...ps.. secondo me c'è da dire qualcosa ancora...
io credo che, comunque, chiunque di noi si sia avvicinato al "bonsai" per la prima volta proprio grazie a 'ste piantacce da due lire: dubito che un individuo dotato di buonsenso e nessuna pratica si avvicini con serenità ad esemplari dal costo di molte decine di euro... e dalla bellezza che ti fa paura toccarla... ci si orienta solitamente su questi pseudo-bonsai economici che hano il pregio non indifferente di costare molto poco e di essere -a causa delle loro imperfezioni- un banco prova insostituibile per il principiante. Peraltro -senza che me ne venga in tasca proprio nulla- devo riconoscere che un bonsai dell'ANLAIDS che mi è stato donato, anche se non bellissimo, era accompagnato da un manualetto di 70 pagine veramente ben fatto, esaustivo e che da solo valeva i 15 euri dell'acquisto, a testimonianza di più di un minimo di interesse da parte di chi li vendeva.
Non è la prima volta che partecipo a discussioni sui bonsai bancarellari: ognuno la pensa come vuole, un po' come ovunque, e alla fine ognuno si ritrova per le mani il bonsai che si merita. A volte non è male, spesso è bruttino, sempre è un esemplare al quale ci si affeziona esageratamente e che si cura con particolare attenzione.
Avevo un "amico" un po' saccente e presuntuoso che girava per boschi raccattando scriteriatamente ogni tipo di yamadori (prebonsai) anche molto promettenti, che riusciva semopre a rovinare con un talento mai visto perchè era un individuo privo di gusto, tecnica, teoria e pieno di presunzione.
Tralascio i suoi sradicamenti selvaggi e non vi dico che roba comprava sulle bancarelle. Poi diceva "ma PER ME è bello, A ME piace" senza curarsi dei conati che io o altri amici gli rivolgevamo, tantomeno dei consigli. I venditori cinesi quando arrivava lui festeggiavano, tirando fuori ogni tipo di scarto che lui, puntualmente, comprava per poi uccidere in poche settimane. A ciclo continuo. Naturalmente gli arrivò in dono un retusa che faceva venire i brividi tanto era bello e non vi dico il costo. Kaputt in due mesi. Da non crederci, era un serial killer di bonzi peggio di Hannibal Lecter, se ci ripenso mi vengono i brividi...
E potrei raccontare di quell'altro mio (stavolta BUON) amico che riesce a trasformare delle piantine insignificanti in bonsai da collezione in pochi mesi, o altri aneddoti simili... si scadrebbe nella magia... e la magia si fa, non se ne parla.
Peraltro noi parliamo di "bonsai" senza curarci più di tanto delle RIGIDE regole che dovrebbero essere applicate ad ogni esemplare. Ogni bonsai che ho visto in mano ad amatori è stracolmo di imperfezioni, e si discosta grandemente dal concetto giapponese di quest'arte. Concetto ormai assunto come riferimento storico ed estetico base e che invece è solo l'evoluzione di quel pun-sai cinese nato oltre 2000 anni fa, solo successivamente importato in Giappone e -da lì- esportato in tutto il mondo con gran gioia degli orientali che hanno avviato un business miliardario che è consistito e consiste nel bombardare noialtri con una quantità di fregature e sole mai viste prima nella Storia...
D'altra parte, intorno al 1970, si mosse qualcosa e l'olivo -sino ad allora considerato uno schifo schifoso, inadatto all'arte bonsai- cominciò a farsi vedere nelle esposizioni lavorato da spagnoli e italiani in tutta la sua maestosità, potenza, "occidentalità"... liberando la strada ad altre essenze "moderne" ormai assunte nel "pantheon" del bonsai... e gli stili?
In Spagna solo da poco si sta riaffacciando lo "stile libero" o "stile cinese", uno degli stili primigeni, oggi quasi dimenticato in mezzo a tanti shokan, bunjin, moyogi, kazzodikan etc... Lo stile a "banyan" si comincia a fare vedere solo ora, e potrei continuare all'infinito...
Io credo -per concludere- che vi sia un atteggiamento un po' "borghese" in chi ha più di un minimo di esperienza nel campo. Si tende a snobbare il principiante o, al limite, ad indirizzarlo verso inutili e costosissimi corsi che non ti dicono nulla di più di quello che si può imparare da soli su riviste manuali e forum.
C'è un'esterofilia esagerata, una "giapponesizzazione" di tutto ciò che è legato al "bonsai", e una speculazione continua, un consumismo che sinceramente aborro, cifre da capogiro per una passione che dovrebbe essere "naturale" in tutti sensi.
Meglio dare i soldi per la lotta contro aids e leucemia, allora, o andare per boschi, o seminare.
Un saluto