Vedo che ripeti la domanda ma dichiarando che si tratta di Microdochium nivale, dunque dovresti chiarire in che modo è stato diagnosticato tale patogeno, peraltro maggiormente compatibile a inizio inverno (c'è chi fa diagnosi per confronto fotografico ma, come ti avevo richiesto di riferire, si procede tenendo conto di tutti gli elementi disponibili, come zona, clima, momento della manifestazione, inoltre può essere utile sapere la composizione del prato).
Dal punto di vista del periodo di comparsa - se attuale - certamente è più logico rispetto a Pythium, e in effetti anche M. nivale inizialmente può manifestare muffette benché il carattere più tipico sia dato dal successivo alone rosato, e anche all'interno dell'area colpita si possono trovare ife e spore di colore bianco/rosato: il colore rosato indica che si stanno formando le fruttificazioni, dunque sarebbe la conferma diagnostica (non c'è altro sistema semplice: in laboratorio si fa con metodiche molecolari o isolamento per due settimane al buio a 25 °C su terreno di coltura peptone-glucosio-agar = PSA; come ti avevo già detto una semplice osservazione microscopia cmq sarebbe sufficiente per escludere Pythium dato che M. nivale è un ascomicete con ife settate).
La difesa non si allontana di molto dalle indicazioni che ti avevo fornito nel mio precedente messaggio, salvo il fatto che ove si impiegassero fungicidi si va sui triazoli, ma si consiglia piuttosto un programma basato su interventi con fosfiti e se le temperature fossero favorevoli (sopra i 10 °C) trattando con microrganismi antagonisti. Come misure collaterali si suggerisce di evitare il calpestio e operazioni che potrebbero diffondere il patogeno, di irrigare il prato per pochissimi minuti se alla mattina è presente rugiada (in pratica per lavarla via) o al contrario se l'umidità è costante cercare di asciugare con soffiatori.