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Le poesie che mi invento
- Creatore Discussione Angil
- Data di inizio
Sevi
Fiorin Florello
Benvenuta Lavinia
BellissimaBenarrivata Lavinia
Grazie ragazze
Grazie a tutti
Olmo60
Guru Master Florello
Filastrocca fascista
Ambarabà coccò ciccì
i sinistri disser si
ai compagni marachelli
che coi FATTI fe' macelli
di quel Curcio e la Faranda
hanno libri su in mansarda
con Battisti e tutti gli altri
editori fènno salti...
ma nel clima elettorale
al civetto andò più male
sol PAROLE, mapperò
ambarabà ciccì coccò.
Ambarabà coccò ciccì
i sinistri disser si
ai compagni marachelli
che coi FATTI fe' macelli
di quel Curcio e la Faranda
hanno libri su in mansarda
con Battisti e tutti gli altri
editori fènno salti...
ma nel clima elettorale
al civetto andò più male
sol PAROLE, mapperò
ambarabà ciccì coccò.
Angil
Guru Master Florello
Come l'aria
Ridi in questo mondo di stelle cadute,
e con il vento che gioca spingendo le nubi.
Rallegrati respirando l'aria che ha attraversato gli alberi più alti del cielo.
Arrossisci pure se in segreto ne assorbi l'essenza.
Perché della vita non rimarranno altro che gocce, assaporate da chi ha visto oltre l'orizzonte.
Angil 23.06.2019
Ridi in questo mondo di stelle cadute,
e con il vento che gioca spingendo le nubi.
Rallegrati respirando l'aria che ha attraversato gli alberi più alti del cielo.
Arrossisci pure se in segreto ne assorbi l'essenza.
Perché della vita non rimarranno altro che gocce, assaporate da chi ha visto oltre l'orizzonte.
Angil 23.06.2019
DryMan
Guru Giardinauta
Angil
Guru Master Florello
Grazie MonikkChe bella...
Non la conosco, è una poesia? La cercheròmi ricordi l'aria e la fragranza delle zagare … gravide gocce d'una terra magica
Angil
Guru Master Florello
Dentro un battito
Amo questa poesia
che vive dentro ogni battito.
Un’anima impetuosa di un sentiero
inesistente, malinconico,
e di una dolcezza pari all'infinito.
Amo questa poesia,
dalla sua forma più pura fino alla follia.
Un riflesso di specchio antico
che ne assapora il pittoresco volto,
fermando il tempo di quell'attimo soltanto.
Amo questa poesia
che raccoglie foglie
tra gli alberi del suo vissuto
e ne accarezza l'anima
in un profondo e tenero sospiro.
Angil 07.06.2018
Amo questa poesia
che vive dentro ogni battito.
Un’anima impetuosa di un sentiero
inesistente, malinconico,
e di una dolcezza pari all'infinito.
Amo questa poesia,
dalla sua forma più pura fino alla follia.
Un riflesso di specchio antico
che ne assapora il pittoresco volto,
fermando il tempo di quell'attimo soltanto.
Amo questa poesia
che raccoglie foglie
tra gli alberi del suo vissuto
e ne accarezza l'anima
in un profondo e tenero sospiro.
Angil 07.06.2018
Angil
Guru Master Florello
Tra la gente
Se dovessi perdermi tra la gente
cercami tra i muti sguardi.
E ascolta i silenzi
in questa musica assordante
dei passanti senza volto.
Chiara può essere la voce di chi tace
e buia la via di chi non sa amare.
Se dovessi perdermi tra la gente
cercami nel cuore,
è l'unica strada che mi porti a casa.
Angil 09.06.2018
Se dovessi perdermi tra la gente
cercami tra i muti sguardi.
E ascolta i silenzi
in questa musica assordante
dei passanti senza volto.
Chiara può essere la voce di chi tace
e buia la via di chi non sa amare.
Se dovessi perdermi tra la gente
cercami nel cuore,
è l'unica strada che mi porti a casa.
Angil 09.06.2018
Sevi
Fiorin Florello
Fuori... la neve (a J.)
Pensami, se puoi.
E se non puoi
ti penserò anche per te.
Penserò al tuo volto
alle tue mani, alla tua bocca.
Ai tuoi occhi che mi hanno cercata,
al tuo corpo che mi ha toccata,
penserò a tutto te stesso
e rivedrò me,
rannicchiata contro di te,
assaporando istanti che non
potranno mai essere ore,
ma che sento eterni
ancora dentro di me.
Forse non mi stai ancora cercando,
e allora ti cercherò anche per te.
Fino a che non mi stancherò,
cercherò i tuoi sorrisi e
i tuoi occhi maliziosi
venirmi incontro a chiedere baci
che ti darò.
A piene mani e a piene braccia
toccherò il tuo amore,
e tu come sempre mi darai
tutto di te.
Pensami, se puoi.
E se non puoi
abbandona te stesso almeno
al secondo di un ricordo meraviglioso,
un istante di pura felicità,
e io sarò lì a guardarti
presa di te come non mai,
così mi vedrai, finalmente,
e mi penserai tua,
per sempre.
(27.01.'04)
Pensami, se puoi.
E se non puoi
ti penserò anche per te.
Penserò al tuo volto
alle tue mani, alla tua bocca.
Ai tuoi occhi che mi hanno cercata,
al tuo corpo che mi ha toccata,
penserò a tutto te stesso
e rivedrò me,
rannicchiata contro di te,
assaporando istanti che non
potranno mai essere ore,
ma che sento eterni
ancora dentro di me.
Forse non mi stai ancora cercando,
e allora ti cercherò anche per te.
Fino a che non mi stancherò,
cercherò i tuoi sorrisi e
i tuoi occhi maliziosi
venirmi incontro a chiedere baci
che ti darò.
A piene mani e a piene braccia
toccherò il tuo amore,
e tu come sempre mi darai
tutto di te.
Pensami, se puoi.
E se non puoi
abbandona te stesso almeno
al secondo di un ricordo meraviglioso,
un istante di pura felicità,
e io sarò lì a guardarti
presa di te come non mai,
così mi vedrai, finalmente,
e mi penserai tua,
per sempre.
(27.01.'04)
Sevi
Fiorin Florello
(9 gennaio '19)
Ci si dovrebbe divertire quando si ama.
Ci si dovrebbe divertire pensandosi.
Ci si dovrebbe negare ogni forma di dispiacere.
Ascoltare parlandosi.
Parlare capendosi.
Capire guardandosi.
Guardarsi stringendosi.
No, anche ad occhi chiusi ci si stringe.
E ad occhi ben aperti ci si illude.
Ci si dovrebbe divertire deludendosi, senza rancore.
Per divertirsi chiedendosi scusa…
perché poi si fa pace, anche facendo l'amore.
Ci si dovrebbe divertire quando si ama.
Ci si dovrebbe divertire pensandosi.
Ci si dovrebbe negare ogni forma di dispiacere.
Ascoltare parlandosi.
Parlare capendosi.
Capire guardandosi.
Guardarsi stringendosi.
No, anche ad occhi chiusi ci si stringe.
E ad occhi ben aperti ci si illude.
Ci si dovrebbe divertire deludendosi, senza rancore.
Per divertirsi chiedendosi scusa…
perché poi si fa pace, anche facendo l'amore.
Angil
Guru Master Florello
Se fossi vento
Potrei volare se fossi vento,
accarezzare le cime dei monti
o le onde del mare,
l'anima di un sogno
senza cadere.
Potrei soffiare sui petali di un fiore
senza ferire.
E i granelli di sabbia
non mi graffierebbero il cuore.
Ma dal suo infinito nascere
il mio ultimo morire.
Angil 11.07.'19
Potrei volare se fossi vento,
accarezzare le cime dei monti
o le onde del mare,
l'anima di un sogno
senza cadere.
Potrei soffiare sui petali di un fiore
senza ferire.
E i granelli di sabbia
non mi graffierebbero il cuore.
Ma dal suo infinito nascere
il mio ultimo morire.
Angil 11.07.'19
Sevi
Fiorin Florello
"Al bianco degli imputati" (01.07.'17)
Le albe interrogate dai
tramonti
per capire se conoscono
il tempo di decidere
di separarsi.
Nei sogni ci sono esami di
coscienza
con le risposte scritte
su mappe già tracciate dai
desideri stanchi.
Non può essere vero
questo straccio di luce che
di un gomitolo di raggi ha
perso il filo.
Dagli occhi è caduto soltanto
un pezzo di cielo.
Le albe interrogate dai
tramonti
per capire se conoscono
il tempo di decidere
di separarsi.
Nei sogni ci sono esami di
coscienza
con le risposte scritte
su mappe già tracciate dai
desideri stanchi.
Non può essere vero
questo straccio di luce che
di un gomitolo di raggi ha
perso il filo.
Dagli occhi è caduto soltanto
un pezzo di cielo.
giulecter
Aspirante Giardinauta
Machebbella questa rubrica! 
Allora mi butto anch'io...
Dentr'ar museo
Ho visto 'no sgorbio de donnetta:
la testa spelacchiata, piccoletta,
l'occhiali grossi co' le lenti spesse,
le gambe corte corte e le cavije...
come du' soppresse.
La prole sua da presso se portava
e all'universo mondo l'esibbiva:
du' bambinette sfortunate,
una diec'anni, l'altra forse sette,
che, come mamma, parevano sgorbiette.
Se le magnava intere coi baci più amorosi
mentre che, nelle sale der museo,
in faccia a li capolavori più famosi,
se divertiva a raccontà
dell'ideale de' bellezza
'sto fatto de la relatività.
"Fijette mie," pure diceva "m'è capitato ne la vita mia
de fa' li conti con un'amara verità:
esistono la ggente, su 'sta téra, molesti più de n'arofaggía,
che se dilettano de fatte tanto male
sortanto per er gusto che je da.
Tipi eleganti, de bell'aspetto e tutto er resto
co' quell'atteggiamento sprezzante e disonesto
de chi se crede ar centro der creato
mentre che, invece, dar buco nero de 'sto monno è scivolato.
Uomini o donne, nun c'è diversità :
la cattiveria è doppia.
Generarmente er diavolo li fa
e dio l'accoppia. "
A 'ste parole me la sò immagginata giovanetta,
a sopportà sfottò de certi stronzi da burletta,
pe' le cavije grosse, i pochi capelli e i fondi de bbottija,
che a raffica sparavano
"ma a te, sgorbiaccio, chi tte pija?"
E lei se nasconneva, anima santa,
co' la tristezza dentro ar core,
così affranta...!
Co' la certezza de esse mai amata da nessuno
e che quello avrebbe esse stato er suo destino.
E mò? Che dímo?
Mò che l'amore de n'omo onesto e bono
j'ha regalato 'n questo monno
er favoloso e lo piú mejo dono?
Du fijarelle sgorbiarelle, èvvero,
ma così ddorci, gentili e rispettose
da mette' nvidia a le gardenie più bbelle e più odorose....
(voglio precisare che è un romanesco inventato. Anzi, se passa da qui qualcuno di Roma o dintorni, mi può dire se è abbastanza attendibile?)
Allora mi butto anch'io...
Dentr'ar museo
Ho visto 'no sgorbio de donnetta:
la testa spelacchiata, piccoletta,
l'occhiali grossi co' le lenti spesse,
le gambe corte corte e le cavije...
come du' soppresse.
La prole sua da presso se portava
e all'universo mondo l'esibbiva:
du' bambinette sfortunate,
una diec'anni, l'altra forse sette,
che, come mamma, parevano sgorbiette.
Se le magnava intere coi baci più amorosi
mentre che, nelle sale der museo,
in faccia a li capolavori più famosi,
se divertiva a raccontà
dell'ideale de' bellezza
'sto fatto de la relatività.
"Fijette mie," pure diceva "m'è capitato ne la vita mia
de fa' li conti con un'amara verità:
esistono la ggente, su 'sta téra, molesti più de n'arofaggía,
che se dilettano de fatte tanto male
sortanto per er gusto che je da.
Tipi eleganti, de bell'aspetto e tutto er resto
co' quell'atteggiamento sprezzante e disonesto
de chi se crede ar centro der creato
mentre che, invece, dar buco nero de 'sto monno è scivolato.
Uomini o donne, nun c'è diversità :
la cattiveria è doppia.
Generarmente er diavolo li fa
e dio l'accoppia. "
A 'ste parole me la sò immagginata giovanetta,
a sopportà sfottò de certi stronzi da burletta,
pe' le cavije grosse, i pochi capelli e i fondi de bbottija,
che a raffica sparavano
"ma a te, sgorbiaccio, chi tte pija?"
E lei se nasconneva, anima santa,
co' la tristezza dentro ar core,
così affranta...!
Co' la certezza de esse mai amata da nessuno
e che quello avrebbe esse stato er suo destino.
E mò? Che dímo?
Mò che l'amore de n'omo onesto e bono
j'ha regalato 'n questo monno
er favoloso e lo piú mejo dono?
Du fijarelle sgorbiarelle, èvvero,
ma così ddorci, gentili e rispettose
da mette' nvidia a le gardenie più bbelle e più odorose....
(voglio precisare che è un romanesco inventato. Anzi, se passa da qui qualcuno di Roma o dintorni, mi può dire se è abbastanza attendibile?)