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la dipendenza da lavoro - i workalhoolic

Olmo60

Guru Master Florello
vedi giallocrema, a me sembra che il problema del quale parli, non sia questa malattia ma
Il problema era il dialogo, non aveva sviluppato competenze genitoriali o maritali, quelle dovevano camminare sulle loro gambe secondo lui, non erano così importanti.
nel senso che, se il suo carattere era davvero questo, lo avrebbe avuto qualunque lavoro avesse fatto...e se aveva tanta passione per quello che faceva, non era perchè era malato....non so se mi spiego...quello che tu chiami "deliri" (e dal tuo punto di vista come figlia, ti capisco benissimo) d'altra parte erano i suoi interessi, la sua passione e la sua vita intima, talmente importante per lui che per gli altri diventa incomprensibile... Poi magari non ho capito bene quello che vuoi dire, ma penso che sarebbe importante capire cosa dava a lui lavorare così tanto in termini di "soddisfazione". Le mie sono solo considerazioni generiche e spero di non aver turbato niente e nessuno. :V
Perché non ci credi Olmo? Certo che ci sono esistono e vivono tra noi.
Che poi il confine tra stacanovista e ossessivo compulsivo a volte sia labile son d'accordo, a volte alcuni iniziano così ma poi frenano, ci sono persone che capiscono all'improvviso a seguito per esempio di una tragedia o di un problema di salute grave, altri portano a compimento la loro missione fino all'ultimo respiro e muoiono con l'agenda in mano. Ci sono, eccome se ci sono.
si, credo che ci siano persone che hanno dei disturbi tali per cui, magari, invece che bere, si tuffano nel lavoro....ma è diverso dal dire che "chi lavora tante ore al giorno (più della media), non va in ferie (per lavorare) trascura la famiglia (perchè deve lavorare) ecc...abbia necessariamente questo disturbo.
Quello che mi perplime, sono tre cose :
la "filosofia" a monte ( e la medicalizzazione) di ogni stranezza (chiamata "devianza")
i parametri + metodo di raccolta dati (spesso circolare rispetto a quello che si intende valutare)
tutto quello che viene necessariamente escluso.
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Cara olmo, i disturbi mentali sono classificati in base al manuale DSM che periodicamente viene aggiornato. E subisce degli ammodernamenti visto che una volta c'era riportata pure l'omosessualità!
Se la medicina non è una scienza esatta, la psichiatria lo è ancora meno.
I disturbi di personalità son sempre esistiti solo che venivano descritti con degli aggettivi anziché con dei termini tecnici. Il matto del villaggio poteva essere quello particolarmente violento (disturbo antisociale), oppure quello con franca psicosi che diceva cose che non stanno né in cielo né in terra tipo ho visto la madonna (con tutto il rispetto per i credenti), cioè riportava quello che in termini tecnici si chiama pensiero dereistico.
La necessità di classificare è una necessità pratica, la medicina ha esigenze di condividere e classificare, per poi redigere protocolli appunto condivisi.
Il disturbo mentale se vogliamo dare una grossolana definizione è quello che va a compromettere, ingrippa il motore sotto vari punti di vista: il funzionamento sociale, affettivo, lavorativo ecc e ciò si traduce in una sofferenza per sé o per altri.
Il disturbo narcisistico distribuisce sofferenza agli altri fino a che anche il narcisista implode e scatta la depressione.
 

Olmo60

Guru Master Florello
I disturbi di personalità son sempre esistiti solo che venivano descritti con degli aggettivi anziché con dei termini tecnici. Il matto del villaggio poteva essere quello particolarmente violento (disturbo antisociale), oppure quello con franca psicosi che diceva cose che non stanno né in cielo né in terra tipo ho visto la madonna (con tutto il rispetto per i credenti), cioè riportava quello che in termini tecnici si chiama pensiero dereistico.
un fenomeno emerge nel momento in cui a quel fenomeno viene dato un nome: questo non vuol dire che "prima non c'era", semplicemente prima non è sentito come importante o meritevole di attenzione.
per quello che so io la psichiatria è una "scienza" teorica piuttosto recente ed è stata utilizzata per "escludere" certe persone facendole rientrare in parametri di "devianza". Questo non vuol dire che "c'era una volontà" tipo complotto, ma la necessità di definire alcune categorie per motivi di ordine sociale. Ovvio che gli strumenti siano stati quelli della medicina, con il sussidio della statistica, demografia e altro, tutte scienze coeve.
Dire che "quando lo stato non aveva bisogno di un controllo sociale perchè bastava la figura del Re, i matti non venivano "studiati". (cit) non significa dire che non esistevano, ma che non erano considerati una categoria meritevole di studio e di esclusione sociale.
quello che contesto io è la centralità della psichiatria in una marea di situazioni che osservo da spettatrice e sbaglierò anche, ma per me, il 90 per cento di queste ricerche servono solo per tenere occupati un tot di ricercatori che diversamente sarebbero a spasso.
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Ci può stare anche questo ma credo che, torno a ripetere, sia anche una necessità concreta.
Non ci vedrei necessariamente la malafede.
 

Olmo60

Guru Master Florello
io non ci vedo la malafede..ci mancherebbe....oggi funziona così, siamo tutti sotto controllo, per certi versi....e credo che chi si occupa del comportamento (in generale) lo faccia con assoluta convinzione e professionalità, di certo non va a chiedersi se fa qualcosa di sensato o no, lo dà per scontato ed è normale pure questo. (forse sono rimasta impressionata da certi personaggi, non farci caso:);))

sul fatto che sia necessario curare chi ne ha bisogno non ci piove, anche perchè chi ne ha davvero bisogno, in genere è pericoloso, ma preferisco una richiesta d'aiuto diretta, piuttosto che una lista di "devianze" calata dall'alto...mi sa tanto di Panopticon.
 
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giallocrema

Giardinauta Senior
Si anche perché per curare ci vuole una alleanza terapeutica. Sennò ciccia.
Ci sono buoni risultati in tanti casi, penso alle cosiddette ludopatie (termine che poco mi piace)ad esempio.
 

giallocrema

Giardinauta Senior
Poi dimenticavo di aggiungere cosa direi fondamentale: classificare non serve solo a redigere protocolli terapeutici ma anche a fini valutativi medico legali.
La cui finalità non è la cura.
Pensiamo a tutti i benefici economici e non che si ottengono con un riconoscimento. Se una persona ha un livello di invalidità civile del 46 percento e viene valutata ex legge 68 e messa nelle liste di collocamento mirato.
Un disturbo mentale seppur lieve ma che fa raggiungere questa percentuale fa ottenere questo vantaggio.
Insomma i risvolti sono molteplici.
Una volta il soggetto problematico in seno a piccole comunità per esempio rurali lo mettevano a spalare il fieno e la società gli si modellava attorno, anche se non sempre con successo.
Ora è tutto molto più complesso e articolato, non possiamo più pensare di comportarci come una volta.
 

Olmo60

Guru Master Florello
Pensiamo a tutti i benefici economici e non che si ottengono con un riconoscimento. Se una persona ha un livello di invalidità civile del 46 percento e viene valutata ex legge 68 e messa nelle liste di collocamento mirato.

pratica molto diffusa nella penisola...quelli falsi ne approfittano e quelli veri vanno a ricadere (quando va bene) su un datore di lavoro che li deve sopportare de iure e de facto......bella soluzione...
 
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