Eccomi quì, dopo una giornata, di freddo intenso, fuori e dentro.
Dopo contrattazioni, calme discussioni, di fatto mia madre è ricoverata al centro Ictus della divisione di neurologia dell'ospedale San Martino di Genova.
E' terapia intensiva, ma più di nome che di fatto.
Ed alla fine ho ottenuto la possibilità di rimanere in sala d'attesa, ma non possiamo stare in stanza con lei, nessuno di noi, nemmeno uno solo.
Ieri sera, le ultime parole sono state di pessimismo.
Ci avevano avvertiti che, non avrebbe probabilmente mosso più, la parte destra del corpo, invece, oggi mia madre era relativamente lucida e coordinata, con un po' di balbettio, ma senza paresi.
Il pronto soccorso ha mandato i risultati dei primi esami, solo alle 13.30 di oggi.
Mia madre ha subito sì un ictus ischemico nella parte sinistra, ma lieve, mentre nel frattempo intervenivano crisi epilettiche e coma diabetico.
Appare quasi certo che, sia diabete, fisiologico dell'età ha sostenuto un dottore, ma un po' troppo aggressivo ha aggiunto.
La TAC rileva tre ictus, quello di ieri più due pregressi e la forza di quela donna, è sembrata particolare, sebbene non pesi più di 40 chili, vestita.
Ci hanno chiesto, fatto un anamnesi, e noi non sapevamo cosa dire e come rispondere, perchè di lei, non sappiamo praticamente nulla.
Lei ha detto al medico di sospettare da tempo di avere la stessa malattia che ha stroncato il fratello, nel 95', la distrofia muscolare, ma i medici pur indagando sembrano escluderla.
Di fatto, siamo in alto mare e nnostante la flebo mai tolta d'insulina, la glicemia risulta ancora a 140 e si temono altre crisi e altri possibili ictus.
Non si ha ovviamente la minima intenzione di dimetterla e lo credo corretto, ma ho chiesto di poter avere permesso speciale, perchè vederla lì, in quel isolamento eppur cosciente, mi dà l'angoscia.
Non ha molte forze, ma io sò che significa trascorrere ore e ore, in una stanza, senza potersi alzare, senza poter fare null'altro che pensare e magari autoprovocarsi qualche altro accidente, per eccesso di ansiosità.
E se accadrà dovranno sedarla ed io non ci sarò.
Se potessi starle accanto, le leggerei un libro, cercherei di passarle un minimo di energia, potremmo immaginare insieme un'araba fenice.
Ed invece mi è stato negato, dovrà trascorrere sola, gran parte del tempo.
Lo trovo assurdo, lo trovo stupido, lo trovo controproducente.
Spero nei prossimi giorni, di riuscire a contrattare direttamente con il primario, per ottenere quel permesso.
Per il resto, io stò bene, vivo in un'atmosfera interiore di astrazione, perchè sono lì, accanto a lei, con tutto ciò che mi appartiene, escluso il mio corpo.
Torno a ringraziarvi profondamente, appena tornata, son corsa a cercarvi, a cercare il calore della vostra amicizia, una delle cose più belle che mi sia mai capitata negli ultimi dieci anni almeno.
Vi ho sentiti con me, vi ho sentiti tutti molto vicini e se ancora non ve l'ho detto, ve lo ridico, grazie di cuore a tutti.