Buongiorno a tutti,
abito in provincia di Ascoli Piceno in una zona collinare a 400 mt slm. Il 15 marzo ho provveduto a seminare una porzione del mio giardino (circa 200/250 mq). Ho utilizzato il miscuglio ProSelect Thermal Force (Festuca arundinacea 90% | Varietà Spyder LS, Avenger + Poa pratensis ibrida 10% | Varietà SPF-30 Heatmaster), aggiunto micorrize, antiformiche e appena un po' di concime. Tutto attenendomi alle dosi prescritte da ciascun prodotto.
La terra in questa zona è argillosa, non saprei scendere nel dettaglio della composizione perché non ho fatto test e prove per la determinazione dello stesso.
Il prato sta nascendo, per il momento un pochino a chiazze, e ho notato che sta "faticando leggermente" di più nelle zone in cui c'è la tendenza a formarsi la "buccia" tipica del terreno argilloso. In queste settimane ho bagnato un paio di volte al giorno (quando ne avevo la possibilità 3).
Per cercare di aiutare il prato a emergere nelle parti più difficoltose mi è venuto in mente di provare a incidere leggermente la superficie in maniera tale da rompere la buccia. Ho costruito una sorta di tavola chiodata (per dare l'idea potrebbe sembrare uno strumento per l'arieggiatura radicale) e l'o sto usando sulle zone maggiormente "solidificate" e esercitando una pressione appena sufficiente a scompattare il terreno. Sembra che questo stia facilitando l'emersione del prato anche in quelle zone.
Con ogni probabilità in autunno sarà necessaria una trasemina e contestualmente vorrei piantare i restanti 200/600 mq di terreno. Ovviamente a quel punto vorrei prepararlo un po' meglio per evitare lo stesso tipo di problema.
Probabilmente ho azzardato un pochino a fare la semina attuale utilizzando il terreno così com'è ma ho voluto rischiare perché vorrei avere, per l'estate, almeno 2 lati di casa utilizzabili come giardino. C'è anche da dire che non sono stato proprio aiutato dal clima. Nei giorni successivi alla semina ho piovuto un po' troppo e questo accentua il formarsi della crosta in quel tipo di terreno, inoltre molto spesso c'è stato un venticello che ha spinto sempre ad asciugare la superficie, da questo le 2/3 innaffiature al giorno. Inoltre nella prima settimana di semina è stato anche abbastanza fresco (in un paio di notti raggiunte minime di 3 gradi)
Ho previsto un impianto d'irrigazione centralizzato ed automatico che spero di completare nel week-end.
Dopo questa lunghissima premessa giungo alle domande.
Secondo voi le condizioni avverse (tra clima e terreno) hanno compromesso le zone in cui il prato è ancora molto rado?
Oppure ancora siamo nei tempi in cui può essere giustificata una crescita a chiazze? (Oggi è il 21mo giorno).
Al momento non sono in grado di allegare foto (magari domani mattina se opportuno le carico) e nel caso produco anche un test per approfondire la conoscenza sulla composizione del terreno.
Grazie a tutti e scusate ancora per il poema.
Buona giornata
P.S. Ho il dubbio di aver postato nella sezione sbagliata. Nel caso chiedo gentilmente ai moderatori di spostare. Scusate ancora.
abito in provincia di Ascoli Piceno in una zona collinare a 400 mt slm. Il 15 marzo ho provveduto a seminare una porzione del mio giardino (circa 200/250 mq). Ho utilizzato il miscuglio ProSelect Thermal Force (Festuca arundinacea 90% | Varietà Spyder LS, Avenger + Poa pratensis ibrida 10% | Varietà SPF-30 Heatmaster), aggiunto micorrize, antiformiche e appena un po' di concime. Tutto attenendomi alle dosi prescritte da ciascun prodotto.
La terra in questa zona è argillosa, non saprei scendere nel dettaglio della composizione perché non ho fatto test e prove per la determinazione dello stesso.
Il prato sta nascendo, per il momento un pochino a chiazze, e ho notato che sta "faticando leggermente" di più nelle zone in cui c'è la tendenza a formarsi la "buccia" tipica del terreno argilloso. In queste settimane ho bagnato un paio di volte al giorno (quando ne avevo la possibilità 3).
Per cercare di aiutare il prato a emergere nelle parti più difficoltose mi è venuto in mente di provare a incidere leggermente la superficie in maniera tale da rompere la buccia. Ho costruito una sorta di tavola chiodata (per dare l'idea potrebbe sembrare uno strumento per l'arieggiatura radicale) e l'o sto usando sulle zone maggiormente "solidificate" e esercitando una pressione appena sufficiente a scompattare il terreno. Sembra che questo stia facilitando l'emersione del prato anche in quelle zone.
Con ogni probabilità in autunno sarà necessaria una trasemina e contestualmente vorrei piantare i restanti 200/600 mq di terreno. Ovviamente a quel punto vorrei prepararlo un po' meglio per evitare lo stesso tipo di problema.
Probabilmente ho azzardato un pochino a fare la semina attuale utilizzando il terreno così com'è ma ho voluto rischiare perché vorrei avere, per l'estate, almeno 2 lati di casa utilizzabili come giardino. C'è anche da dire che non sono stato proprio aiutato dal clima. Nei giorni successivi alla semina ho piovuto un po' troppo e questo accentua il formarsi della crosta in quel tipo di terreno, inoltre molto spesso c'è stato un venticello che ha spinto sempre ad asciugare la superficie, da questo le 2/3 innaffiature al giorno. Inoltre nella prima settimana di semina è stato anche abbastanza fresco (in un paio di notti raggiunte minime di 3 gradi)
Ho previsto un impianto d'irrigazione centralizzato ed automatico che spero di completare nel week-end.
Dopo questa lunghissima premessa giungo alle domande.
Secondo voi le condizioni avverse (tra clima e terreno) hanno compromesso le zone in cui il prato è ancora molto rado?
Oppure ancora siamo nei tempi in cui può essere giustificata una crescita a chiazze? (Oggi è il 21mo giorno).
Al momento non sono in grado di allegare foto (magari domani mattina se opportuno le carico) e nel caso produco anche un test per approfondire la conoscenza sulla composizione del terreno.
Grazie a tutti e scusate ancora per il poema.
Buona giornata
P.S. Ho il dubbio di aver postato nella sezione sbagliata. Nel caso chiedo gentilmente ai moderatori di spostare. Scusate ancora.
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