lobelia
Florello Senior
Nella precedente discussione sui fantasmi, (Fantasmi: miiiiii che paura!) ho cercato di socchiudere una porta sul Paese dell'oltre, sulle nostre facoltà sopite e sui nostri impulsi soffocati dalla disattenzione e superficialità del quotidiano.
Vorrei riprendere il discorso fuori da tutti gli OT che sono venuti fuori nell'altra discussione, vorrei parlare dell'Oltre: quello che si nasconde e ci parla attraverso i sogni, le premonizioni, le visioni e che spesso celiamo nel silenzio dei nostri cuori.
Nel suo libro, LA SECONDA VISTA, Judith Orloff afferma:" La preveggenza è un dono naturale, che molti non sanno di avere e perciò resta sopito. Il desiderio di far luce su questo mondo misterioso non sempre è lo stesso per tutti, come non lo è la via seguita per riuscire a farlo. Per alcuni si tratta di una scelta consapevole, di una scoperta lenta e graduale mentre per altri, come per me, è un impulso irrefrenabile e inconscio che obbliga a iniziare la ricerca. Magari prende la forma di un sogno, di una premonizione o di un presentimento. Di qualcosa insomma che ci fa intravedere nuoveprospettive, ma che allo stesso tempo ci confonde. Ci si trova allora davanti a un bivio e a una scelta precisa: negare se stessi e proseguire come se niente fosse? Impossibile. Una voce vi suggerisce di abbandonare la concezione rigida che si ha del proprio essere. Per chi prova questi sentimenti, imboccare la via del paranormale non è una scelta bensì una vocazione".
Vorrei riprendere il discorso fuori da tutti gli OT che sono venuti fuori nell'altra discussione, vorrei parlare dell'Oltre: quello che si nasconde e ci parla attraverso i sogni, le premonizioni, le visioni e che spesso celiamo nel silenzio dei nostri cuori.
Nel suo libro, LA SECONDA VISTA, Judith Orloff afferma:" La preveggenza è un dono naturale, che molti non sanno di avere e perciò resta sopito. Il desiderio di far luce su questo mondo misterioso non sempre è lo stesso per tutti, come non lo è la via seguita per riuscire a farlo. Per alcuni si tratta di una scelta consapevole, di una scoperta lenta e graduale mentre per altri, come per me, è un impulso irrefrenabile e inconscio che obbliga a iniziare la ricerca. Magari prende la forma di un sogno, di una premonizione o di un presentimento. Di qualcosa insomma che ci fa intravedere nuoveprospettive, ma che allo stesso tempo ci confonde. Ci si trova allora davanti a un bivio e a una scelta precisa: negare se stessi e proseguire come se niente fosse? Impossibile. Una voce vi suggerisce di abbandonare la concezione rigida che si ha del proprio essere. Per chi prova questi sentimenti, imboccare la via del paranormale non è una scelta bensì una vocazione".