Veramente molti giardinieri esperti su libri e riviste consigliano di appoggiare il vaso direttamente sul materiale drenante presente nel sottovaso, sia esso argilla espansa, dei semplici sassolini o ghiaia grossa, proprio per facilitare lo sgrondo dell'acqua in eccesso dall'interno del vaso all'esterno.
Non mi trovo d'accordo col metodo indicato da Stefano perché l'acqua che deve defluire trova un ostacolo piatto (il sottovaso interno rovesciato e utilizzato come appoggio), mentre, se il vaso appoggiasse direttamente su una superficie non piana, verrebbe favorito il drenaggio più velocemente. Inoltre con questo tipo di appoggio (non su superficie piana) viene favorito anche il ricircolo d'aria sotto il vaso.
Cosa che si vede nei grandissimi vasi d'argilla, molto pesanti, che vengono dotati di piedini, oppure anche con le vasche di cemento che sono rialzate da terra tramite degli appoggi.
Posso capire la necessità di chi coltiva in terrazzo di non sporcare/allagare l'impiantito, ma le piante hanno altre esigenze che, a volte, possono cozzare con quelle umane. Si tratta di trovare il giusto compromesso.
Ad esempio, utilizzare nella coltivazione in vaso, quando è possibile, dei contenitori abbastanza grandi da contenere una quantità sufficiente di ottimo terreno (possibilmente di terra vera, da giardino/campo, evitando i terricciati torbosi in sacco) che protegga le radici da caldo/freddo e che trattenga la giusta umidità necessaria alla sopravvivenza della pianta. Si eviterà così anche di irrigare in continuazione, con i conseguenti disguidi.