Io non sono d'accordo sull'utilizzo dell'akadama, che senso ha setacciare e lavare, pomice, lapillo, agriperlite, se poi aggiungi l'akadama che nel giro di 2/3 anni si polverizza? Poi specialmente sull'olivastro, a limite ne metterei un 20% massimo 30% per garantire un buono scambio cationico e un'umidità costante, non per fare il saputo, ma vorrei scrivere una miscela, a mio parere ideale, per la maggioranza delle piante mediterranee, in questo caso, specifico per l'ulivo...
60% Pomice : perchè questa è leggera, ariosa e con uo scambio cationico intorno ai 16/17, quindi che riproduce il terreno in cui gli olivastri vivono.
10% Lapillo : perchè ascuiga molto velocemente, ha uno scambio cationico intorno ai 25/26 e rilascia lentamente minerali ferrosi (una specie di terra rossa pugliese in granuli)
10% Agriperlite: perchè è una manna, è leggera, assorbe acqua assicurando umidità anche nell'estate più calda, ed inoltre i microorganismi la "adorano" nel senso che ha una struttura che è adatta ad ospitare la flora batterica, infatti se noti che diventa verdina, è la flora che la "contamina". Inoltre ha scambio cationico 12.
20% Akadama: se usata in piccole percentuali anche l'akadama è buona, perchè circondata dalla pomice, non si sfalda completamente quindi è più duratura e col suo scambio cationico pari a circa 30, evita il dilavamento dei sali minerali.
Lo scambio cationico ideale per i bonsai è tra 25 e 30, per essenze che vogliono molto concime, quindi per un olivastro che non è proprio amante del concime un 22 direi che sta bene (infatti se fai la media aritmetica considerando i valori più alti, ti uscirà 85/4=21.25).
Poi per correttezza, ti scrivo anche dei "trucchetti", dei bonus da aggiungere al terreno, cioè:
- Il carbone sopra lo strato di drenaggio: purifica l'acqua, e quindi il terreno, da sostanze sgradite, ed è un ottima "riserva" d'acqua, inoltre favorisce la crescita della micorriza. Stabilizza il ph.
- Un pugno di kiryuzuna: io la uso su tutte le essenze in quantità minima (un pugno in ogni vaso) in quanto questa evita l'innalzamento del ph con conseguente clorosi ferrica (che appunto avviene con ph troppo alti, quindi terreni basici) inoltre evita anche questa malattia, considerata l'elevata presenza di ferro.
- Un cucchiaino di humus di lombrico: questa sostanza è qualcosa di importantissimo per la pianta, sembra terriccio normale, ma non lo è, ristabilisce subito la flora batterica nel terreno post-rinvaso e ha un effetto tampone incredibile, inoltre trattiene parecchia acqua, quindi se usato molto poco, specialmente al sud, risulta utile per evitare l'asciugatura, inoltre, pur sembrando TU, l'humus "sparisce" al rinvaso successivo, in quanto viene assorbito al 100% dalla pianta, cosa che il TU non fa. Poi tra l'altro se non lo vuoi far spingere molto, evita il Tu nell'olivastro.
Sembro tanto il piccolo chimico, ma il terriccio è la prima cosa che stabilisce la salute di una pianta, in crescita o matura che sia.
P.S. Giusto per la cronaca, ma non è l'akadama a rallentare la crescita delle piante, ma la sua granulometria molto fine che blocca lo scambio acqua-aria tellurica nel vaso a bloccare lo sviluppo eccessivo...di conseguenza per questo olivastro userei una granulometria fine, compresa tra i 3 e 5 mm, cosa che nel centro bonsai che conosciamo entrambi, ti sarà molto facile trovare!