urza_indivia
Giardinauta Senior
Il titolo sembra molto, ahimé, 'quello che ho capito delle donne', ma tant'è...
Quello che ho capito delle rose è che vivono in uno stato di malattia permanente, sia esso dovuto a crittogamici o a pesti.
Quando va bene hanno qualche foglia macchiata di oidio o qualche afide, facile a togliersi con le dita. Quando va male sono letteralmente assumono toni multicolori viranti al giallo autunnale grazie alla ruggine, alla peronospora o alla macchia nera. La cosa straordinaria è che in questo stato di malattia permanente continuano spesso a produrre fiori e foglie.
Le rose ti insegnano un po' la rassegnazione a prenderle per quello che sono e a non impazzire davanti alle loro stravaganze: non credo di aver mai visto una mia rosa morire da sola.
Tutte le volte si è trattato di una sorta di accanimento terapeutico da parte del sottoscritto, spesso trasformatosi in omicidio preterintenzionale.
Quello che ho capito delle rose è che vivono in uno stato di malattia permanente, sia esso dovuto a crittogamici o a pesti.
Quando va bene hanno qualche foglia macchiata di oidio o qualche afide, facile a togliersi con le dita. Quando va male sono letteralmente assumono toni multicolori viranti al giallo autunnale grazie alla ruggine, alla peronospora o alla macchia nera. La cosa straordinaria è che in questo stato di malattia permanente continuano spesso a produrre fiori e foglie.
Le rose ti insegnano un po' la rassegnazione a prenderle per quello che sono e a non impazzire davanti alle loro stravaganze: non credo di aver mai visto una mia rosa morire da sola.
Tutte le volte si è trattato di una sorta di accanimento terapeutico da parte del sottoscritto, spesso trasformatosi in omicidio preterintenzionale.