Cara Sara, solo perchè mi hai evocato rispondo e partecipo. Stasera sono talmente stanco che non so proprio come mi reggo: oggi ho dipinto di bianco i 40 metri del muretto del vialetto amalfitano.
Dunque, non è che io sappia tutto sulle lavande: ne ho viste e ne ho tante che qualche esperienza me la sono fatta.
Come dice Traudi, ci sono quelle che stanno dritte e quelle che si adagiano. L'errore sostanziale che facciamo è all'impianto: quella che viene definita classica ovvero la varietà "Munstead" andrebbe piantata a circa 1 metro una dall'altra e da qualsiasi altra pianta, come anche ad almeno il 50% del vialino fiancheggiato. Purtroppo, per motivi di spazio, quasi nessuno rispetta tali parametri, con le ovvie conseguenze. L'altro errore è sentimentale, dispiace sempre potare e drasticamente, e invece sarebbe miglior vita per la lavanda e più ordine nel nostro giardino.
In due punti dei trenta metri del mio vialino di lavande, bisogna farsi largo come in una jungla, ma di fiori profumati: ieri mia moglie ha fatto gran potatura e graditissimi regali ad amici.
Le varietà angustifolia a bassa vegetazione - che in Provenza chiamano "Lavandino" - tipo "Beatrice Pink" e "Folgate" forse sarebbero da preferire: per la loro maggior compattezza, e la fioritura più precoce e molto lunga.
Belle le varietà a fiore bianco ma quest'anno sono molto belle anche alcune delle stoechas (già in fase di scoloritura) e le dentate che fioriscono più tardi.
Ciao a tutti, Antonio