Masolino
Bannato
Nel 1947, in attuazione del c.d ''trattato di pace'', l'Istria e la Dalmazia da secoli veneziane e poi italiane furono consegnate ai partigiani titini.
Ne conseguì un forte esodo verso la madre patria degli italiani residenti, anche da generazioni, che non fu propriamente ben accetto, sopratutto da una certa parte della classe politica che si trovò in forte imbarazzo per l'ampiezza e le implicazioni del fenomeno.
Coloro che rimasero, illudendosi di poter continuare a vivere sotto altra bandiera nelle proprie case, furono in gran parte destinati alle foibe , dove vennero gettati vivi, legati gli uni agli altri con fil-di-ferro e lasciati agonizzare per giorni, se non avevano avuto la fortuna di morire immediatamente.
Un vero e proprio genocidio, efferatissimo, nella massima parte di innocenti colpevoli solamente di essere italiani.
Una delle città abbandonate fu Pola, ricca di vestigia romane e veneziane, patria di artisti tra i quali una grande attrice, la bellissima Alida Valli.
Uno dei vigili del fuoco al momento della partenza prelevò la grande bandiera italiana che sventolava su un edificio pubblico e la portò con sè a Roma, meta del suo esodo, conservandola religiosamente e poi trasferendola al figlio, divenuto anch'esso vigile del fuoco.
In questi giorni l'ultima bandiera italiana di Pola è stata donata al Museo dei Vigili del Fuoco che la esporrà in memoria dei trucidati nelle foibe.
Nel 1949 il regista Mario Bonnard raccontò l'abbandono di Pola nel film '' La città dolente [ in u,s,a, City of pain ], bellissima, amara pellicola, purtroppo veritiera.
E' ancora visibile su emittenti locali e nei cine-forum; merita due ore di visione anche per la bellezza struggente delle immagini.
Ne conseguì un forte esodo verso la madre patria degli italiani residenti, anche da generazioni, che non fu propriamente ben accetto, sopratutto da una certa parte della classe politica che si trovò in forte imbarazzo per l'ampiezza e le implicazioni del fenomeno.
Coloro che rimasero, illudendosi di poter continuare a vivere sotto altra bandiera nelle proprie case, furono in gran parte destinati alle foibe , dove vennero gettati vivi, legati gli uni agli altri con fil-di-ferro e lasciati agonizzare per giorni, se non avevano avuto la fortuna di morire immediatamente.
Un vero e proprio genocidio, efferatissimo, nella massima parte di innocenti colpevoli solamente di essere italiani.
Una delle città abbandonate fu Pola, ricca di vestigia romane e veneziane, patria di artisti tra i quali una grande attrice, la bellissima Alida Valli.
Uno dei vigili del fuoco al momento della partenza prelevò la grande bandiera italiana che sventolava su un edificio pubblico e la portò con sè a Roma, meta del suo esodo, conservandola religiosamente e poi trasferendola al figlio, divenuto anch'esso vigile del fuoco.
In questi giorni l'ultima bandiera italiana di Pola è stata donata al Museo dei Vigili del Fuoco che la esporrà in memoria dei trucidati nelle foibe.
Nel 1949 il regista Mario Bonnard raccontò l'abbandono di Pola nel film '' La città dolente [ in u,s,a, City of pain ], bellissima, amara pellicola, purtroppo veritiera.
E' ancora visibile su emittenti locali e nei cine-forum; merita due ore di visione anche per la bellezza struggente delle immagini.