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la gentilezza oggi

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bianca62

Guest
Infatti, se fai una "carezza" a una persona magari qualcun altro ti vede e gli viene voglia di provare. Ma non puoi distribuire "carezze" a tutti indiscriminatamente. Potresti trovare qualcuno che invece di interpretarla come una carezza la confonde per uno schiaffo...
Quante volte essere gentili viene interpretato come un gesto provocatorio?! Io cerco sempre di capire con chi ho a che fare e mi regolo di conseguenza.
 

nanà-

Aspirante Giardinauta
............ «ma questa è una società che, nonostante i fattori che potrebbero renderla felice, per definizione preferisce l’infelicità. È una società molto masochista. Infine, l’aggressività è un istinto, mentre la gentilezza è una conquista, un’arte».

.......... Perché se c’è un punto sul quale tutti gli autori che trattano di gentilezza concordano, è questo: l’equilibrio sta nel vivere e manifestare simpatia e calore umano agli altri senza negare la propria aggressività. Nessuno è mai tutto bianco o tutto nero, chi è abitualmente gentile forse deve imparare a dire no senza sentirsi in colpa. Mentre gli ammiratori dell’aggressività a tutti i costi guadagnerebbero nell’accettare la vulnerabilità in sé e negli altri, primo passo per rivalutare la gentilezza e capire che rende più gioiosa la vita.

Io più che aggressività, in contrapposizione alla gentilezza, direi che è l'intolleranza che ci frega. Siamo tutti potenzialmente persone gentili ma se venimo trattate male o apostrofate in cattivo modo, subito diventiamo intolleranti e non possimo essere più gentili.
La persona gentile si pone sempre allo stesso modo, cioè continua ad essere gentile, continua a riprovarci anche se ha preso i cosiddetti schiaffi in faccia. Probabilmente chi li ha dati è a sua volta una persona che ne ha ricevuti molti. Costei ha bisogno di essere rassicurata, aiutata ad essere più tollerante. Se tutti ci provassimo...
Io vedo tanta intolleranza dappertutto più che aggressività. Quest'ultima la ritengo una patologia e come tale va curata.
 
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bianca62

Guest
E' una analisi che mi piace. Come in tutte le cose, essendo tutti diversi, abbiamo una soglia di sopportazione diversa, come quella del dolore. C'è chi sopporta di più e chi di meno e soprattutto chi non si pone nemmeno il problema. E questo non credo dipenda dalla cattiva volontà delle persone ma soltanto dal carattere o da quanta "stanchezza" si è accumulata. Le reazioni per questo motivo ritengo siano sempre e solo soggettive. Non esiste una regola uguale per tutti.
 

bonsai d'aprile

Giardinauta
concordo nella puntualizzazione di nanà-. credo che la voglia di "tirare la corda", la sfida ed il non sapersi fermare quando si riceve un avvertimento sia il problema prinipale delle relazoni, oggi. si scatena una rezione senza fine.
 
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