria sana, acqua pulita e terra libera dall'inquinamento, un futuro fatto di spazi verdi curati e strade ben tenute dove si può sentire parlare un bell'italiano senza aborti linguistici e storpiature forzate che, da semplici scherzi diventano parlato comune!!!!!.

Io sono italiana e sono orgogliosa di questo! Vorrei che a scuola mi avessero insegnato meglio la mia lingua e la geografia del mio paese...e persino la storia, visto che mi sono dovuta spesso arrangiare da sola! Mi sarebbe piaciuto vivere serenamente gli anni scolastici, invece che sentirmi sempre in difetto in qualche modo. Oggi ci lamentiamo dell'ignoranza dei giovani, ma forse scuola e politica dovrebbero interrogarsi sulle proprie colpe, invece che liquidare la cosa con "i giovani italiani non leggono abbastanza, non si interessano a nulla, sono dei mammoni ecc".
 
Ultima modifica:

Olmo60

Guru Master Florello
dice Alceste: "quando l'ultimo italiano morirà..".....per quanto mi riguarda quelli che mi piacevano son morti e stramorti.
Quelli che restano? escono di casa all'imbrunire, con addosso un domino e la mascherina per non farsi riconoscere o per schivare domande indiscrete, tipo "sorry, do you know where i can find a book shop?" al che seguirebbe il panico se indirizzare lo sventurato in un canile o in un bordello!:D

La lingua? la cultura italiana? cosa sperare da uno che in un compito in classe sul Risorgimento, invece che Nino Bixio scrive Nino Biperio, traviato dall'uso compulsivo dello smartphone! lasciamo perdere, và. :smoke:
 
Ultima modifica:

garofano

Maestro Giardinauta
Sono d'accordissimo con Artebelle, ha espresso esattamente il mio pensiero.
Fra l'altro anch'io penso che i dialetti debbano essere salvati e parlati anche in famiglia.
Il fascismo ha purtroppo contribuito, per un certo tempo all'eliminazione di questo patrimonio culturale,o meglio,c'ha provato.Ho letto a tale proposito un libro di Ezio Golino "Parola di Duce" che parla appunto di come la lingua possa essere manipolata a beneficio dei potenti e dei dittatori di turno.E' molto interessante, ve lo consiglio.
Io sono di origini emiliane, per parte di papà, che è bolognese e mezzo parentato sta ancora a Bologna.
La mia impareggiabile nonna paterna,che ahimè non c'è più con me da tempo,parlava in casa bolognese, come mio nonno,del resto,.Mia mamma, che è romana di ascendenze molisane (si, a casa mia c'è un bel miscuglio regionale:LOL:) e noi figlie li capivamo benissimo anche se rispondevamo loro in italiano...beh, a dire il vero io lo so pure parlare un po', ma non l'ho mai fatto perchè mi vergognavo, e se avessi sbagliato qualche parola?Mi ricordo che mia nonna,in un primo tempo, prima parlava in bolognese, poi, faceva la traduzione per i non emiliani in italiano.
Quando comprese che la capivamo tutti comunque,passo' a parlare solo in dialetto.
Era una cosa che mi piaceva molto, perchè fa tanto casa e famiglia.
Quello che raccontava, i suoi commenti sulle cose, avevano un calore, un colore particolare,dato anche da espressioni tipiche del dialetto,fra l'altro molto ironiche e divertenti.
Conosco pure un po' il dialetto molisano.
Una volta capitai con un mio fidanzato al paese di mia mamma.Incontrai una signora anziana, la quale molto gentilmente mi chiese (Ve lo dico in italiano)"A chi appartieni tu?".Il senso della frase è, in pratica, qual'è la tua famiglia, per capire se fossi del posto o turista, in quanto tutte le famiglie del posto sono conosciute con un soprannome,che loro chiamano ,non ho ben capito perchè "ingiuria",da non confondersi con gli insulti:).
Io conosco il soprannome della mia famiglia, perchè insegnatomi da mia mamma, e glielo dissi.
Beh, non ci crederete, era come se mi conoscesse da secoli; l'unica cosa era che non si ricordava se fossi io o una delle mie sorelle, ma vi giuro, sapeva tutto vita morte virtu e miracoli della mia famiglia, manco fosse una della CIA.
Passate in rassegna le notizie, fu con me estremamente gentile e mi invito' a casa sua per un caffè.
Vi confessero', sulle prime la cosa quasi mi secco', poi, pero' ,la trovai una cosa molto dolce, perchè sapermi conosciuta era essere comunque riconosciuta come una del posto e di conseguenza accolta.
Ammetto che ho la fortuna di apprendere facilmente le lingue, sarà perchè...sono chiacchierona di mio:LOL:.
Ho sposato poi un uomo di origini calabresi, e ho pure imparato il dialetto calabrese:quando ho conosciuto i suoi parenti , loro sono rimasti piacevolemnte sopresi che comprendessi quello che dicevano anche se parlavano dialetto, e queso ha facilitato notevolmente i rapporti.
Al mercato rionale, ho fatto la spesa e contrattato (secondo l'uso meridionale)sul prezzo sempre in dialetto, sotto gli occhi estrefatti e divertiti di mio marito , che il suo dialetto non lo conosce .
Un'altra volta, mi capito' in clinica ricoverata un'anziana donna calabrese spaventatissima, che parlava solo in dialetto.Io l'ho visitata parlando anch'io in dialetto.La signora, sentendo parlare nella sua lingua , si è illuminata e si è rasserenata.Il tutto avveniva sotto lo sguardo divertito di un infermiere, il quale, poi, mi fa "Ma dottoressa,conosci pure il calabrese?" io "Si,un po' ma chissà se lo parlo bene"e lui "lo parli benissimo e te lo dico io che sono di Reggio Calabria",e anche questa cosa portò ad un rapporto di collaborazione ed amicizia con quell'infermiere.
Il dialetto, qualsiasi dialetto, ha dei modi di dire particolari che rendono a volte meglio di tanti giri di parole in italica lingua.Ad esempio,c'è un'espressione calabrese "Trugghiu trugghiu"(purtroppo lo scritto non rende la pronuncia,che è irresistibile,gli amici calabresi del Forum sicuramente mi capiranno:)) che definisce un persona cicciottella,ben in carne...è un termine intraducibile in italiana, ma io lo trovo un' espressione estremamente pittorica ed eloquente, non pare anche a voi?:)
Ho scoperto pure che esiste una versione in dialetto calabrese dell'inferno di Dante. Mi è capitata di leggerlo, e , credetemi, oltre che a essere fatta molto bene, è immaginifica e molto divertente.
Per Artebelle.ho trovato ,presso le Edizioni Vallardi,il Dizionario italiano -Bolognese /Bolognese-italiano,in formato tascabile,che ,ovviamente,mi sono comperata.
Vi ho raccontato questi miei piccoli aneddoti, per dire che l'italianità passa anche per il dialetto, e che i dialetti vanno protetti, come la lingua italiana, anche perchè, a mio avviso, il dialetto unisce, crea legami, è forse una lingua d'amore, oserei dire.
Un poeta siciliano, Ignazio Buttitta ,in una sua bellissima poesia , afferma che un popolo puo' perdere tutto, ma rimanere in in vita, e avere tutto ma perdere la sua lingua e questo significa morire.Ve la posto perchè possiate leggerla, se vi va:http://digilander.libero.it/scuolaacolori/intercultura/materiali/buttitta.htm
 
Ultima modifica:

Olmo60

Guru Master Florello
credevo che buggerare fosse tipico della toscana, sono andata a vedere, molto interessante la storia di questo termine! :) mi ricorda mio nonno e le veglie attorno al focolare..:V
per Mussolini..uhm....mi sembra che fossero gli anglicismi e tutti i termini stranieri quelli nel mirino del regime, poi se voleva unificare un popolo, vien da sè...insomma mi pare che gli intenti fossero quelli di unificare a livello regionale quello che oggi con il linguaggio tecnico-scientifico si unifica a livello planetario. unica differenza che oggi piace.

p.s è uscito un video del duce:
"Racheleeeeee! bùt i turtlèn che advegn!! (ipocrita!!:giu:) :LOL:
 
Ultima modifica:

Artebelle

Aspirante Giardinauta
Garofano, anche io sono un bel misto :LOL:. Il mio bisnonno da parte di padre era sardo, la mia nonna materna era bolognese, gli altri invece tutti romagnoli :).è vero che i dialetti spesso rendono meglio dell'italiano, e a questo proposito vorrei consigliarvi di provare a cercare su Youtube i video di Cervia Rumors, ci sono alcuni comici romagnoli che parlano in dialetto e fanno morir dal ridere.:LOL:
 

billgates13

Giardinauta Senior
Sono d'accordissimo con Artebelle, ha espresso esattamente il mio pensiero.
Fra l'altro anch'io penso che i dialetti debbano essere salvati e parlati anche in famiglia.
Il fascismo ha purtroppo contribuito, per un certo tempo all'eliminazione di questo patrimonio culturale,o meglio,c'ha provato.Ho letto a tale proposito un libro di Ezio Golino "Parola di Duce" che parla appunto di come la lingua possa essere manipolata a beneficio dei potenti e dei dittatori di turno.E' molto interessante, ve lo consiglio.
Io sono di origini emiliane, per parte di papà, che è bolognese e mezzo parentato sta ancora a Bologna.
La mia impareggiabile nonna paterna,che ahimè non c'è più con me da tempo,parlava in casa bolognese, come mio nonno,del resto,.Mia mamma, che è romana di ascendenze molisane (si, a casa mia c'è un bel miscuglio regionale:LOL:) e noi figlie li capivamo benissimo anche se rispondevamo loro in italiano...beh, a dire il vero io lo so pure parlare un po', ma non l'ho mai fatto perchè mi vergognavo, e se avessi sbagliato qualche parola?Mi ricordo che mia nonna,in un primo tempo, prima parlava in bolognese, poi, faceva la traduzione per i non emiliani in italiano.
Quando comprese che la capivamo tutti comunque,passo' a parlare solo in dialetto.
Era una cosa che mi piaceva molto, perchè fa tanto casa e famiglia.
Quello che raccontava, i suoi commenti sulle cose, avevano un calore, un colore particolare,dato anche da espressioni tipiche del dialetto,fra l'altro molto ironiche e divertenti.
Conosco pure un po' il dialetto molisano.
Una volta capitai con un mio fidanzato al paese di mia mamma.Incontrai una signora anziana, la quale molto gentilmente mi chiese (Ve lo dico in italiano)"A chi appartieni tu?".Il senso della frase è, in pratica, qual'è la tua famiglia, per capire se fossi del posto o turista, in quanto tutte le famiglie del posto sono conosciute con un soprannome,che loro chiamano ,non ho ben capito perchè "ingiuria",da non confondersi con gli insulti:).
Io conosco il soprannome della mia famiglia, perchè insegnatomi da mia mamma, e glielo dissi.
Beh, non ci crederete, era come se mi conoscesse da secoli; l'unica cosa era che non si ricordava se fossi io o una delle mie sorelle, ma vi giuro, sapeva tutto vita morte virtu e miracoli della mia famiglia, manco fosse una della CIA.
Passate in rassegna le notizie, fu con me estremamente gentile e mi invito' a casa sua per un caffè.
Vi confessero', sulle prime la cosa quasi mi secco', poi, pero' ,la trovai una cosa molto dolce, perchè sapermi conosciuta era essere comunque riconosciuta come una del posto e di conseguenza accolta.
Ammetto che ho la fortuna di apprendere facilmente le lingue, sarà perchè...sono chiacchierona di mio:LOL:.
Ho sposato poi un uomo di origini calabresi, e ho pure imparato il dialetto calabrese:quando ho conosciuto i suoi parenti , loro sono rimasti piacevolemnte sopresi che comprendessi quello che dicevano anche se parlavano dialetto, e queso ha facilitato notevolmente i rapporti.
Al mercato rionale, ho fatto la spesa e contrattato (secondo l'uso meridionale)sul prezzo sempre in dialetto, sotto gli occhi estrefatti e divertiti di mio marito , che il suo dialetto non lo conosce .
Un'altra volta, mi capito' in clinica ricoverata un'anziana donna calabrese spaventatissima, che parlava solo in dialetto.Io l'ho visitata parlando anch'io in dialetto.La signora, sentendo parlare nella sua lingua , si è illuminata e si è rasserenata.Il tutto avveniva sotto lo sguardo divertito di un infermiere, il quale, poi, mi fa "Ma dottoressa,conosci pure il calabrese?" io "Si,un po' ma chissà se lo parlo bene"e lui "lo parli benissimo e te lo dico io che sono di Reggio Calabria",e anche questa cosa portò ad un rapporto di collaborazione ed amicizia con quell'infermiere.
Il dialetto, qualsiasi dialetto, ha dei modi di dire particolari che rendono a volte meglio di tanti giri di parole in italica lingua.Ad esempio,c'è un'espressione calabrese "Trugghiu trugghiu"(purtroppo lo scritto non rende la pronuncia,che è irresistibile,gli amici calabresi del Forum sicuramente mi capiranno:)) che definisce un persona cicciottella,ben in carne...è un termine intraducibile in italiana, ma io lo trovo un' espressione estremamente pittorica ed eloquente, non pare anche a voi?:)
Ho scoperto pure che esiste una versione in dialetto calabrese dell'inferno di Dante. Mi è capitata di leggerlo, e , credetemi, oltre che a essere fatta molto bene, è immaginifica e molto divertente.
Per Artebelle.ho trovato ,presso le Edizioni Vallardi,il Dizionario italiano -Bolognese /Bolognese-italiano,in formato tascabile,che ,ovviamente,mi sono comperata.
Vi ho raccontato questi miei piccoli aneddoti, per dire che l'italianità passa anche per il dialetto, e che i dialetti vanno protetti, come la lingua italiana, anche perchè, a mio avviso, il dialetto unisce, crea legami, è forse una lingua d'amore, oserei dire.
Un poeta siciliano, Ignazio Buttitta ,in una sua bellissima poesia , afferma che un popolo puo' perdere tutto, ma rimanere in in vita, e avere tutto ma perdere la sua lingua e questo significa morire.Ve la posto perchè possiate leggerla, se vi va:http://digilander.libero.it/scuolaacolori/intercultura/materiali/buttitta.htm

insomma "a chi appartieni"?
è importante e ti apre un mondo sconosciuto quando non conosci bene la storia delle"ingiurie".
hanno un significato antico e significativo di qualcosa avvenuto che "pesa" e contraddistingue la "famiglia"in questione nel bene e nel male.
 

ikkyusan

Aspirante Giardinauta
io combatto da tanto tempo ormai la mia personale battaglia contro il 'buon weekend'. E' più forte di me, mi fa venire una rabbia ogni volta che lo sento...
 

Artebelle

Aspirante Giardinauta
io combatto da tanto tempo ormai la mia personale battaglia contro il 'buon weekend'. E' più forte di me, mi fa venire una rabbia ogni volta che lo sento...
XDXDXD hai ragione!! per me la cosa più brutta è che a forza di sentirlo tutta l'estate mi viene da ripeterlo, così mi mangio la lingua tutte le colte!!:LOL:
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
L'Italia non va da nessuna parte.
Se sta sparendo l'Italia "di una volta", beh, è ovvio (e giusto) che sia così. Anche perchè l'"una volta" di ognuno probabilmente sarà diverso.
Ciò che l'italia rappresenta in termini di tradizione, cultura, arte, civiltà e lingua italiana cambia continuamente, perchè ovviamente tutte le cose che hai elencato si evolvono.
Il "meltin pot culturale" c'è sempre stato, anche da prima di quando l'impero romano andava in giro con l'esercito a "esportare la civiltà latina". Non esiste nessuna lingua che non sia stata influenzata da altre lingue, così come non esiste nessuna cultura, tradizione o arte che non sia stata influenzata da altri.
Capisco chi si infastidisca per "Halloween" che è una tradizione "importata dagli Stati Uniti", mentre in Italia bisognerebbe celebrare solo le tradizioni italiane, come quella di un abete nel periodo natalizio (Yule, tradizione germanica/normanna).
Questa influenza è continua e c'è ovunque.

Intendiamoci,non ho nulla contro tutto questo,ma non mi piace troppo l'idea che questo melting pot culturale porti ad una perdita di noi stessi e della nostra identità.E di conseguenza alla perdita della nsotra capacità di pensare ragionare in modo autonomo e personale,e non guidati da chissà chi per i suoi comodi scopi,magari non esattamente limpidi e onesti.
Questa parte invece mi inquieta parecchio.
Cioè, secondo te lo scambio culturale ci porterebbe all'incapacità di ragionare in modo autonomo e personale, mentre l'uniformarsi acriticamente ad una tradizione geografica per il solo fatto di essere nato in quel posto sarebbe meglio?

Infine, quando si parla di "identità", a quale Italia facciamo riferimento? Qual è la lingua italiana "vera"? Qual è il preciso momento in cui in Italia si è parlato l'italiano "vero"?

La lingua? la cultura italiana? cosa sperare da uno che in un compito in classe sul Risorgimento, invece che Nino Bixio scrive Nino Biperio, traviato dall'uso compulsivo dello smartphone! lasciamo perdere, và.
Questa battuta girava già quando andavo a scuola io e i cellulari non esistevano neanche. I giovani d'oggi parlano "male" l'italiano, sicuramente, ma siamo sicuri che i meno giovani lo parlino meglio? A giudicare dalle cose che leggo sui social media scritte da adulti sulla quarantina e oltre, le cose stavano molto peggio fino a 20 anni fa. Semplicemente, prima dei social media, si leggeva solo ciò che veniva pubblicato su giornali o libri, mentre adesso chiunque può scrivere pubblicamente e quindi viene fuori l'ignoranza che finora era rimasta nascosta. Se la sensazione di "peggioramento" viene fuori di recente, è proprio perchè le generazioni di ultra cinquantenni hanno cominciato ad avvicinarsi ai social media (forum inclusi) negli ultimi anni. L'ignoranza c'è sempre stata, semplicemente era meno percepita perchè i discorsi da bar rimanevano nel bar e soprattutto non restavano scritti (oltre a non dover essere scritti dagli autori).
 

ikkyusan

Aspirante Giardinauta
Capisco chi si infastidisca per "Halloween" che è una tradizione "importata dagli Stati Uniti", mentre in Italia bisognerebbe celebrare solo le tradizioni italiane, come quella di un abete nel periodo natalizio (Yule, tradizione germanica/normanna).

A dirla tutta non c'è differenza tra celebrare una zucca e un abete.
La lingua italiana 'vera' teoricamente c'è, ed è quella che insegnano a scuola, e quella con cui si interagisce ogni giorno.

Sono d'accordo che la situazione prima non era (tanto) migliore, ma oggi i mezzi per colmare certe lacune ci sono e sono alla portata di tutti. Quasi ogni libro si trova in rete, ma i giovani preferiscono scaricarsi i film.

Ci salutiamo con buon weekend, andiamo agli open day, il negozio ci da la christmas card, il centro commerciale è diventato il 'mall', il comune vara le nuove regole per il parking...e, ciliegina sulla torta, in parlamento c'è il 'question time'. Dovremmo come minimo essere ai vertici per conoscenza della lingua inglese, invece ci ritroviamo agli ultimi posti come inglese e, tristemente, non sappiamo parlare neppure l'italiano. C'è ovviamente qualcosa che non va.
La farcitura di termini stranieri, soprattutto inglesi, usati in modo errato e con pronuncia ridicola, non aiuta a far evolvere il linguaggio e di conseguenza pure il pensiero rimane povero. Quando riduci progressivamente il dizionario/vocabolario in uso, si riduce anche la ricchezza del pensiero.
L'Italia sta sparendo, non perché c'è un complotto (gombloddo) di qualcuno, ma semplicemente perché non frega un ca..o di niente a nessuno, ma questo è un altro argomento o...thread.
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
Ma quindi tu invece di guardare un film guardi una pellicola? E per collegarti a internet usi un instradatore invece che un router? E magari accendi il calcolatore invece che il computer?

Dai, seriamente, alcune parole inglesi sono oramai parte integrante della lingua italiana (come alcune parole italiane sono parte integrante della lingua inglese).
Per capirci, quando dici che la presenza di parole straniere riduce il vocabolario in uso, mi trovi assolutamente contrario. Che questo riduca la ricchezza del pensiero, sono ancora più contrario. Io sono italiano, lavoro in inglese, faccio la spesa e ordino la birra in danese, con la mia compagna parlo un misto tra italiano, inglese e danese, un casino che probabilmente riusciamo a comprendere solo noi, ma non credo affatto che questo riduca la mia ricchezza di pensiero. Anzi, sono assolutamente convinto dell'opposto.
La lingua è un codice per scambiarsi messaggi e non credo che dire week end o open day impoverisca il messaggio. Il dizionario in uso è povero a prescindere dall'utilizzo di termini stranieri; è povero perchè solo una minoranza di persone ha un livello di istruzione elevato; e in questo, l'Italia è il fanalino di coda in Europa. Quello che per te oggi è un'invasione di termini stranieri, tra 50 anni sarà una sterile discussione etimologica che riguarderà vocaboli inclusi in un qualsiasi dizionario italiano. Se uno fa un lavoro minimamente tecnico, sa benissimo che non ha senso "italianizzare" ogni parola come si faceva orgogliosamente (e ridicolmente) nel ventennio; prima di tutto perchè sarebbe un'inutile perdita di tempo, ma poi perchè la diffusione del termine originale è così rapida e capillare per cui non sarebbe fisicamente possibile sostituirla con una parola equivalente italiana e diffonderne l'utilizzo.

La questione non era tra la zucca e l'abete, ma tra il fatto che Halloween venga riconosciuto come una tradizione "non nostra", "importata", "straniera", che usando la logica che hai applicato al linguaggio, probabilmente causerebbe una riduzione progressiva delle tradizioni in uso e quindi anche della ricchezza del pensiero o della cultura. La questione è che, oggi, l'albero di natale è considerata una tradizione italiana, mentre non lo è affatto.

Tu dici che la lingua italiana "vera" è quella che insegnano a scuola e con cui si interagisce ogni giorno. Ho due cattive notizie. La prima è che quella che insegnano a scuola oggi è diversa da quella che insegnavano a scuola 50 anni fa (e diversa da quella che insegneranno tra 50 anni); la seconda è che la lingua che insegnano a scuola è già diversa da quella con cui si interagisce ogni giorno, e quest'ultima è molto più simile a quella che si insegnerà a scuola tra 50 anni di quanto non lo sia quella che si insegna a scuola oggi.

L'Italia non sta sparendo. Sta cambiando? Si, sicuramente sta cambiando, come del resto stanno cambiando tutti i paesi (e le lingue) del mondo, come del resto hanno sempre fatto e faranno sempre. Onestamente, io sarei molto più preoccupato se tutto restasse com'è.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Questa battuta girava già quando andavo a scuola io e i cellulari non esistevano neanche.
infatti è una battuta ricopiata pari pari da Dove tosano le aquile e non dubitavo che fosse nota: è talmente tèra tèra:)

meltin pot,:giu: calderone:su:

dialetto
:su: mischiume :su: minestrone:su: putiniccio :su: banda :su: guazzabuglio:su: ambaradan :su:
in subordine (per pochi) archifex :su:
 
Ultima modifica:

ikkyusan

Aspirante Giardinauta
La questione non era tra la zucca e l'abete, ma tra il fatto che Halloween venga riconosciuto come una tradizione "non nostra", "importata", "straniera", che usando la logica che hai applicato al linguaggio, probabilmente causerebbe una riduzione progressiva delle tradizioni in uso e quindi anche della ricchezza del pensiero o della cultura. La questione è che, oggi, l'albero di natale è considerata una tradizione italiana, mentre non lo è affatto.

Mi dispiace che la questione della lingua e delle tradizioni, come altre cose, sia stata scippata da tempo da una parte politica, e come tale qualsiasi discussione sul tema rimane al palo invece di essere patrimonio di tutti.
Certo, usare termini importati dove non ci sono corrispondenti nella lingua corrente è più che legittimo, ma sostituirli in pieno con una parola a volte differisce solo di una vocale è più ridicolo dell'usare pellicola al posto di film. In Spagna c'è il computador, in Francia l'ordinateur...ed a nessuno laggiù fa ridere. Da noi si dice Computer.
Non c'è bisogno di applicare la logica, è sotto gli occhi di tutti e lo noti anche te, molte delle tradizioni sono scomparse, e un palo decorato (o il dio po' se preferisci) è diventato una tradizione italiana.

La lingua non è solo un codice per scambiarsi messaggi, e nemmeno una semplice convenzione accordata tra le parti, è molto di più. I trogloditi e gli animali si scambiano messaggi. Quello che citi tra te e la tua fidanzata è un processo della linguistica ben noto, la tua (vostra?) lingua madre non è il danese e praticamente e naturalmente vi siete inventati un codice, una convenzione, tuttta vostra. Il tempo e lo spazio a disposizione faranno si che questa evolva o meno in "linguaggio".

L'Italia non so se stia sparendo, ma sicuramente la lingua italiana si, considerata da molti come lingua vecchia che non si è evoluta.
Ma io sono convinto che ci sia una relazione molto forte fra questa moda, secondo me è di questo si tratta, e lo stato in cui versa la nazione.

Forse te capisci il motivo di dire paga in cash al posto di paga in contanti, quali sono i prossimi step (semmai si dovrebbe dire steps) invece dei prossimi passi. L'altro giorno in riunione uno ci ha illustrato un 'big rock', che poi era un problema grave, poi ci siamo collegati in 'call' e nessuno sapeva parlare in inglese con quello dall'altra parte...ridicolo. Questo nuovo lessico non aiuta in nessun modo la lingua italiana, ed in nessun modo ci aiuta a parlare in inglese.

Ora vi lascio, vado a fare "running"...


Aggiungo: prima di andare mi piace citare un episodio, che non da molto alla discussione, ma è significativo. Una mia conoscente si trovava all'estero e non sapendo l'inglese usava 'google translate'. Peccato che non sa scrivere in italiano, ha senza h, parole sgrammaticate e altre oscenità, quindi google non riusciva a tradurre.
 
Ultima modifica:

Spulky

Moderatrice Sezz. Orchidee e Giardini d'Acqua
Membro dello Staff
... bah... io mi accontenterei già di sentire la "stessa" lingua in tutta italia, ma giusto per capire quel che si dice, non vedersi propinare metà della programmazione tv in semi-romanesco, e non per l'accento, ma col problema di non sapere che cacchio vogliano dire certe parole, (poi con gli anni mi sono informata.. soprattutto mi ha confuso la "varechina"!!!!! troppo difficile dire candeggina???)

m'è capitato di discutere in chat con gente che scriveva in romanesco, pretendendo di dire che era carino e tutti lo capiscono, mica è difficile..
ho ribadito chiedendo che ne pensava se avessi cominciato a scrivere in milanese o bergamasco, che era carinissimo e facile da capire... quel qualcuno ha pensato di tornare a scrivere in italiano

qual è la parte di italia che sta sparendo?

potrei dire che abbiamo perso la nostra milanesità quando abbiamo cominciato a cucinare la pasta con ricette diverse, del sud?
o quando ho cominciato a fare il risotto non solo giallo

potrebbe essere soltanto un arricchimento, non dobbiamo per forza eliminare il vecchio per far posto al nuovo
calcolando poi che metà delle ricette (per rimanere in tema cucina) siciliane risentono di influenze arabe, non di nuova contaminazione....

di contro sono assolutamente contraria alla pretesa di alcuni di dover piegare le abitudini/leggi/tradizioni accampando finto rispetto o diritti
(vedi le polemiche in alcune scuole in cui NON si vuol fare albero o presepe a natale, piuttosto che pretendere di non togliere il velo integrale)

direi che comunque l'abitudine italiana di lamentarsi sempre e comunque, di non voler cedere "privilegi" assurdi, tanto da lamentarci se la legge viene fatta rispettare (vedi l'ora legale) vedi i furbetti del cartellino, che nella maggior parte dei casi pretendono di dire che è normale e dovuto permettergli di uscire un momento per sbrigare delle commissioni.... quella rimane, e, "contaminiamo" i nuovi arrivati, tanto che ritengono giusto e dovuto(gli) poter bloccare la ferrovia per una decisione del tribunale che non è gradita!!

si capisce che sono in fase :giu::giu::giu::giu::giu:

:mazza:
 

garofano

Maestro Giardinauta
. bah... io mi accontenterei già di sentire la "stessa" lingua in tutta italia, ma giusto per capire quel che si dice, non vedersi propinare metà della programmazione tv in semi-romanesco, e non per l'accento, ma col problema di non sapere che cacchio vogliano dire certe parole, (poi con gli anni mi sono informata.. soprattutto mi ha confuso la "varechina"!!!!! troppo difficile dire candeggina???)
Hai ragione.Anch'io a volte,nello scrivere,per scherzare e perchè è più colloquiale, uso a volte espressioni romane,ma,se hai fatto caso, unisco la dovuta traduzione,proprio perchè comprendo che non tutti possano comprendermi.Prolissa,è vero,lo sono...ma incomprensibile...sarebbe effettivamente troppo!:)
 

Cheguevilla

Giardinauta Senior
ikkyusan, si, molte tradizioni sono scomparse o stanno scomparendo, inclusa quella di appendere il lenzuolo alla finestra dopo la prima notte di nozze, i genitori che decidono con chi si debbano sposare i figli, il delitto d'onore. Mi auguro che nessuno protesti.

Non so chi siano quei "molti" che considerano l'italiano una lingua vecchia che non si è evoluta. L'italiano si è evoluto più o meno come tutte le altre lingue di questa area geografica. Qualcuna di più, qualcuna di meno, per ragioni storiche e geografiche. Gli islandesi e i faroensi riescono a leggere e comprendere testi scritti 1000 anni fa. In Italia, nella seconda metà del 1800 si discuteva ancora piuttosto animatamente su cosa fosse l'italiano, mentre ci sono persone che l'italiano non lo hanno mai imparato, perchè per loro la "tradizione" è il dialetto, e l'italiano una lingua "straniera". E non parlo dell'Alto Adige, della Valle d'Aosta o di Gorizia. Basta leggere un articolo di giornale degli anni 60 per capire che la lingua si è evoluta eccome.
Qua in Danimarca l'inglese sta prendendo piede molto più che in Italia (e la cosa non mi dispiace affatto), al punto che a volte i danesi dicono "I don't know" invece che il danese "det ved jeg ikke" e molte altre locuzioni simili semplicemente nel parlato. E anche qui una precisa forza politica si è "appropriata" di certi temi, al punto di proporre una tassa sull'utilizzo di parole straniere nelle pubblicità. Ora, al di là del ridicolo di certe fascistaggini da poveracci, è ovvio che siano i partiti di destra a volersi appropriare di certi temi, perchè il concetto di tradizione è (oltre ad una fallacia logica) la leva utilizzata dai conservatori per raccontare che il futuro è tetro, il nuovo è brutto, il diverso è cattivo e quanto era bella l'Italia (o la Danimarca) di una volta.
Fortunatamente i conservatori sono la parte perdente della storia, altrimenti adesso in Italia ci si starebbe ancora picchiando con i Galli mentre qui in Danimarca si passerebbe l'estate a razziare le coste del mare del nord spaccando teste a colpi d'ascia e l'inverno rinchiusi a mangiare carni secche e bere birra riscaldata. E nessuno saprebbe mai quanto è buona la pizza margherita o gli spaghetti col pomodoro.
 

Olmo60

Guru Master Florello
L'Italia non so se stia sparendo, ma sicuramente la lingua italiana si, considerata da molti come lingua vecchia che non si è evoluta.

vecchia nel senso "non in linea coi tempi?"non abbastanza "smart"?
forget it....they’s important as the two of trump
(lascia perdere....cònteno quant'el due de briscola...)
 
Alto