olmo ogni epoca ha i suoi "ismi" (frase fatta), un "ismo" millenario è l'antisemitismo, negare questo è negare l'evidenza.
Concordo sull'utilizzo spesso inappropriato della Shoah da parte un po' di tutti, il peggiore è proprio quello dello stesso popolo ebraico.
Che Israele sia un fatto unico se non addirittura come disse qualcuno "un corpo estraneo", è fuori di dubbio, che in sè poi racchiuda oltre che una cultura particolarissima anche delle implicazioni politiche ed economiche fà si che appaia talmente complicato da risultare spesso incomprensibile, ingestibile e quindi è molto più semplice "fare opposizione" piuttosto che cercare un punto di vista dal quale osservarlo. Io conosco solo molto poco della cultura ebraica, ma quel poco che ho visto e vissuto mi è sufficiente per poter dire che le ritualità quotidiane, lo stile di vita, il rapportarsi con gli altri e tanti altri fattori modellano una comunità particolarissima che vive da secoli su equilibri molto delicati dicui peraltro è parecchio gelosa.
Questo per dire, e per ritornare in discorso, che anche il mondo arabo e musulmano sebbene più frammentato e meno coeso, meno "normalizzato" all'interno di un qualcosa di veramente comune, è l'esatto opposto di questo, ma con dei tratti comuni impressionanti.
Secondo me il crescendo di violenza e fanatismo è l'estremizzazione di una complessa se non impossibile ricerca di un'identità, di un ruolo (sub) culturale che vorrebbe addirittura sostituirsi ai modelli occidentali, modelli sicuramente non perfetti ma sicuramente meno oscurantisti e "bigotti" di quelli che si vorrebbero imporre.
Un punto secondo me fondamentale è il ruolo della donna nella società moderna, un ruolo che in pochissimi decenni si è evoluto talmente e talmente in fretta da cusare dei veri e propri shock culturali. Ciò che l'Islam teme, i suppose.