la quiete
Per le vacanze sto in una casetta in un luogo circondato dal verde, anzi quasi aggredita dal verde.
Non ho nemmeno bisogno di andare a "ravanare" nei boschi, perché basta aspettare che i camion del comune "fresino" indiscriminatamente tutto ciò che sconfina dal profilo della carreggiata della strada che arriva fin lì e non va oltre.
Dopo si trova di tutto ed anche in condizioni tali da non potersi porre scrupoli.
Sono piante destinate a morire (e male) oppure a farlo alla prossima "fresatura".
Ne rimangono dei frammenti malandati dove l'asfalto finisce, ma se le si toccano si scopre che sono state scosse "di brutto", fino alla radice, letteralmente.
Ho raccolto numerosi aceri campestri, un paio di biancospini, un amico mi ha regalato un taxus baccata un po' piccino, ed un'amica un ontano un po' piccino.
L'edera assale gli aceri campestri fino a farne cadere i rami ed assume dimensioni strabilianti; varrebbe la pena farne qualcosa, così ho evitato di falciare nel mio prato quella che cresce spontanea vicino ai muri di cinta in pietra.
Ci sono noci, ciliegi e fichi, ma per il momento li escludo dai miei giochi.
Ciò che ho raccolto l'ho messo in parte in piena terra e in parte in vasi abbondanti conficcati in terra.
Il difficile è stabilire un punto dove sopravvivano senza innaffiatura, durante la mia assenza che sarà purtroppo lunghetta.
Da quanto ho raccolto ho ricavato anche numerose talee e nonostante luglio e agosto non siano più il periodo più indicato, le ho conficcate in zone a mezz'ombra: chissà! Fino ad una settimana fa davano ancora segni di vita o addirittura gemmavano. Ma la stagione è stata bizzarra, freddi luglio e agosto, tiepido da metà settembre a salire fino al caldo in ottobre! Secondo me il ....metabolismo delle piante s'è per forza incasinato!
Per primavera vorrei "raccattare" dei prunus spinosa: ce ne sono tante, sono autoctone e mi piacciono.
Inoltre mi piace tantissimo lo yamadori, perfino più del sushi