Distribuzione:
Il genere
Otiorhynchus comprende numerose specie oltre ai sopra citati
O. sulcatus e
O. rugosostriatus (nei nostri ambienti sono piuttosto comuni ad es.
O. armadillo e
O. salicicola, fig.
3).
Otiorhynchus sulcatus è diffuso a livello planetario soprattutto nelle fasce temperate europee e nordamericane (fig.
4) ed è presente in tutte le Regioni italiane.
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3 A sx Otiorhynchus armadillo,
a dx Otiorhynchus salicicola |
= Presente, senza altri dettagli
= Ampiamente diffusa
= Localizzata
= Vedi la mappa regionale
[Fonte dell’originale: CABI] |
4 Mappa di distribuzione di O. sulcatus. I pallini mostrano la situazione nei singoli stati Stati nazionali:
quelli blu indicano una presenza estesa a tutta la nazione, mentre quelli rossi significano invece presenza
localizzata in aree ristrette. In USA questa specie è stata introdotta circa 150 anni fa, in Nuova Zelanda e
in Australia (Vittoria, Tasmania) è giunta a cavallo degli anni ’70-’80 del secolo scorso; è diffusa in Egitto
e nell’isola di Sant’Elena, segnalata inoltre nelle Azzorre (appartenenti al Portogallo) e in Malaysia |
Piante ospiti:
Gli oziorrinchi in generale sono in grado di attaccare diverse specie vegetali: ad esempio tra gli ospiti di
O. sulcatus e
O. rugosostriatus figurano piante di interesse agrario e coltivate per fronda, piante ornamentali, foraggere e spontanee (per il primo: vite, fragola, lampone, ruscus, rododendro, lauroceraso, evonimo, ligustro, etc.; per il secondo: fragola, lampone , ciclamino, primula, begonia, etc.), ma alcuni oziorrinchi attaccano un numero limitato di piante (es.
O. niger che vive su
Picea excelsa e anche su
Pinus pinea) mentre altri hanno ospiti preferenziali (es.
O. cribricollis su olivo e secondariamente su altre piante da frutto, mentre allo stadio larvale vive a spese delle radici di
Artemisa gallica e di piante ortive).
Biologia:
Gli oziorrinchi nei nostri ambienti compiono una sola generazione all’anno (fig.
5). Prendendo a riferimento
O. sulcatus, gli adulti compaiono a maggio e vivono fino all’inizio dell’autunno, nutrendosi di foglie durante le ore notturne mentre di notte se stanno nascosti nel terreno attorno alle piante. Nelle regioni centro-settentrionali dell’Italia le popolazioni di questa specie sono costituite da sole femmine partenogenetiche (esiste una razza che presenta maschi e si riproduce sessualmente in alcune zone appenniniche); l’ovideposizione inizia dopo che esse si sono alimentate per un mese e si protrae per tutta l’estate, e ciascuna è in grado di deporre complessivamente alcune centinaia di uova. Il periodo di incubazione dell’uovo dura una decina di giorni. Le larve neonate si alimentano erodendo inizialmente le radici più sottili per poi attaccare, crescendo esse stesse di dimensioni, quelle più grandi e finanche la porzione interrata del fusto. Gli adulti vivono per tutta l’estate (in serra riscaldata sono presenti fino all’inverno e a causa del più prolungato periodo di ovideposizione l’insetto può essere presente in tutti gli stadi). Lo svernamento è sostenuto dalle larve di diverse età, quindi in primavera esse riprendono a nutrirsi completando lo sviluppo e infine impupandosi in una cella terrosa da dove emergono come adulti dopo circa venti giorni (fig.
6). Negli oziorrichi è molto evidente il fenomeno della tanatosi (peraltro presente molti altri coleotteri), ossia l’atteggiamento dell’insetto di fingersi morto o lasciarsi cadere quando si sente minacciato (fig.
7).
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5 Schema del ciclo biologico di O. sulcatus: i danni primaverili e autunnali
sono riferiti all’attività dalle larve (da Moorhouse et al. 1992, modificato) |
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6 Adulto di oziorrinco nella sua cella terrosa pronto
a emergere | 7 Questo oziorrinco (O. armadillo), sorpreso
mentre erodeva una foglia di lauroceraso, si è
finto morto |